IL PALAZZO GIOENI A CATANIA
Tra tutti i palazzi di uno splendido barocco di via Etnea, arrivando in Piazza Università e precisamente tra il Palazzo Giuliano e il Palazzo la Piana, sorge un gioiello di barocco siciliano, il Palazzo Gioeni. Il Palazzo Gioeni è situato in via Etnea, all’angolo nord-est di piazza dell’Università.
È stato costruito nel 1743, in stile barocco siciliano, probabilmente dall’architetto siculo Giovanni Battista Vaccarini. Era il palazzo di una ricca famiglia patrizia alla quale apparteneva il noto vulcanologo e naturalista italiano, Giuseppe Gioeni d’Angiò. Egli rappresentò un’importante figura per la città e in suo onore fu realizzata l’Accademia Gioenia, associazione di studi sui fenomeni naturali.
UN PO’ DI STORIA
Dopo il terremoto del 1693 che distrusse Catania con i suoi 2500 anni di storia, uccidendo la metà della popolazione del tempo, un duca palermitano Giuseppe Lanza ripensò e ricostruì la città con grande maestria e visione del futuro. Successivamente un giovane architetto palermitano Giovanni Battista Vaccarini, trasformò le facciate di chiese e palazzi abbellendole con il barocco siciliano.
Una delle opere da lui progettate fu proprio Palazzo Gioeni costruito nel 1743. Il Palazzo Gioeni fu la residenza di una famiglia patrizia facoltosa, della quale faceva parte un famoso naturalista e vulcanologo del tempo, il duca Giuseppe Gioeni D’Angiò. Figura di rilievo per la città, tanto da dedicargli l’Accademia Gioenia delle Scienze.
Nei secoli XVIII e IX ha ospitato personaggi illustri del mondo della cultura e della scienza. Tra gli ospiti più famosi Johann Wolfgang Goethe durante il suo famoso viaggio in Italia, di cui ne decantò lo splendore e la bellezza nelle sue opere.
A metà del 1900 l’interno del palazzo fu totalmente modificato, infatti fu eseguita una demolizione sostanziale, trasformandolo in un grande magazzino che ha ospitato varie catene di negozi famosi. Attualmente il palazzo ospita l’Accademia di Gioenia e gli uffici amministrativi dell’Università di Catania.
IL PALAZZO GIOENI A CATANIA
Il Palazzo Gioeni si trova sulla via Etnea a Catania ad angolo con la Piazza dell’Università. Il palazzo venne costruito nel 1743, molto probabilmente su progetto dell’architetto Gian Battista Vaccarini, in stile barocco siciliano. Venne commissionato dal duca Gioeni d’Angiò quale palazzo di famiglia, alla quale apparteneva anche Giuseppe Gioeni d’Angiò, alla quale è stata dedicata l’Accademia Gioenia, fondata nel 1824. L’ingresso principale si apre sulla piazza dell’Università ed è contornato da un ricco portale in pietra bianca, opera dello scultore Mario Rutelli, che dagli anni novanta è l’ingresso laterale del negozio Benetton. Nel 1966, quando venne ristrutturato il palazzo, prima di Benetton c’era l’UPIM, e prima ancora c’era Velis. Il palazzo venne ristrutturato intorno agli anni sessanta del XX secolo divenendo sede di un grande magazzino. Ricordiamo che questo palazzo è stato meta di figure illustri del XVIII e IX secolo, come lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe e il naturalista italiano Lazzaro Spallanzani.
LO STILE BAROCCO DEL PALAZZO GIOENI
Sede dell’Accademia Gioenia e di alcuni uffici dell’amministrazione centrale d’Ateneo, il “Palazzo Gioeni Asmundo” venne costruito nel 1743 in stile barocco siciliano, commissionato dal duca Gioeni d’Angiò quale palazzo di famiglia. L’ingresso principale si apre sulla piazza dell’Università ed è contornato da un ricco portale in pietra bianca (accesso uffici da via Fragalà) Il palazzo Gioeni d’Angiò era la residenza del duca Giuseppe Gioeni D’Angiò, che ne commissionò la realizzazione alla fine del Settecento.
Anche il progetto di questo edificio, posto sull’angolo nord-est di piazza Università in direzione della via Etnea, fu ideato dall’architetto Vaccarini.
In stile barocco siciliano, sono caratteristiche le decorazioni in pietra bianca poste sul portale d’ingresso e l’angelo di bronzo che sostiene lo stemma del Principe Gioieni, fondatore nel primo Novecento dell’Accademia Gioienia delle Scienze, nota al mondo accademico catanese per la validità scientifica delle sue pubblicazioni. Poco rimane dell’interno settecentesco, che fu completamente restaurato negli anni Sessanta e adibito all’uso commerciale.
