L’ODEON A CATANIA
Odeon deriva dalla parola greca Ωδείον, utilizzata per indicare una costruzione destinata a gare musicali (a sua volta dalla parola ode, cioè canto). I dati più recenti sono concordi nell’indicare un primo periodo di utilizzo dell’Odeon di Catania risalente all’età antonina (II sec. d.C.).L’Odeon di Catania è situato nel centro storico della città etnea, accanto al Teatro romano. Risalente al II secolo d. C. A pochi passi dal Teatro greco-romano troviamo l’Odeon, che in epoca romana aveva la funzione di ospitare concerti e spettacoli danzanti. Di forma semicircolare, si trova ad un livello leggermente rialzato rispetto al Teatro. Poteva ospitare un ristretto numero di spettatori. Tutt’oggi la struttura è utilizzata per gli spettacoli estivi.
L’ODEON A CATANIA
Durante l’Impero Romano solo le città più importanti si potevano permettere il lusso di avere oltre al Teatro, all’Anfiteatro e, al Circo, un Odéon; Catania era una di queste.
Solitamente collocato nei pressi del Teatro l’Odéon dai romani chiamato Theatrum Tectmum in quanto provvisto di copertura serviva per l’ascolto della musica e delle poesie, era quindi il luogo dell’ascolto erudito e, pertanto riservato ad un pubblico selezionato.
Se il teatro poteva contenere diecimila spettatori, l’Odéon al massimo ne poteva contenere duemila, lo spazio destinato al pubblico era diviso per ceto sociale, era distinto in ”ima”, ”media” e ”summa cavea”, in cui prendevano posto rispettivamente i ceti dei rango senatorio (in prima fila) e di rango equestre, le categorie intermedie, e la plebe. Sorgeva come in altre città nei pressi del teatro ma mentre quest’ultimo poteva contenere 10.000 spettatori, l’Odeon poteva accoglierne solo 2000. Segno che si trattava di spettacoli d’élite, musica e poesia, insomma di un ascolto erudito.
L’Odéon di Catania è situato nel centro storico della città etnea, accanto al Teatro Romano. Risalente al II secolo d.C., vi venivano rappresentati spettacoli musicali e di danza, oltre a svolgersi le prove degli spettacoli che si tenevano nel vicino teatro. Ancora oggi è utilizzato per spettacoli estivi.
La costruzione semicircolare, avente una capacità di circa 1500 spettatori, è caratterizzata da diciotto muri che formano cunei stretti e lunghi all’interno dei quali ci sono diciassette (ne restano sedici) vani coperti; l’orchestra è pavimentata in marmo.
LA STORIA DEL MONUMENTO
L’Odeon, situato a pochi passi dal Teatro, sempre del II secolo d.C., in epoca romana aveva presumibilmente la funzione di ospitare concerti e spettacoli danzanti. La sua forma è semicircolare ed è posta più in alto rispetto al teatro. Con una capienza notevolmente inferiore di spettatori è caratterizzato da diciotto muri che si allargano fino a formare cunei stretti e lunghi all’interno dei quali sono stati ricavati diciassette, ma ne restano sedici, vani ricoperti a volta, l’orchestra è pavimentata in marmo. Ancora oggi la struttura è utilizzata per le rappresentazioni di spettacoli estivi
Costruito tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, probabilmente in occasione della visita dell’imperatore Adriano, quando per l’occasione anche gli altri monumenti vennero completati, o adornati con statue e decori, la sua copertura era affidata a robuste tele sostenute da funi. Non si è certi se l’Odéon romano di Catania avesse copertura stabile, ma, cosi come nei teatri si ipotizza che venisse coperto con una tela robusta sorretta da funi.
Dopo il terremoto del 1693 che distrusse il Val di Noto, a ridosso dell’Odeon e sfruttando spesso gli stessi materiali della struttura, furono costruite casupole misere che andarono degradandosi sempre di più. In seguito agli ultimi lavori di scavo e restauro, è stato allestito un Antiquarium Regionale del Teatro Romano, all’interno di un edificio settecentesco costruito dopo il terremoto del 1693. Sul lato ovest dell’edificio si trova l’Odeon, un teatro più piccolo, pure di epoca romana.
Generalmente coperto, ha una conformazione simile al teatro ma di dimensioni ridotte e poteva ospitare circa 1500 persone. Si accedeva all’interno tramite un corridoio centrale (parodos) e una scalinata mentre i restanti vani aperti all’esterno sono stati riutilizzati nel corso del tempo principalmente come botteghe, infatti erano stati murati. Purtroppo, così come è stato per il teatro, ancora oggi a causa degli edifici moderni non è semplice accertare le caratteristiche geometriche e spaziali dell’orchestra.
