IL BASTIONE DEGLI INFETTI A CATANIA
A Catania i bastioni furono costruiti verso il 1500 per volere di Carlo V, imperatore di Spagna. In tutto fece costruire undici bastioni che servivano per difendere la città da eventuali attacchi nemici.
Le varie calamità naturali però distrussero i bastioni e parte delle mura che si univano a loro, tanto che rimase solo il bastione degli infetti.
Questo nome gli fu dato verso il 1576 quando Catania fu colpita dall’epidemia della peste e il bastione veniva usato come lazzaretto.
IL BASTIONE DEGLI INFETTI
Il Bastione degli Infetti si trova sulla collina di Montevergine, antica acropoli di Catania. Già Cicerone, parlando dei furti di Verre, definisce il tempio di Cerere, che doveva sorgere dove oggi troviamo i resti del Bastione degli infetti come tempio di gran culto.
Il Bastione degli Infetti fù costruito nel 1550, sotto il regno di Carlo V, è il più integro degli undici bastioni i cui venne munita la città a scopo difensivo (sette sono del tutto scomparsi, di quattro se ne intravedono dei frammenti limitati), ma non sono molti i catanesi che ne conoscono l’esistenza, essendo inglobato nel quartiere Antico Corso.
Il Bastione degli Infetti, uno degli 11 costruiti per volere di Carlo V, totalmente in pietra lavica, rimane chiuso al pubblico. Abbandonato.
Il Bastione degli infetti, di cui resta tutt’ora una parte vicino via Plebiscito, venne chiamato così perché, nel 1576, durante la peste, vi furono ricoverati i maschi di città. Fù costruito in pietra lavica da Carlo V.
Attigua al bastione era la torre del Vescovo, che nel 1370 le autorità cittadine donarono a don Antonio de Vulpone, vescovo di Milevi, perché benemerito della città. Alle sue spalle si apriva la contrada della Gurna di Anicito costituita da una valle, coronata di monti, dove d’inverno si raccoglieva l’acqua piovana formando un grande lago navigabile. Il lago viene colmato in sole 6 ore, e scompare, con la colata lavica del 1669.
IL BASTIONE FERMO’ LA LAVA NEL 1669
Quando ci fu l’eruzione lavica del 1669 questo bastione contribuì a preservare la zona, cuore storico e pulsante di Catania. Il Bastione degli infetti fermò la lava nel 1669. Si è in presenza di una fortificazione di rinforzo, simile al bastione del Tindaro, che rimane però in condizioni migliori di questo. In occasione dell’eruzione vulcanica, che distrusse parte della città etnea, quest’area della cinta muraria di Catania contribuì a deviare il corso della lava. La colata defluì lungo la zona periferica e Castello Ursino. Insieme al convento dei Benedettini, la parte più vecchia contribuì a preservare e custodire la zona più abitata della città.
L’ANTICO LAZZARETTO SULLE MURA DELLA CITTA’
Un tempo ospitò un lazzaretto dopo l’epidemia di peste che colpì Catania nel 1576. Il Bastione degli Infetti, da poco riqualificato, sorge sulla collina di Montevergine, antica acropoli della città. Con la Torre del Vescovo, faceva parte del sistema di fortificazioni a difesa dell’antico centro urbano, edificate all’inizio del XVI secolo per volere di Carlo V, dall’architetto Antonio Ferramolino: undici bastioni con sette porte d’accesso che proteggevano Catania. Cicerone racconta nelle Verrine che nel luogo dove oggi si trovano i resti del bastione, uno dei meglio conservati, sorgeva il Tempio di Cerere, luogo di culto e di pellegrinaggi. Oggi si estende su un’area di circa 1.800 metri quadrati nella zona dell’Antico Corso, nel cuore della città.
COSA RIMANE OGGI
Passando lungo Via Torre del Vescovo muore la dignità di un posto così prezioso per la storia di Catania. Inizia qui, infatti, il basamento roccioso in pietra lavica eretto secoli fa su ordine del sovrano Carlo V. Il bastione, adesso, è in totale abbandono. È visitabile all’interno, ma non è visibile dall’esterno perché circondato da costruzioni, alcune delle quali fatiscenti. Alcuni hanno utilizzato le mura perimetrali del bastione come mura portanti. E, tra l’altro, non è raro sentire il nitrire dei cavalli all’interno della struttura, dove probabilmente vengono tenute le bestie prima della macellazione.
Eppure il sito archeologico di via del Vescovo è un’attrazione segnalata in tutte le guide turistiche della città. La presenza dei cassonetti della spazzatura, però, lascia nel degrado una vista tanto importante. Tra sporcizia e rifiuti, muore la memoria e il valore storico-architettonico della città.
Lo scenario non cambia entrando. L’erba incolta cresce lungo il perimetro che le delimita la fortezza muraria. Tutto intorno, le case dell’antico corso quasi sovrastano il Bastione. Antiche, diroccate, ai limiti dell’agibilità. Creano una sorta di recinto che nasconde, marginalizza un bene così prezioso, ma sconosciuto a gran parte dei cittadini.
IL RECUPERO DEL MONUMENTO DEL BASTIONE DEGLI INFETTI
Il bastione degli Infetti è visibile arrivando in via Torre del Vescovo, questo nome perché nella zona del bastione sono presenti i resti della famosa Torre del Vescovo. Anche quest’ultimo faceva parte della difesa di Catania insieme agli altri bastioni e le mura.
Il recupero del Bastione degli Infetti avrebbe una duplice funzione: culturale, perché fa riemergere e dà valore a un bene che fa parte della storia cittadina; sociale, perché si donerebbe a un quartiere trascurato dalle istituzioni uno spazio di aggregazione per anziani e bambini e un luogo silenzioso e lontano dai pericoli e dal traffico.
Il bastione ha bisogno di limitati interventi al suo interno. All’esterno l’intervento consisterebbe nell’acquisizione di alcune casupole fatiscenti che andrebbero demolite per mettere in vista il bastione esterno, attualmente non visibile.
Da pochi anni, il bastione degli Infetti è stato ristrutturato e restaurato completamente. La richiesta di questa restaurazione è stata fatta dagli abitanti della città, dopo aver visto una delle zone più belle di Catania rovinata dal degrado. Volevano far risaltare le bellezze storiche della propria città, così da poter sfruttare al meglio tutte le risorse che Catania può offrire, e ci sono riusciti. Con il rinnovo del sito archeologico la città ha di nuovo preso vita e ora è ricca di turisti e viaggiatori che vogliono ammirare le bellezze storiche della città.
Oltre alla ristrutturazione delle parti decadenti, sono stati creati degli spazi collettivi come parchi o zone in cui organizzare eventi di ogni genere, come concerti e serate dedicate al teatro; oppure spazi in cui i bambini possono partecipare ad attività ludiche ed istruttive. Il bastione degli infetti insieme al resto delle mura si trova su una collina che all’epoca faceva parte delle zone che servivano a proteggere la città di Catania. La collina di Montevergine era la vecchia acropoli proprio della bellissima Catania.
Il monumento in mezzo alla natura assume una caratteristica ancora più rilevante, aggiungendo bellezza al luogo e attirando anche i turisti appassionati di passeggiate in collina.
Ora che conoscete il posto in cui si trova il bastione degli Infetti non avete più scuse per non visitare uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia, che hanno fatto la storia. Visitandola potrete regalarvi una bella giornata all’insegna della cultura con la famiglia e gli amici.
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