Nell’atrio interno del Palazzo, un monumento di bronzo dei primi anni del Novecento, realizzato dallo scultore Mario Rutelli, celebra il duca d’Angiò Giuseppe Gioieni.
L’ARCHITETTURA DEL PALAZZO GIOENI
Il palazzo si sviluppa su quattro piani. Il frontale con le sei lesene in bugnato appoggiate su basi in pietra lavica e il portale dell’ingresso in pietra bianca composta da un arco semicircolare alla cui sommità vi è scolpito un volto umano e uno stemma, padroneggia su Piazza dell’Università. Sul fianco sinistro del portale sorge un piedistallo su cui è posta una statua di bronzo che raffigura un angelo che sorregge lo stemma di famiglia ideato dallo scultore Mario Rutelli.
Altra caratteristica della facciata la presenza di semi colonne in bugnato con punta a diamante, arricchite da capitelli compositi di colore bianco, poggianti su basi in volute e pietra lavica. Ad arricchire il portone principale sui lati si trovano 4 portali, due per lato, con archi a sesto ribassato.
Al primo piano risaltano quattro finestroni i cui balconi sono arricchiti da ringhiere in ferro battuto. Al secondo piano in corrispondenza del portale principale si trova un grande finestrone con balcone su cui vi sono delle mensole con teste di putti. A fianco ci sono due piccole colonne composte in pietra di colore bianco le quali reggono un timpano spezzato.
Alzando gli occhi verso l’ultimo piano del palazzo si notano quattro finestroni, due per ogni lato, con balconi in ferro battuto. Nella parte centrale della facciata vi è una finestra ovale che corrisponde con i mezzanini del secondo piano.
Completa la struttura un fregio elegante posto prima del cornicione. Sicuramente se nei vostri viaggi futuri avete previsto come meta Catania una visita a Palazzo Gioeni è consigliata ne apprezzerete la bellezza e la particolarità.
LA STRUTTURA DEL PALAZZO GIOENI
L’ingresso principale del palazzo (sulla piazza) è contornato da un lussuoso portale in pietra bianca, accanto al quale si erge un appariscente monumento di bronzo, creato dallo scultore italiano Mario Rutelli in memoria di G. Gioeni.
L’anno 1966 segna un grande cambiamento per questo palazzo, in quanto al suo interno è stata effettuata una demolizione, seguita da riedificazione, che ha permesso la creazione di un grande magazzino (prima UPIM e in seguito, dagli anni Novanta, Benetton). L’esterno della struttura è rimasto intatto, mentre dall’androne è stato rimosso un pregiato bassorilievo di marmo, probabilmente tolto da un sepolcro dedicato ad Annibale Gioeni dal fratello Ottavio.
LA DEMOLIZIONE E LA RIEDIFICAZIONE DEL PALAZZO
L’ingresso principale del palazzo si affaccia all’angolo nord-est di piazza Università. La costruzione fu avviata nel 1743, forse su disegno del Vaccarini. Policastro afferma che “il prospetto su via Fragalà fu liberato da antiche sovrastrutture manifestando un’altra facciata ben più antica, forse anteriore del 1693, ricca di decorazioni”.
Nel 1966, pur mantenendo integri i prospetti, il palazzo, nell’interno, fu demolito e riedificato per adattarlo alla nuova destinazione di grande magazzino (dal 15 ottobre di quell’anno ha ospitato l’UPIM e sul finire degli anni ’90 la Benetton). In occasione della trasformazione in magazzino, fu rimosso dall’androne un pregiato bassorilievo di marmo dedicato ad Annibale Gioeni, dal fratello Ottavio nel 1590, bassorilievo probabilmente tolto da un sepolcro. Sul prospetto è rimasto invece il monumento di bronzo che ricorda che nel palazzo nacque e morì Giuseppe Gioeni dei duchi d’Angiò (1747-1822). Ospite dello scienziato, “principe dei naturalisti“, fu nel 1787 Wolfango Goethe al quale Gioeni sconsigliò di arrampicarsi fino al cratere dell’Etna. E l’anno appresso fu Lazzaro Spallanzani a salire le scale di quella dimora patrizia per ammirare “la collezione del cav. Gioeni con le produzioni più curiose e più interessanti del mare siciliano e con esemplari di corpi vulcanici.
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