LE MISTERIOSE LEGGENDE DEL LIOTRU A CATANIA
Oggi ho deciso di dedicare un intero articolo alle misteriose leggende dell’elefante simbolo di Catania raccontando alcune leggende che lo riguardano. Curiosamente, se il simbolo di Catania è un elefante, lo si deve alla statua situata oggi in Piazza Duomo (e non viceversa!) che raffigura appunto il pachiderma.
In verità, non sentirete mai un catanese definire elefante né l’animale raffigurato nella suddetta statua né la sua rappresentazione come emblema della città. Per noi, il simbolo di Catania ha un nome preciso: “Liotru“.! Il centro di Catania è occupato da un mastodontico elefante in pietra lavica protagonista di una serie di leggende che raccontano il passato di questa bella e calda città. La città non solo prende il nome da “Katà Aitnen” ovvero “sotto l’Etna”, ma anche da “Balad al Fil” ovvero, città dell’Elefante.
L’ELEFANTE DI CATANIA, UN MISTERO PER TUTTI
L’Elefante di Catania è in realtà un mistero per tutti. Storici, archeologi, storici dell’arte. Nessuno saprebbe dire da quando esso si trovi nella città. Forse ci è nato; forse no.
L’unica certezza è che esso è stato battezzato dai catanesi – costume tipico a Catania, dare nomi agli elementi urbani – e prende nome di Liotru, dai glottologi tradotto in Eliodoro. Come mai?
Eliodoro, narra la tradizione, era una personalità molto particolare della città dell’ottavo secolo. Costui diede i voti per diventare prete e in seguito vescovo della città, ma gli fu negata qualsivoglia attività religiosa poiché accusato di negromanzia: pare infatti che costui praticasse la magia nera insegnata nientemeno che dagli Ebrei. L’Eliodoro della leggenda poi, usava le sue arti magiche per disturbare la quiete non solo della città, ma anche dell’Impero, apparendo a cavallo dell’elefante di pietra a Costantinopoli e, inseguito dalle guardie imperiali, sparendo sotto gli occhi interdetti di tutti beffandosi così delle istituzioni.
Eliodoro, nome che riflette le antichità pagane (si racconta che fosse figlio di patrizi barbari), invidioso di Leone, usava le sue arti magiche per disturbare le funzioni religiose del suo antagonista, mutando – nell’apparenza – l’aspetto dei fedeli in preghiera e insultando pubblicamente il vescovo, da lui indicato come incapace di controllare la sua comunità. Leone non si fece intimorire, ma afferratolo per il collo lo condusse in una fornace accesa nel “luogo che prende il nome di Achille” e di Eliodoro non rimase che cenere. Su tale luogo si è supposto si possa trattare delle omonime Terme romane, situate sotto la Cattedrale Normanna, dove un tempo era ricavata una cappella forse bizantina.
LE MISTERIOSE LEGGENDE SUL LIOTRU
Tante leggende ruotano attorno alla statua dell’elefante nero di Catania, alcune di origine storica, altre da considerarsi leggende popolari. Il termine “Liotru” pare che sia una storpiatura del nome Eliodoro, un mago dell’epoca (VIII secolo D.C.) che si contrappose alla chiesa e in particolare al vescovo di Catania San Leone detto il taumaturgo.
LA PIAZZA DEL DUOMO È IL CENTRO DEL CENTRO STORICO CATANESE
Al centro della piazza è situata la fontana dell’elefante “O Liotru”, con la statua dell’elefante in pietra lavica i cui occhi guardano dritti verso la Cattedrale di Sant’Agata, “a Santuzza”, la Santa più amata e venerata dai catanesi. Non si sa con esattezza né quando il Liotru sia stato scolpito né da chi: le ipotesi più accreditate suggeriscono che risalga al periodo della dominazione cartaginese della Sicilia, alcuni secoli prima della nascita di Cristo. La fontana dell’Elefante è una opera monumentale realizzata tra il 1735 e il 1737 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini, collocata al centro della Piazza del Duomo di Catania. Il suo elemento principale è una statua di basalto nero che raffigura un elefante, chiamato comunemente “U Liotru”, considerato l’emblema della città di Catania.
