BOLOGNA: Percorso Bologna Verde
Bologna è una città ricca di parchi e giardini.
Come in molte città italiane, la presenza di zone verdi all’interno e subito fuori le mura è dovuta ai parchi che erano annessi alle ville delle famiglie nobili o alle strutture ecclesiastiche.
Nella città felsinea, ancor prima che in altre città italiane, sono stati istituiti giardini pubblici e parchi per il popolo. Famosissimi i colli che sovrastano Bologna. Vale veramente la pena inerpicarvisi per poter godere del panorama della città coperta dai suoi tetti rossi e, nelle stagioni più calde, della frescura dovuta alla vegetazione rigogliosa.
Si parte da Piazza Maggiore, si percorre Via Indipendenza sino a girare sulla destra su Via Irnerio. Da qui si entra nel Parco della Montagnola, il più antico di Bologna. La sua definitiva sistemazione risale, infatti, al 1805, durante l’occupazione napoleonica, ma la sua destinazione all’uso pubblico inizia nel 1662.
Molto nota la monumentale scalinata d’ingresso realizzata nel fine Ottocento, che già s’intravede dalla piazza della stazione ferroviaria centrale. Il Parco, con i suoi sei ettari di estensione, ospita alcuni platani secolari e bei filari di tigli e ippocastani.
Da qui si riprende Via Irnerio verso sinistra e al numero 42 si entra nell’Orto Botanico.
Il primo Orto Botanico fu realizzato da Ulisse Aldrovandi nel 1568 all’interno di un cortile rettangolare della residenza del Cardinale Legato in Palazzo Pubblico (oggi Palazzo Comunale), in corrispondenza dell’attuale ex Sala Borsa.
L’Orto era costituito da una serie di aiuole per mostrare agli studenti di Medicina i “semplici”, cioè le piante da cui si preparavano i medicamenti dell’epoca. Poiché lo spazio si rivelò presto inadeguato a ospitare tutte le piante che si andavano raccogliendo, nel 1587 la struttura fu spostata nell’attuale Via San Giuliano, nei pressi di Porta Santo Stefano.
Nel 1600, per esigenze didattiche, la collezione dei “semplici” venne riportata in Palazzo Pubblico e l’Orto di Via San Giuliano rimase come succursale, riacquistando tuttavia importanza nel XVIII secolo grazie alla realizzazione di due serre per le piante tropicali e del Palazzo delle Stufe o delle Serre (una palazzina di rappresentanza tuttora visibile). Con le riforme napoleoniche, nel 1803 l’Università acquistò un’ampia area agricola all’interno delle mura tra le Porte Mascarella e San Donato, comprendente anche la Palazzina della Viola, per stabilirvi su progetto dell’architetto Martinetti la nuova e definitiva sede dell’Orto Botanico.
GIARDINI MARGHERITA
Da Via Irnerio si percorrono i viali fino a porta Santo Stefano, dove si trova uno degli ingressi dei Giardini Margherita.
Il parco nasce su un terreno, posto lungo ciò che rimaneva delle antiche mura fra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano, acquistato nel 1868 dal Comune di Bologna. Il progetto e la messa in opera del parco pubblico furono affidati al conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, già artefice del parco del Valentino di Torino. Il parco fu intitolato “al nome di
Sua maestà la Regina Margherita”, e nell’uso corrente è conosciuto semplicemente come “Giardini Margherita”.
L’inaugurazione fu festeggiata con una sontuosa cerimonia il 6 luglio 1879, dopo soli cinque anni dall’inizio dei lavori. Da allora i Giardini sono stati teatro di numerosissimi eventi e manifestazioni che hanno scandito la vita di Bologna. Durante i lavori di costruzione fu rinvenuta una necropoli etrusca ricchissima di reperti, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna. Due delle tombe rinvenute sono visibili all’interno del parco. Nel 1888, durante l’Esposizione Emiliana d’Agricoltura e d’Industria, accanto agli stand dell’industria, dell’agricoltura e della musica, furono inaugurati ristoranti con spettacoli e addirittura un tram a vapore che faceva da spola con la vicina collina di San Michele in Bosco dove si stava svolgendo l’Esposizione Universale di Belle Arti.
