BOLOGNA: Percorso Enogastronomico e dello Shopping
Bologna è celebre per l’innata ospitalità e simpatia della popolazione, tanto da essere vista come una delle città più cordiali e piacevoli d’Italia. Non sfuggono a questa regola i negozianti, depositari dell’antica affabilità dei commercianti di una volta. Oltre alla simpatia, ai clienti delle botteghe bolognesi viene offerta anche una notevole varietà di articoli, prodotti e prelibatezze.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, la città vanta da sempre, tra le altre, antiche tradizioni nella moda; tant’è che le vie dello shopping bolognesi sono disseminate di eleganti botteghe artigianali che realizzano calzature e raffinati abiti su misura. Non mancano, tuttavia, soprattutto nelle vie del centro, gli atelier e le boutique dei più importanti marchi della moda italiana e internazionale, accostati ai colorati banchetti del mercato a cielo aperto. Per chi, invece, si aggira per la città alla ricerca delle prelibatezze della sua incredibile cultura culinaria “Bologna la grassa” non ha bisogno di presentazioni: tortellini, lasagne, tagliatelle, passatelli, torta di riso, certosino sono solo alcuni degli innumerevoli piatti che si possono assaporare nella città felsinea. Non è facile trovare nel tessuto cittadino dei luoghi che possano da soli rappresentare le specialità enogastronomiche, poiché tutta la città è intrisa di questa cultura del cibo e dell’abbondanza. Come disse Ippolito Nievo “a Bologna si mangia in un anno quello che a Venezia si mangia in due, a Roma in tre, e quanto basta per cinque anni ai torinesi e per venti ai genovesi…”.
Da Piazza Maggiore, guardando San Petronio sulla sinistra, si entra nel Quadrilatero: un reticolo di strade i cui nomi richiamano alla mente le vecchie congregazioni professionali: via Pescherie Vecchie era deputata alla compravendita del pescato, via Caprarie prende il nome dalle antiche macellerie di carne di pecora e capra, in via delle Clavature avevano sede i fabbri (le clavature erano le serrature), e infine via delle Drapperie, a testimonianza della congregazione dei tappezzieri. In queste caratteristiche stradine si può acquistare qualsiasi prelibatezza, oltre a pezzi d’artigianato di pregio e gioielli.
Dall’epoca romana qui si trova il così detto “Mercato di Mezzo”: ancora oggi tra banchi e negozi sono in vendita prodotti tipici, frutta, verdura e formaggi. Vi si possono trovare inoltre alcune delle drogherie più rinomate e antiche di Bologna in cui acquistare le specialità tradizionali.
Al centro del Quadrilatero, in Via Clavature, svetta il Santuario di Santa Maria della Vita, la cui cupola è visibile da Piazza Maggiore sopra Palazzo dei Banchi. All’interno si ammira il celeberrimo “Compianto su Cristo morto”, uno dei più vigorosi ed espressivi capolavori della scultura del Quattrocento, modellato da Niccolò dell’Arca (l’artista della cimasa dell’arca di San Domenico, vedi Percorso Classico). Al primo piano dell’edificio annesso alla chiesa, da vedere il prezioso Oratorio.
Uscendo dal Quadrilatero da Via Caprarie si arriva davanti alla Loggia della Mercanzia. In Piazza della Mercanzia ha sede la Camera di Commercio di Bologna. Qui l’Accademia Italiana della Cucina e l’associazione Confraternita del Tortellino hanno depositato a partire dagli anni 70 le ricette ufficiali di alcuni piatti tipici presso la Camera di Commercio di Bologna, tra le quali si trovano il Ragù Bolognese, le Tagliatelle e come già indicato precedentemente il Tortellino.
Si ritorna in Piazza Maggiore. Da qui si arriva, passando sotto il Pavaglione, all’ingresso del Museo Civico Archeologico.
È stato scelto questo luogo per raccontare la storia della Mortadella perché nel Museo è conservata una stele di epoca romana rappresentante un mortarium, attrezzo che fin dall’antichità era utilizzato per fare la mortadella.
Ulteriore prova storica della nascita (fin dai tempi dei romani) di questo prezioso prodotto bolognese sono gli scritti di Plinio, che racconta la gioia di Augusto, di passaggio a Bononia, nel gustare questo nuovo salume. La prima documentazione scritta sull’amalgama esatta è probabilmente quella del gastronomo Cristoforo Messisbugo nel 1557. Al 1661 risale la denominazione “Bologna”, anno in cui il cardinal Farnese pubblicò nella città felsinea un bando che codificava la produzione del salume, anticipando, in un certo senso, l’attuale disciplinare.
Ritornando in Piazza Maggiore e prendendo Via Ugo Bassi, si percorre la via fino quasi all’incrocio con Via Marconi: qui si trova sulla destra l’entrata del Mercato delle Erbe, una vera babele di banchi e bancarelle. Ogni forma di ghiottoneria può essere qui acquistata a un buon prezzo.
Usciti dal Mercato delle Erbe si attraversa Piazza Malpighi e da qui si imbocca Via del Pratello.
Qui, e lungo le contigue vie Pietralata e San Felice, si trovano molti locali e qualche osteria, alcune delle quali, sopravvissute al cambiamento dei tempi e delle abitudini dei bolognesi, sono rimaste com’erano una volta in tutta Bologna.
