LA VIA CRUCIFERI: UN LUOGO DI CULTO PER CATANIA
Chi si trova a passeggiare per il centro storico della città di Catania non può restare indifferente a via dei Crociferi. La Via Crociferi è un magnifico luogo del Barocco catanese dove un tempo i nobili passeggiavano e sfoggiavano il proprio potere e benessere sociale; la competizione si spostava anche sul piano architettonico poiché qui furono costruiti conventi, monasteri, chiese spesso per supportare economicamente e socialmente le seconde figlie o figli maschi in poi nella linea di eredità che sarebbero diventati preti, suore, ma spesso priori, badesse, vescovi e perfino cardinali.
Attraversato l’Arco trionfale di San Benedetto, a soli 500 metri dalla Cattedrale di Sant’Agata, ci si trova in piazza San Francesco d’Assisi e da qui si ha accesso alla via dei Crociferi. La via si percorre con una breve passeggiata di circa 5 minuti a piedi che permette, percorrendo i suoi 400 m, di osservare diversi edifici barocchi, in particolare chiese e monasteri. La via è stata utilizzata durante le riprese di diversi film, tra cui si segnala in particolare “Storia di una capinera” di Zeffirelli.
LA LEGGENDA DELL’ARCO TRIONFALE DI S. BENEDETTO
L’arco trionfale di S. Benedetto fu costruito dopo il terremoto del 1693, nel 1704, ed è famoso per la leggenda del cavallo senza testa.
Si narra infatti che fu costruito in una sola notte e che successivamente, ritenuto utile, ebbe una particolare finitura armonica, tipica dell’architettura barocca. I nobili avevano l’abitudine di riunirsi per vari convegni o per incontri amorosi, proprio in via Crociferi e per non essere disturbati dai curiosi, diffusero tra il popolo la voce che in quella via, dal tramonto all’alba, si aggirasse un cavallo senza testa.
Una notte un giovane coraggioso, per scommessa, decise di piantare un chiodo proprio sotto l’arco di San Benedetto ma non si accorse di aver piantato anche il suo mantello sotto il chiodo, così sentendosi trattenuto da una forza misteriosa e credendo si trattasse del cavallo senza testa, morì per lo spavento.
Nonostante la paurosa leggenda, sconosciuta a molti, questa via fatta di fede e di stupenda architettura, rimane una delle più belle e interessanti tappe di Catania.
LA VIA CRUCIFERI A CATANIA
La Via Crociferi è una delle strade più antiche della bella città siciliana di Catania, ed è anche considerata tra le strade più belle d’Italia; proprio la sua bellezza ha fatto sì che, nel corso della sua storia, sia stata spesso scelta come location cinematografica, ad esempio nel bell’Antonio di Bolognini, Storia di una capinera di Zeffirelli e I Vicerè di Faenza. La Via Crociferi si snoda sinuosa nel centro storico di Catania, iniziando in Piazza San Francesco D’Assisi e attraversando il famoso Arco trionfale di San Benedetto. Famoso perché a questo splendido arco, simbolo di tutta Via Crociferi, è legata una leggenda nota a tutti i catanesi.
Dall’arco di San Benedetto a sud ed il portale di Villa Cerami a nord della via, sono comprese chiese e monasteri, come la piccola Badia delle monache di San Benedetto, opera di Vaccarini, di origini palermitane, ma catanese d’adozione e in essa sono evidenti i nuovi motivi scultorei dell’epoca, con le finestre cenobiali dalle grandi grate panciute (invenzione dello stesso architetto), che danno la sensazione del movimento e al tempo stesso custodiscono lunghi silenzi in preghiera.
La chiesa di San Francesco Borgia ,col grande complesso dei padri Gesuiti è un’opera dell’architetto Angelo Italia e in essa nel 1801, venne battezzato Vincenzo Bellini, mentre la chiesa di San Giuliano, costruita tra il 1738 e il 1760, è fra i capolavori del Vaccarini, con la sua facciata curvilinea e un esuberante stile barocco.
Nella chiesa di San Benedetto, costruita da Alfonso Di Benedetto nel 1713,si può ammirare il portone ligneo dove sono scolpite immagini raffiguranti le opere del santo ma il tipico esempio di architettura settecentesca si nota proprio nell’arco attiguo ,caratterizzato da affascinanti fanali.
LE CHIESE DI VIA CRUCIFERI
Catania, considerata Patrimonio Mondiale e Sito Unesco, custodisce alcune delle più belle chiese della città. La prima che si incontra dopo il famoso arco delle Benedettine situato all’inizio di Via Crociferi è la Chiesa di San Benedetto. Distrutta dal terremoto del 1693 fu ricostruita all’inizio del XVIII secolo. L’imponente portone d’ingresso catturerà la vostra attenzione in quanto rappresenta la vita di S. Benedetto. All’interno della chiesa si possono ammirare bellissimi affreschi ed il pavimento in marmi policromi risalenti al tardo Seicento.
Proseguendo lungo via Crociferi si incontra la chiesa di S. Francesco Borgia: una chiesa con tre navate e che al suo interno conserva opere di alcuni pittori catanesi del XVIII secolo. Le navate sono impreziosite da cappelle votive in marmo colorato. Qualcuno dei gradini è danneggiato, un peccato visto l’ottimo stato in cui sono conservati gli altri marmi ornamentali. Proseguendo via dei Crociferi si incontra il Collegio dei Gesuiti, in pietra lavica e di fronte, la Chiesa di San Giuliano.