Nel corso del tempo i giardini sono stati teatro di molti concorsi ippici, concerti e corse automobilistiche. Fin dal 1944, presso uno degli ingressi principali è stato posto il monumento a Vittorio Emanuele II. Un tempo la statua era posta al centro di Piazza Maggiore, ma ormai è diventato un elemento inconfondibile del panorama dei Giardini. Tra le varie specie presenti si riconoscono tassi, cedri, tigli, querce, platani, pini, ippocastani e magnolie. Si consiglia, inoltre, di percorrere il cammino del laghetto, che fu progettato già in origine con lo chalet, il ponticello e l’isola artificiale. Nel primo decennio del Novecento, venne costruite una scuola all’aperto, ancora presente. Nella piazzetta principale del parco vi è una villetta adoperata dal Comune come Biblioteca dei Ragazzi. Circa cinquant’anni fa, un gruppo di astrofili fece costruire sul terrazzo un piccolo osservatorio astronomico, tuttora efficiente. All’interno dei giardini è stato creato dal WWF uno stagno didattico per i bambini delle scuole elementari, caratterizzato dalla flora e dalla
fauna tipiche di un acquitrino.
PORTA SAN MAMOLO
Usciti dai Giardini Margherita e girando sulla sinistra vanno percorsi i viali fino a Porta San Mamolo. Di qui s’imbocca Via San Mamolo in direzione dei colli fino a Via dell’Osservanza.
Di qui la salita è piuttosto ripida, ma lo spettacolo in cima vale il viaggio. Napoleone stesso rimase colpito dalla vista che si gode dalla sommità. Dopo essere scesi dal colle e ripresa sulla destra Via San Mamolo si trova l’ingresso al Parco di Villa Ghigi, che si estende per una trentina di ettari sulle colline.
La villa offre gradevoli passeggiate, tranquille aree attrezzate per la sosta e suggestivi panorami sulla città. Il ricco patrimonio botanico comprende molti esemplari arborei autoctoni ed esotici, filari di vecchi frutteti e una piccola faggeta. Sono stati censiti complessivamente circa quattromila alberi, appartenenti a più di ottanta specie. Il parco è un campione rappresentativo della collina bolognese e della sua flora e offre al visitatore ecosistemi diversi in poco spazio ristretto e facile da visitare. Il Centro Villa Ghigi fornisce visite guidate e gestisce un parco didattico per lo studio della natura sul campo.
Dopo Villa Ghigi si ritorna a valle e si gira sui viali verso sinistra e da qui li si percorre fino a Porta Saragozza. Da qui si prende Via Saragozza sino all’ingresso di Villa delle Rose, un incantevole parco, esteso circa due ettari, alle pendici del colle della Guardia. La villa è separata dalla vicina Villa Spada (Museo della Tappezzeria e Giardino all’italiana) soltanto
dalla strada di accesso a un convento di suore francescane di clausura.
Al centro dell’area, si trova la settecentesca Villa delle Rose, fatta costruire dalla famiglia Cella, che è raggiungibile percorrendo uno scenografico viale alberato, ma anche attraverso una bella scalinata a più rampe, abbellita da un giardino ornamentale. Donata all’Amministrazione Comunale nel 1916, la villa ha ospitato per anni la Galleria d’Arte Moderna ed è da poco tornata a essere sede di mostre temporanee.
All’interno del parco si trovano anche una scuola elementare e la casa di riposo per artisti drammatici “Lyda Borelli”, da pochi anni completata con l’attiguo Teatro delle Celebrazioni (la sala è utilizzata dal Teatro Comunale per balletti, concerti e prove). Dal parco, molto frequentato fin dai primi decenni del secolo, si gode una bella vista sul primo tratto del lungo portico che, dopo l’arco del Meloncello, sale verso San Luca.
DINTORNI DI BOLOGNA
Per chi ha tempo e desiderio di uscire dal territorio cittadino, i dintorni di Bologna sono ricchi di meraviglie naturalistiche, parchi e giardini pubblici.
