L’OTTO MAGGIO È LA GIORNATA MONDIALE DELL’ASINO
A una settima dalla giornata internazionale dei lavoratori, l’8 maggio si festeggia in tutto il mondo la Giornata Internazionale dell’Asino. Celebrazioni e iniziative sono previste in tutto il mondo. Gli asini si annoverano fra i più antichi animali domestici dell’uomo.
Come animali da soma e da sella, sono tutt’oggi dei preziosi aiutanti per le persone in molte parti del mondo. A livello globale, le organizzazioni per la protezione degli animali si impegnano a favore degli asini. Danno informazioni in merito alla natura degli asini e si battono affinché essi vengano detenuti in modo migliore.
L’OTTO MAGGIO È LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’ASINO
La giornata mondiale degli asini si festeggia di tradizione dopo la Festa dei Lavoratori. L’ 8 maggio sarà l’occasione per festeggiare anche loro, instancabili lavoratori che specie in passato sono stati fondamentali per tante dure attività e che condividono con noi molti aspetti ed eventi storici. L’otto maggio si celebra il “World Donkey Day”, ovvero la giornata mondiale dell’asino che per scelta viene festeggiata una settimana dopo la ricorrenza del primo maggio, la tradizionale festa dei lavoratori. Perché è questo che si vuole celebrare, l’asino come tradizionale strumento di lavoro che per secoli ha affiancato l’uomo. Questo splendido mammifero per anni è stato utilizzato come animale da traino e da carico per le sue note caratteristiche di robustezza e resistenza.
L’8 maggio ci celebra l’asino, animale da compagnia e da lavoro che nei secoli ha accompagnato l’uomo in tutte le sue necessità. L’asino non è solo un animale da lavoro. Chi ha mai avuto a che fare con questo splendido essere, sa che è affettuoso, docile e riconosce le persone. Oltretutto viene erroneamente considerato un minus del cavallo. Certo, la razza equina è senza dubbio più maestosa ed imponente. Ma l’asino è più utile per il trasporto. E non solo per la sua capacità di trascinare pesi con la sua possente muscolatura. Nelle strade di montagna è più utile il trasporto umano a ‘bordo’ di un asino che di un cavallo. Quest’ultimo è facilmente suscettibile a paura del vuoto e vertigini, ed in montagna potrebbe diventare pericoloso. Mentre l’asino non ha alcun timore, ed è amico fedele dell’essere umano.
L’asino è stato fatto nei secoli incrociare con il cavallo, creando una razza ancora più forte: il mulo. Che provenendo da due tipologie diverse di animali, è sterile. L’asino è un animale mansueto, prezioso e utile. Ma anche buono da mangiare, anche se, come già avviene ad esempio per la carne di cavallo, il suo utilizzo in cucina può far storcere il naso a qualcuno e mobilitare la protesta delle trincee animaliste. Eppure l’asino è sempre stato un protagonista della gastronomia italiana e non solo, con fortune alterne nella storia come già nella sua simbologia: spesso associato al maligno – lo era per gli egizi e per il Cristianesimo medievale, mentre per i greci fu simbolo di sfrenata lussuria – un’asina fu però scelta da Gesù per l’ingresso a Gerusalemme nella Domenica delle Palme.
COME NASCE LA GIORNATA MONDIALE DELL’ASINO
L’8 maggio ci celebra l’asino, animale da compagnia e da lavoro che nei secoli ha accompagnato l’uomo in tutte le sue necessità. Il promotore della giornata mondiale dell’asino è Alexander Aretz. Nato in Germania, si è trasferito da diversi anni in Spagna, dove da allora di impegna a favore degli asini. In occasione della giornata mondiale dell’asino, a Jalon, un paese in Spagna, si tiene ogni anno una festa che attira migliaia di visitatori.
L’ 8 maggio, si celebra la “Giornata Mondiale dell’Asino”. La data non è casuale. La festa dell’asino si celebra la settimana successiva al 1° maggio, la festa del lavoro. Perché è proprio questo che vogliamo celebrare: l’asino come compagno di lavoro ancestrale, animale fedele che ha sostenuto l’uomo nei secoli.
Lo scopo di questa giornata celebrativa è la rivalutazione dell’asino all’interno dell’agricoltura sociale, attività educative e ricreative come il trekking, come co-terapeuta all’interno di gruppi di lavoro e come “tosaerba ecologico” o giardiniere.
La Giornata mondiale dell’asino nasce da un’idea di Raziq Ark, uno scienziato che si occupa principalmente di biodiversità e in particolare degli animali del deserto. Circa dieci anni fa, Ark notò che nessuno celebrava l’umile asino per i suoi sforzi nell’aiutare le persone di tutto il mondo a migliorare la qualità della loro vita. In riconoscimento di tutto questo duro lavoro, Ark ha creato un gruppo di Facebook, raccontando le prove e le tribolazioni della specie in tutto il mondo. Alla fine, nel 2018 è stata lanciata con successo l’idea di organizzare una giornata mondiale dell’asino. Gli asini hanno avuto un ruolo essenziale nella storia umana. Ark dice che sono una “preziosa risorsa genetica e un grande dono della natura”.