Da Via del Pratello si torna in Piazza Malpighi e da qui si raggiunge Via Indipendenza. La via è una delle strade più vissute della città, caratterizzata da negozi d’abbigliamento e di scarpe, da negozietti artigianali, ma anche grandi catene commerciali. Percorrendola quasi tutta, si arriva a Piazza VIII Agosto di fronte al Parco della Montagnola. Qui, ogni venerdì e sabato, ha luogo il più grande mercato della città, una vera e propria kasbah dove è possibile trovare davvero tutto quello che si sta cercando: Il Mercato della Piazzola. In questo particolarissimo mercato, paragonabile a Porta Portese e a Portobello, si possono trovare vestiti vintage o usati, bancarelle d’indumenti nuovi, grandi firme, scarpe di ogni genere e artigianato di qualità.
Percorrendo Via Indipendenza sull’altro lato, potendo così guardare tutte le vetrine dell’altro lato della via, si torna fino a Piazza Maggiore per poi tuffarsi nelle vie più lussuose dietro la piazza fulcro di tutti gli itinerari. Vero e proprio tempio dello shopping, a due passi Piazza Maggiore, sono le aree circoscritte da Via Rizzoli, Via D’Azeglio, Via Farini e Via Castiglione. La via più elegante è senz’altro Via D’Azeglio, trasposizione delle rinomate Via Condotti a Roma e Via Montena poleone a Milano. Divenuta isola pedonale, è una delle zone più ricercate ed esclusive della città. Altro luogo del lusso è la Galleria Cavour che ospita esclusivi atelier e sfarzose boutique. Assolutamente da non perdere anche gli eleganti negozi di Corte Isolani, antica coorte medievale che ospita numerosi negozi di design, d’arredo oltre alle rinomate gallerie d’arte. In realtà in queste calli si possono trovare meravigliose sorprese: le botteghe dei maestri liutai. Dalle loro mani sapienti prendono forma liuti, viole, violini, chitarre, contrabbassi e ocarine. Inoltre qui i pianoforti, vengono accordati, restaurati e rigenerati. La scuola dei liutai bolognesi prende nasce parecchi secoli addietro e, su tutti, il mastro va ricordato il maestro Otello Bignami.
Per chi vuole inerpicarsi fuori porta sui colli che sovrastano la città, nota con meraviglia una distesa a perdita d’occhio di vigneti. Non può essere consumato un buon piatto di tagliatelle al ragù se non è accompagnato da un buon bicchiere di vino.
I colli bolognesi sono, infatti, da sempre coltivati a vite. Vitigni, autoctoni e non, come il Pignoletto, il Pinot Bianco, il Riesling Italico e il Barbera rappresentano le varietà più diffuse. Gli innumerevoli vini DOC e DOCG prodotti a Bologna e provincia, lungo la Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” tra Modena e Bologna, non hanno nulla da invidiare, per qualità e varietà, ai più famosi cugini toscani. Tra i vini sicuramente sono da ricordare e, soprattutto da provare, il Colli Bolognesi Pignoletto superiore, il Colli Bolognesi Pignoletto spumante e Colli Bolognesi Riesling italico.
Ultimamente sono stati prodotti anche dei Cabernet Sauvignon piuttosto corposi e strutturati che ricordano per caratteristiche organolettiche addirittura l’Amarone.
Sull’altro versante, andando verso est, si può percorrere la Strada dei Vini e Sapori “Colli d’Imola” attraversa luoghi unici e incantevoli, in cui si fondono storia e bellezze naturali. Ma è soprattutto la ricchezza delle tradizioni e della cultura enogastronomica a conquistare il viaggiatore, accompagnato in un percorso alla scoperta della buona tavola. Il paniere dei prodotti della Strada comprende vini di qualità, dai DOC Colli d’Imola, Sangiovese in testa, all’Albana DOCG di Romagna che si accompagnano a prodotti IGP come la nettarina e la pesca di Romagna, i marroni di Castel del Rio, lo scalogno di Romagna, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, e “Tradizionali” quali l’albicocca della Val Santerno, il Pecorino del pastore e la celeberrima piadina romagnola, solo per citare i più rinomati. L’itinerario si snoda tra le valli dei fiumi Santerno, Sillaro e Sellustra e coinvolge i territori comunali di Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Medicina, Ozzano dell’Emilia.
L’ultima nata, in ordine di tempo, è la Strada dei Vini e dei Sapori “Appennino Bolognese”. La strada permette di scoprire i prodotti del paniere di “Montagna Amica”: carni, salumi, formaggi, frutti del bosco, miele, vini e prodotti da forno. Fragrante di forno e profumato di legna di bosco, il gustoso pane montanaro locale, per la sua alta qualità e il valore tradizionale e culturale, è diventato il prodotto simbolico che rappresenta i sapori tipici di queste terre di montagna. Questo pane si fa protagonista di un itinerario turistico-culturale-gastronomico, la Via del Pane della Montagna Bolognese. Alla base c’è l’idea di recuperare e valorizzare la coltivazione biologica dei cereali diffusa nell’area appenninica bolognese, attraverso la qualificazione dell’intera filiera, dal campo alla tavola.
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