La seconda metà di via dei Crociferi è abbellita dall’imponente chiesa di San Camillo e dall’annesso convento dei Crociferi. Pub e ristoranti si susseguono in un clima rilassato fino alla cancellata della fastosa Villa Cerami. La bellezza inebriante del percorso viene accentuata da una leggenda cui vicende si svolsero in via dei Crociferi. Poco più avanti si trova la chiesa di San Giuliano che era adibita a monastero ed era il più antico dei monasteri femminili della città. Superato l’incrocio con la Via di San Giuliano si trova la chiesa di San Camillo con accanto il convento dei padri Crociferi da cui prende il nome questa bellissima via.
LA CHIESA DI SAN GIULIANO
La chiesa di San Giuliano – a pianta ottagonale allungata – colpisce per la sua severa bellezza, per le pareti candide su cui si riflette la luce dalle grandi finestre aperte su ognuna delle pareti. Ed era proprio questo l’effetto voluto dal suo ideatore, l’architetto Giuseppe Palazzotto, che la progettò nel 1739. La chiesa, che in origine si trovava alla Civita dove oggi sorge la chiesa di San Gaetano alla Marina, crollò con il terremoto del 1693. Fu riedificata nello stesso posto, ma poi le monache di clausura benedettine – tutte provenienti da nobili famiglie siciliane, spesso monacate per forza per non smembrare il patrimonio del casato – vollero cambiare sito per non rimanere marginalizzate dal nuovo asse principale cittadino: via dei Crociferi, appunto, da cui, occultate dalle gelosie, potevano vedere passare la processione di Sant’Agata.
Nella chiesa, bianca con le modanature dorate, campeggia un Crocifisso ligneo del tardo periodo bizantino, un Cristo morente, e, al centro del soffitto, un grande affresco di Giuseppe Rapisarda che mostra San Berillo (terzo compatrono di Catania insieme a Sant’Agata e a Sant’Euplio) mentre riceve da San Pietro il compito di fondare la Chiesa catanese. Un interno che si apprezza in tutta la sua bellezza anche dalla cantoria, disposta su due livelli, da dove, un tempo, le monache accompagnavano le funzioni con il canto. Qui colpiscono dei piccoli armadietti, dotati di serratura, dove le monache – con gesto che rivela un forte senso della proprietà privata e del privilegio – chiudevano a chiave il proprio libro del canto e delle preghiere e il rosario, oggetti realizzati in materiale pregiato, segno distintivo dello status sociale della famiglia di provenienza. E non è un caso che Franco Zeffirelli abbia scelto questa chiesa per girare alcune scene del suo film “Storia di una capinera”. Le ultime monache lasciarono questo sito nel 1901 per trasferirsi nel vicino convento di San Benedetto.
Dalla cantoria si accede ad una grande terrazza, realizzata negli anni Sessanta dai padri comboniani del Pime che hanno stravolto, nel silenzio della sovrintendenza, il precedente tetto a spiovente ricoperto da tegole e demolito il piccolo campanile che ospitava le cinque campane della chiesa, ora ospitate nella cupola loggiata a forma ottagonale.
COSA AMMIRARE DALLA TERRAZZA DELLA CHIESA
Da questo camminamento, come dalla terrazza, si possono ammirare i monumenti e le chiese del centro storico di Catania, a partire dal chiostro del convento di San Giuliano, ora cortile della Cgil. Seguono, in un percorso a 360 gradi, gli edifici del rettorato e dell’Università, le cupole della Cattedrale e della Badia, le chiese della Collegiata e di San Francesco all’Immacolata dietro la quale, a distanza, si erge la sagoma del castello Ursino.
E ancora la magnifica via dei Crociferi vista dall’alto con le chiese di San Benedetto, San Francesco Borgia e il convento dei Gesuiti. Sullo sfondo dell’arco delle benedettine. Da questo livello è possibile vedere come la facciata della chiesa di San Giuliano, per accelerare i tempi di costruzione, sia stata realizzata dopo, e collegata al corpo centrale da un tetto a doppio spiovente. E ancora la cupola di San Nicolò all’Arena, il convento dei padri Camilliani ai Crociferi, futura sede del museo di città e del museo egizio, la chiesa di San Michele ai Minoriti, la facciata di palazzo del Toscano, le grandi palme del giardino pensile di palazzo Manganelli, e, in lontananza, il cupolino ottagonale di Santa Maria dell’Ogninella e il retro del maestoso volume del Teatro Bellini.
LO STILE BAROCCO DELLE CHIESE
In soli 200 metri si ha la presenza di ben 4 chiese (con relativi tre monasteri e un collegio) che in così poco spazio permettono di visitare un concentrato di edifici con imponenti facciate barocche che permettono di immergersi completamente nel tipico barocco siciliano. Per le sue caratteristiche Via Crociferi nel 2002 è stata aggiunta nella World Heritage List dell’Unesco. La Via dei Crociferi è riconosciuta Patrimonio Unesco per la ricchezza del barocco delle sue chiese e dall’epoca greco-romana fino ad oggi caratteristica principale è stata quella di luogo di culto.
Accomunate dal loro stile barocco, troviamo la Chiesa di San Benedetto, quella di San Giuliano ed il convento dei Gesuiti, presto succursale del Museo Egizio di Torino.
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