Tanti aneddoti ruotano attorno alla statua dell’elefante, alcuni di origine storica, altri da considerarsi leggende popolari.
Il termine “Liotru” pare che sia una storpiatura del nome Eliodoro, un mago dell’epoca (VIII secolo D.C.) che si contrappose alla chiesa e in particolare al vescovo di Catania San Leone detto il taumaturgo Pare che, ai miracoli del vescovo, Eliodoro contrapponesse i suoi poteri di natura esoterica Secondo la leggenda Eliodoro fu bruciato vivo all’interno di una fornace, bloccato proprio dal vescovo San Leone.
La leggenda narra che la statua fosse stata scolpita dallo stesso Eliodoro e pare che il mago addirittura la cavalcasse per girare tra le vie di Catania durante la notte.
Una splendida dicotomia, ovvero una targa in onore ad Eliodoro, mago avversato e bruciato dal clero, applicata proprio su questa statua che guarda verso la chiesa. Il sacro e il profano posti l’uno di fronte l’altro.
I MITI DELL’ELEFANTE: LIOTRU
Il Liotru (chiamato anche, più raramente, Diotru) dovrebbe il suo appellativo alla storpiatura del nome Eliodoro. Questi, secondo le leggende popolari, sarebbe stato un nobile catanese che avrebbe tentato, senza successo, di diventare vescovo della diocesi. Caduto in disgrazia, sarebbe diventato apostata e considerato «discepolo degli Ebrei, negromante e fabbro di idoli». Si sarebbe opposto al vescovo Leone II il Taumaturgo, che lo avrebbe quindi condannato ad essere bruciato vivo nel Forum Achelles.
Questo fantomatico personaggio sarebbe legato all’elefante perché una leggenda narrava che fu lui il suo scultore e che addirittura fosse solito cavalcarlo per spostarsi da Catania a Costantinopoli. Sempre secondo la leggenda, il vescovo Leone avrebbe fatto portare la statua fuori dalle mura per farla dimenticare, ma il popolo le avrebbe ugualmente tributato degli onori divini. Tuttavia, tutte le avventure di tal Eliodoro e relativo legame con l’elefante in pietra, sono da considerarsi mera invenzione.
LA LEGGENDA DELL’ELEFANTE
Il legame tra Catania e il liotru è molto antico. Un’antica leggenda narra di un elefante che avrebbe cacciato degli animali feroci durante la fondazione di Kατάvη. Sotto la dominazione musulmana, la città era conosciuta con il nome di Balad-el-fil o Medinat-el-fil, cioè “città dell’elefante”.
Il Liotru è diventato simbolo ufficiale della città solo nel 1239: prima di allora, l’emblema cittadino era l’effigie di San Giorgio. I catanesi decisero di cambiare, in seguito ad una serie di rivolte, per poter passare da semplice dominio di un vescovo-conte a città demaniale. Dopo aver fallito nei moti del 1195, 1207 e 1221, il successo arrivò con la concessione ufficiale firmata da Federico II. La prima “uscita ufficiale” del nuovo simbolo avvenne in occasione di una seduta del Parlamento a Foggia, nel 1240. Successivamente, il pachiderma è stato inserito nello stemma comunale, in quello della provincia e dell’università. Oggi è la mascotte delle principali società sportive locali, tra cui il Calcio Catania e l’Amatori Catania.
LA FONTANA DELL’ELEFANTE
Contrariamente alle fantasiose versioni della vulgata non solo popolare, la statua dell’elefante simbolo della Città di Catania è il gnomone della meridiana posta al centro della Piazza Duomo. Il monumento è misuratore del tempo con la luce del sole ed è quindi “eliotrico”, in dialetto catanese diventato “liotru”. Dopo il terremoto del 1693, la ricostruzione di Catania coincise con il periodo di maggior diffusione delle meridiane in Sicilia e in altre parti del Sud Italia. Carlo Maria Carafa, principe di Butera, ritenuto il più illustre “gnomologo”, esperto di costruzione di meridiane di quel periodo. Non è escluso che abbia partecipato alla realizzazione della meridiana catanese di Piazza Duomo.