PERCHE’ L’ASINO SI CELEBRA L’8 MAGGIO
La data dell’8 maggio come giornata mondiale per festeggiare l’asino non è casuale. Cade esattamente una settimana dopo la festa dei lavoratori, il primo maggio, a simboleggiare e riconoscere quanto il contributo dell’asino sia stato importante nei secoli per il lavoro umano. E l’asino è anche molto di più. È amico fidato da cui imparare. La sua vita è piena di lavoro ma fatto con lentezza, senza fretta. Purtroppo nel tempo, per motivazioni fuorvianti, l’asino è stato associato alla stupidità. Invece è il contrario. È un animale molto intelligente e molto riflessivo. E questa sua attesa nella riflessività e nel ponderare le situazioni lo fa sembrare poco reattivo. Erroneamente.
LA RIVALUTAZIONE DELL’ASINO
La giornata mondiale dell’asino, oltre che un momento per celebrare l’animale e ringraziarlo per il suo aiuto, è anche uno spazio per riflettere sull’utilizzo dei metodi naturali nell’agricoltura. Quale l’aratura a cavallo o con l’asino, che eliminerebbero le tracce di petrolio. Quindi l’asino non solo come amico ed aiuto, ma anche come simbolo di sostenibilità.
Oggi il lavoro dell’asino è stato in buona sostanza sostituito, almeno per quanto riguarda le attività agricole, dalle moderne tecnologie che lo starebbero mettendo a rischio di estinzione a patto che non si trovi il modo di perpetrarne l’uso nel tempo. E allora ecco la soluzione che viene proposta: rivalorizzare l’asino all’interno dell’agricoltura sociale impiegandolo nelle attività didattiche e ricreative (come il trekking someggiato), come co-terapeuti all’interno di gruppi di lavoro o, come è stato definito, come tosaerba ecologico.
Se da un lato in questo modo verrà data la garanzia alla sua specie di essere perpetrata nel tempo e di avere un nuovo ruolo all’interno delle attività umane con un approccio non più agricolo ma sociale (non dimentichiamoci che l’asino, ancora oggi, viene largamente utilizzato in fiere e palii di paese) dall’altro non si farà altro che considerare questi animali come oggetti, il cui unico scopo, ancora una volta, non è altro che esistere per le necessità e i bisogni degli esseri umani.
LA LENTEZZA E IL RAGIONAMENTO DELL’ASINO
L’asino ci insegna molto sulla gestione del tempo e ci insegna sulla lentezza, quella a cui non siamo più abituati. Molte persone liquidano gli asini come stupidi perché sono lenti e premurosi. Davanti a un torrente da guadare, l’asino non salta, si ferma. Lui ragiona. Riflette. Non sa se il fiume è profondo, ripido, l’acqua è fredda o troppo gelida. Non è sciocco, ma riflessivo. Si prende il tempo necessario per ragionare su di lui.
In realtà il problema spesso è nostro perché non sempre e non tutti riusciamo a stare fermi a pensare prima di parlare o agire, quindi interpretiamo la sua lentezza come segno di scarsa intelligenza.
Sostituire la costrizione e le azioni per pensare ed essere potrebbe essere una delle lezioni che ci dà il legame con un asino.
UNA PIACEVOLE GIORNATA PER GLI ASINI
L’t’asino dal pelo scompigliato, probabilmente non sa che, in passato, la giornata di oggi era nota e celebrata come la: « Festa dell’asino » . Siamo convinti del fatto che ogni giorno sia buono per festeggiare gli asini. Dopotutto, per oltre 7.000 anni hanno trasportato carichi per gli umani, quindi diamo loro un po’ di amore. Oggigiorno, più di 40 milioni di asini svolgono lavori pesanti in tutto il mondo, di cui 11 milioni solo in Cina. Tra i Cristiani del Medioevo, il 14 gennaio era noto come la « Festa dell’asino » o « Festa del somaro », riconoscendo l’importanza dei ruolo del quadrupede persino nella Bibbia. Infatti, la fuga in Egitto di Maria, Giuseppe e del loro neonato era solitamente raffigurata con Maria e suo figlio in groppa a un asino.
Quando, nei tempi barbari, si celebrava la cosiddetta festa dell’asino in ricordo della fuga in Egitto, il prete, anziché impartire la benedizione, faceva per tre volte il raglio dell’asino e i suoi devoti ripetevano fedelmente quei suoni a lui comprensibili, chi bene e chi male a seconda che fosse un buon o un cattivo asino. E non si trattava di un divertimento, ma di un atto sacro.
È stato al fianco dell’uomo per migliaia di anni, come amico, compagno di viaggio e di fatiche. E ancora oggi sono molte le persone che mantengono un saldo legame con lui. L’asino accompagna nelle passeggiate, insegna la pazienza, mette in discussione il mito della velocità.
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