LE CARATTERISTICHE DELL’ODEON
- L’Odeon (piccolo edificio destinato all’esecuzione di musiche e di danze) si trova a ovest del grande teatro. E anch’esso soffocato dalle alte costruzioni che invadono interamente la scena e che oggi sono utilizzate per sorreggere il fondale dipinto che viene innalzato durante le manifestazioni musicali estive.
- La collocazione di un teatro e di un odeon è presente anche in altre città greche e romane; la differenza tra le due strutture consiste principalmente nel fatto che l’Odeon era fornito di una copertura.
- L’orientamento del piccolo edificio è uguale a quello del teatro e cioè verso l’attuale via V. Emanuele; differisce, però, il livello della costruzione, infatti l’odeon si trova all’altezza della parte più alta del teatro e cioè la sommità della collina di Montevergine che costituiva l’acropoli di Catania.
- L’emiciclo dell’odeon è formato da 18 muri che si allargano fino a formare cunei stretti e lunghi all’interno dei quali sono stati ricavati 17 vani ricoperti a volta. L’uso o la funzione di questi vani, che furono restaurati negli anni Sessanta del nostro secolo, non sono ancora chiari.
- Il materiale da costruzione è costituito, per la maggior parte delle strutture, dalla pietra lavica; l’orchestra (e cioè lo spazio semicircolare tra la cavea e la scena) è, come si può ancora osservare, pavimentata in marmo. Come nel teatro si usarono i mattoni e il marmo che, accostati ai neri conci di pietra lavica, conferivano alla costruzione la tipica policromia dei monumenti catanesi.
- La cavea è interamente costruita e rivestita con pietra lavica alternata a ricorsi orizzontali in mattoni rossi che conferiscono all’insieme solidità strutturale.
- L’orchestra, della quale rimangono cospicui resti, è rivestita con marmi a grandi lastre chiare sagomate, dopo il disastroso terremoto del 1693, che colpì il Val di Noto, la ricostruzione di Catania non tenne conto delle preesistenze architettoniche anche se importanti, e i nuovi edifici furono costruita ridosso ed anche sfruttando le preesistenze. L’odeon ospitò casupole misere, e la cavea fu spogliata della pietra e del rivestimento delle sedute.
- L’Odeon, capace di contenere fino a 1500 spettatori, era dedicato a spettacoli musicali, alla danza, al canto e forse veniva usato anche per le prove degli spettacoli che si tenevano nel vicino teatro.
- All’esterno si caratterizza per una successione continua di aperture ad arco con un raro elemento architettonico: un architrave retto in blocchi squadrati in pietra lavica posti più in basso dell’imposta dell’arco, privo di una funzione portante e quindi elemento decorativo di straordinaria originalità.
IL RESTAURO DELL’ODEON
Il rinvenimento dell’area archeologica del Teatro e dell’Odéon, comportò nella prima metà del secolo scorso un lento e difficile restauro per la insistenza degli edifici settecenteschi sulle aree monumentali e, in seguito la loro gestione mal si è curata del loro decoro.
Nella prima metà del secolo scorso fu avviato un lento e difficile restauro. Per alcuni anni, alla fine del secolo, il monumento ha ospitato, nella stagione estiva, concerti di musica da camera di alto livello. Poi è tornato tra i “silenti” monumenti poco visitati e poco conosciuti della città. Già nell’800 si studiava la struttura dal punto di vista storico e archeologico; nel 1827, infatti, si avanzò l’ipotesi di attribuire la fase iniziale ad epoca greca e quindi metterlo in correlazione con la prima fase del teatro adiacente.
Gli studi successivi sono stati concordi nell’indicare una datazione più tarda, di epoca romana. F. Ferrara (1829) puntualizzò la funzione come edificio destinato alle audizioni vocali, il Duca Serradifalco redisse una descrizione dei resti visibili e F. Paternò Castello (1847) concentrò particolare attenzione ai materiali edilizi utilizzati individuando la pietra lavica visibile sulle volte e legate alla malta.
Tra il 1992 e il 1997 l’Odéon Romano di Catania visse un periodo di grande fermento culturale, grazie alle iniziative del presidente della provincia dei tempi, e dei suoi successori. Previa un’attenta messa in sicurezza degli edifici prospicienti ed il riordino delle loro facciate, nonché l’integrazione di quelle parti mancanti della cavia che, hanno restituito forma e valore ad un monumento di cui, in effetti rimangono solo pochi resti significativi.
In tutti quegli anni l’Odéon è tornato a rivivere come per magia nella stagione estiva, ospitando ancora una volta la musica da camera di altissimo livello internazionale, con i più valenti concertisti e cantanti. Dopo una ultima stagione quella del 1997 l’Odéon Romano è tornato lentamente a riprendere il suo posto tra i silenti monumenti poco visitati e poco conosciuti del ricco patrimonio catanese.
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