Secondo il viaggiatore di fine Settecento Jean Houel “l’obelisco è egiziano; è fatto di granito e coperto di geroglifici. Secondo una nozione diffusa a Catania, fu messo in una pubblica piazza perché servisse da stilo, o da gnomone, per indicare l’ora con la sua ombra proiettata su di un quadrante tracciato a terra.
LE MAGICHE LEGGENDE
«Quannu fu l’abitazioni di Catania, tutti l’animali assartavanu la città, e nisceru lu Diotru, e comulu purtavunu pi li strati tutti scappavunu. E perciò cci ficiru la statua e dda ristau». Secondo questa antica leggenda, raccolta e trasmessa da Giuseppe Pitrè, ai tempi della fondazione della città, questa venne assalita da feroci animali e salvata da un elefante, a cui gli abitanti dedicarono una statua in segno di riconoscenza.
Un’altra leggenda narra che il nome liotru derivi dal nome Eliodoro, il mago che, non essendo riuscito a diventare vescovo di Catania, decise di dedicarsi alla stregoneria. Si pensa che egli abbia creato l’elefante di pietra come talismano per proteggere la città e che lo cavalcasse grazie alle sue potenti magie. Un giorno, il vescovo della città Leone II il Taumaturgo, irritato dai dispetti di Eliodoro durante le sacre funzioni, lo condannò al rogo: in una prova della santità del suo operato, egli stessi salì sulla pira insieme ad Eliodoro. Mentre il vescovo ne uscì incolume, il mago morì arso dalle fiamme all’interno delle terme Achilliane, al di sopra delle quali si trova il Duomo di Catania.
IL MISTERO DELL’INCREDIBILE SCOPERTA
Un credibile scoperta sulla città di Catania, guardando il centro storico dall’alto si nota che le vie del centro formano una figura densa di significato, resta da chiarire se si tratta di una fatalità o di un progetto degli antichi costruttori di Catania. Tutto è cominciato quando un giovane ha postato un video a dir poco sorprendente. Le immagini, mostrano dall’alto il centro storico etneo e fanno notare come alcune vie del centro formano una figura densa di significato per gli abitanti di questa città: la testa di un elefante.
Vedendo e rivedendo il filmato, il risultato non cambia ed effettivamente le immagini ci mostrano l’elefante simbolo di Catania. Adesso, quello che in molti si chiedono è se si tratta di una fatalità o del lungimirante progetto degli antichi costruttori di Catania. Complicato dare una spiegazione, dato che un percorso del genere, costituito da un alto numero di vie (di cui molte davvero piccole) non sembra creato ad arte, ma piuttosto si tratterebbe di un effetto ottico che si ha osservando questo luogo dal satellite e rafforzato dalla suggestione.
E poi, per quale ragione avrebbero dovuto ideare una struttura simile? Sappiamo con certezza che le vie principali del centro furono ricostruite sotto la supervisione di Giuseppe Lanza Duca di Camastra e dell’ingegnere militare Carlos De Grunembergh dopo il terremoto del 1693. All’epoca non esisteva alcun tipo di aereo. Quindi nessuno avrebbe potuto visionare dall’alto questa fantomatica figura e risulta impossibile pensare che gli architetti chiamati a ricostruire Catania abbiano avuto in mente di creare una struttura stradale simile. Ovviamente il mistero c’è e rimane, perché anche se si trattasse di qualcosa di casuale sarebbe comunque una coincidenza incredibile. Ora ci auguriamo che questa suggestione colpisca anche i tour operator e che si possa creare qualche percorso turistico ad hoc, permettendo ai turisti in visita alle falde dell’Etna di percorrere il tracciato dell’elefante, tra le vie più storiche e caratteristiche di Catania.
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