A Loiano, lungo la via che dalla Strada Statale 65 della Futa alla Valle dell’Idice, si possono visitare i Giardini del Casoncello. Nati dal recupero di un antico podere agricolo e aperto al pubblico dal 1996, i Giardini del Casoncello sono oggi considerati un ottimo esempio di “giardino naturale” dove l’impronta della natura e l’impronta umana convivono
in armonia e dove viene rispettata e favorita la molteplicità della vita animale e vegetale.
Si presentano come un luogo dall’aspetto inconsueto ricco di piante ornamentali e di flora spontanea: nello spazio di un solo ettaro convivono più di mille specie che, liberamente associate in un “armonioso disordine”, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva.
Le visite guidate portano a scoprire questo grande “libro verde” attraverso diverse “situazioni vegetali”: prato misto, ortogiardino, giardino roccioso, zona d’acqua, bosco-giardino, giardino delle erbe, bordure di cespugli da fiore, bordure di erbacee perenni, fruttetogiardino, siepi miste, con un approccio non soltanto visivo, ma che investe anche tutti gli altri sensi. Una particolarità della visita è, infatti, il percorso olfattivo con cui diversi e insoliti sentori sono offerti da fiori, foglie, cortecce e anche radici. I giardini sono visitabili solo su prenotazione con visite guidate.
Adagiato sulle colline che si arrampicano fino al santuario di San Luca, il Parco della Chiusa di Casalecchio di Reno è uno dei polmoni verdi che cingono scenograficamente Bologna. Di fronte al parco, il Lido di Casalecchio è raggiungibile dal centro della cittadina con una bella passeggiata ciclabile che offre uno splendido panorama sulla Chiusa e sul fiume. Qui in estate è possibile prendere il sole e rilassarsi sulle rive del Reno in una spiaggia attrezzata come un vero e proprio stabilimento balneare. Il Parco della Chiusa, noto come Parco Talon, è costituito dagli ex possedimenti dei marchesi Sampieri Talon, che dal ‘600 qui costruirono diverse ville. Il parco ha conosciuto mo-menti di grande splendore mondano, in particolare nel ‘700.
Nell’Ottocento Stendhal, assiduo frequentatore di questi luoghi, lo paragonò al “Bois de Boulogne”. Ancora oggi è possibile immaginarne gli antichi fasti nobiliari passeggiando lungo i viali alberati, sostando nei grandi prati all’inglese e attraversando boschetti pensati apposta per perdervisi dentro. Qua e là si riconoscono i ruderi delle artificiose invenzioni
architettoniche, per le quali gli studiosi fanno anche il nome del famoso architetto e scenografo Ferdinando Galli Bibiena. In primavera e in estate il parco diventa la suggestiva cornice di manifestazioni e rassegne culturali.
Nel comune di Castello di Serravalle, sulle pendici dei colli sopra Bazzano, si trova L’Hortus conclusus. L’Hortus è un piccolo orto-giardino come si faceva nel Medioevo: seguendo il breve percorso didattico si possono osservare le aiuole fiorite (Giardino delle delizie), le piante aromatiche (Orto dei semplici) e le verdure (Verziere), che si coltivavano nel 1300, quando il borgo e tutto il territorio circostante erano governati dal Capitano della Montagna.
Le tecniche di coltivazione sono quelle medievali (irrigazione pluviale, concimi organici e insetticidi naturali come il piretro e l’ortica), come tradizionali sono gli attrezzi di lavoro e i sistemi di realizzazione delle aiuole e delle impalcature per le rose antiche: pali di legno di castagno e legature con rami di salice.
L’orto medievale è visitabile nei giorni di apertura dell’Ecomuseo della Collina e del Vino e su prenotazione per gruppi di almeno sei persone.
Nei fine settimana e per le scuole si organizzano laboratori didattici sulle piante aromatiche, simboliche, magiche, dimenticate, sulle tecniche di coltivazione naturale e sulla costruzione di aiuole rialzate. La visita all’Orto Medievale dura 45 min. e può essere abbinata alla visita dell’Ecomuseo.
Vi consiglio l’acquisto di queste riviste: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Vi consiglio l’acquisto di questi accessori: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLI
Vi consiglio l’acquisto di questi Viaggi: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Questo articolo contiene link di affiliazione icona (grazie di sostenerci)