BOLOGNA: Percorso dei Portici
53 chilometri: è questa la lunghezza complessiva di uno dei “monumenti” più caratteristici di Bologna. Il portico è l’emblema architettonico dello spirito ospitale e conviviale dei bolognesi; uno spazio misto tra pubblico e privato in cui si può apprezzare meglio che in ogni altro luogo l’essenza del buon vivere bolognese.
Il portico nacque dall’uso di “prolungare” verso l’esterno, sulla strada, il solaio del primo piano della propria casa. Questa sporgenza fu poi sostenuta con travi di legno appoggiate a blocchi di selenite o di pietra, a guisa di stampelle.
Dapprima considerato un abuso edilizio, fu poi regolamentato dal Comune che impose l’uso pubblico del portico, benché realizzato da privati su spazio privato. Da allora, l’eccezione fu quella di costruire palazzi privi di portico: la dispensa dalla costruzione del portico fu concessa in pochi casi per palazzi di raffinata architettura (Bargellini, Bentivoglio, Fantuzzi, Sanuti e pochi altri). Ancora oggi, nei giorni di pioggia, capita di vedere i veri Bolognesi aggirarsi senza ombrello, sicuri di poter arrivare a destinazione senza mai essere esposti alle intemperie.
Guardando San Petronio, sulla destra già è possibile osservare uno dei portici più conosciuti e sicuramente uno dei più frequentati della città: il Portico del Pavaglione. Il suo nome deriva dalle parole francesi “pavillon”, ossia padiglione, o “papillon”, farfalla. Va, infatti, ricordato che proprio nella piazza adiacente si trovava il padiglione che accoglieva lo storico mercato dei bozzoli di bachi da seta, della cui lavorazione Bologna era una delle capitali europee. Sotto questo portico, sicuramente divenuto uno dei simboli della città, si trovano il Museo Civico Archeologico e l’Archiginnasio, uno dei palazzi più importanti e rappresentativi di tutta Bologna. La costruzione dell’Archiginnasio fu ordinata da Papa Pio IV e il progetto fu affidato a Antonio Morandi (detto il Terribilia), che terminò la costruzione tra il 1562 e il 1563.
Composto da un porticato lungo 139 metri e da una corte centrale con due ordini di gallerie, questo progetto portò un rinnovamento in termini urbanistici e consentì di riunire sotto un unico tetto le varie scuole universitarie. Dal Pavaglione, dando le spalle a San Petronio, si gira su Via Rizzoli e proseguendo sotto il portico si arriva alle due Torri e all’inizio di Strada Maggiore. Di qui si percorre la via fino a giungere a Santa Maria dei Servi.
I primi lavori per la costruzione della Basilica di Santa Maria dei Servi durarono dal 1346 al 1386 ma, come spesso capitava nell’edificazione delle cattedrali gotiche, proseguirono poi per molti altri anni, fino a quando venne ultimata l’abside (successivamente modificata dall’architetto Guido Zucchini all’inizio del Novecento).
Nel 1492 fu aggiunto il portico con le tre arcate che si snodano verso Porta Maggiore, mentre nel 1515 fu realizzato il tratto lungo la facciata. Il resto del quadriportico, che si affaccia su Via Guerrazzi, fu terminato alla metà del XIX secolo.
L’interno della basilica, che conserva opere tra le più rilevanti della città, ospita la celebre Maestà di Cimabue.
Da Santa Maria dei Servi, si ripercorre a ritroso Strada Maggiore fino alle due Torri e di qui si imbocca Via Zamboni, altra via totalmente percorribile sotto i portici. A metà del portico rinascimentale di San Giacomo Maggiore (vedi Percorso Classico) si svolta poi a sinistra su Via Marsala, dove, dopo l’incrocio con Via d’Azeglio, è possibile ammirare quello che è probabilmente il più vecchio portico di Bologna: il portico di Palazzo Grassi.
Palazzo Grassi è uno degli edifici più interessanti ed antichi di Bologna. Iniziato nel 1200, è stato costruito in stile romanico-gotico. Il portico è costituito da suggestivi travoni di legno. A una delle estremità è presente una grande porta a sesto acuto, mentre le finestre del piano superiore sono decorate con terracotta. Il palazzo venne restaurato tra il 1910 e il 1913. Oggi Palazzo Grassi ospita il Circolo Ufficiali di Presidio.
Analogamente a quello di Palazzo Grassi, dal 1200 e nei secoli successivi tutti i portici di Bologna furono costruiti con queste caratteristiche, finché nel 1568 il Legato Pontificio mons.
Giovanni Battista Doria e il Gonfaloniere Camillo Paleotti emisero un bando per cui tutte le colonne di legno dei portici dovevano essere sostituite da colonne in laterizio. In caso di mancato rispetto della legge la multa era di 10 scudi d’oro e, nonostante che il tempo concesso fosse solo di tre mesi, molte colonne di legno non furono sostituite fino al 1800, quando si decise di uniformare tutti i portici della città. È solo grazie alla volontà del conte Giovanni Gozzadini se oggi possiamo ammirare qualche raro superstite ligneo.
Pochi passi ancora e siamo in fondo a Via Marsala, dove giriamo a sinistra in Via Indipendenza. Qui, sotto i portici, si trovano decine di negozi d’abbigliamento, calzature e, in genere, di qualsiasi tipologia. La via è una delle strade più vissute della città; qui, il sabato, i bolognesi passeggiano e si dedicano allo shopping o anche solo alle relazioni sociali, d’estate come d’inverno, sempre riparati dal troppo sole e dalle intemperie.
In fondo a Via Indipendenza, girando a destra, si percorre Via Ugo Bassi fino a Piazza Malpighi, dove, superata la Basilica di San Francesco (vedi Percorso Classico) si trova il portico dell’ex Convento di San Francesco. Fino al 1890 il portico era costituito da 55 arcate che partivano da via Sant’Isaia e giungevano al non più esistente Prato di San Francesco: il tratto che “nascondeva” le tombe dei Glossatori e l’abside di San Francesco, costruita nel 1588, fu abbattuto nel 1890. È rimasta la parte che dall’ingresso del convento dei francescani si prolunga fino a via Sant’Isaia.Da Piazza Malpighi, lungo le vie Nosadella e Saragozza, si può raggiungere il portico più straordinario di Bologna: quello che porta al Santuario della Beata Vergine di San Luca. Il portico di San Luca, costruito a partire dal 1674, si prolunga per 3.800 metri ed è costituito da 666 archi. Lunghezza che pare ne faccia il portico più lungo al mondo oggi esistente.
La tribuna d’ingresso del portico a Porta Saragozza fu costruita nel 1675 su progetto di Giovanni Giacomo Monti. Il tratto da Porta Saragozza al Meloncello misura 1.550 metri, mentre quello di Via De Coubertin e Via della Certosa, 600 metri.
L’Arco del Meloncello fu costruito nel 1732 su progetto di Carlo Francesco Dotti e congiunge il portico che parte verso San Luca con quello che raggiunge la Certosa. Quest’ultimo fu realizzato fra il 1811 – 1831 in virtù delle offerte di Luigi Valeriani e di altri gruppi di cittadini. Il portico è teatro una volta l’anno di una processione che trova radici assai lontane. Nel 1443, secondo le cronache bolognesi, le continue piogge cadute fin dalla primavera minacciarono l’intero raccolto. Per questo motivo gli Anziani di Bologna decisero di portare in città l’immagine della Madonna in solenne processione.
Appena la Madonna entrò in città le piogge cessarono e da allora ogni anno i bolognesi rinnovano il patto portandola in città e lasciandovela una settimana.
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