LE ATTRAZIONI TURISTICHE DELLE GROTTE DELL’ETNA
L’Etna è una delle principali attrazioni turistiche di Catania. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, è uno dei pochi vulcani attivi al mondo, fonte di scenografiche eruzioni, negli ultimi anni mai pericolose per l’uomo, capaci di richiamare turisti desiderosi di ammirare da vicino questo grandioso ed affascinante spettacolo della natura.Già in fase di atterraggio sulla pista dell’Aeroporto Fontanarossa di Catania, non puoi non notarlo: l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, tra i corsi dei fiumi Alcantara e Simeto, domina con la sua mole l’intera Sicilia.
LE GROTTE DI ORIGINE VULCANICA
Tra le tante bellezze che contraddistinguono l’Etna, si devono menzionare le numerosissime grotte vulcaniche, le quali si sono formate nel corso delle colate laviche per effetto dell’increspatura della lava. Esse, vengono generate dalle eruzioni laviche che lasciano dietro di sé delle vere e proprie voragini nella terra (chiamate: grotte di scorrimento lavico).
Assolutamente degne di nota sono le grotte di origine vulcanica presenti nel Parco dell’Etna. La maggior parte di queste grotte sono cavità di scorrimento lavico formatesi in seguito all’ingrottamento della lava. Una loro caratteristica che li accomuna sono le stalattiti da rifusione (dette anche Denti di Cane), formatesi dalla sublimazione dei gas della colata e i rotoli di lava ai lati della stessa grotta di scorrimento.
La lunghezza di queste cavità è molto variabile, da poche decine di metri ad oltre un chilometro. Molte di queste grotte, con estensione orizzontale, sono visitabili facilmente. Visitando una grotta, è possibile comprendere alcune dinamiche e aspetti vulcanici davvero interessanti. Inoltre, in tempi antichi, gli uomini usavano queste grotte come luoghi di sepoltura, come luoghi sacri, e principalmente come luoghi in cui conservare la neve caduta durante l’inverno, per usarla in seguito nei periodi caldi come fonte di refrigerio.
LA FLORA E LA FAUNA NELLE GROTTE DELL’ETNA
Le eruzioni di Madre Etna, Vulcano “nato” 500mila anni fa, con le colate laviche hanno permesso nei secoli la creazione di un paesaggio unico nel suo genere. Qui si è sviluppata una vegetazione lussureggiante e un habitat ideale per numerose specie animali. Tale ambiente ipogeo è in grado di ospitare diverse specie faunistiche, dai protozoi, ai nematodi, agli artropodi fino ai vertebrati. Gli animali che vivono in questi luoghi vengono classificati in tre categorie. Se la loro presenza in grotta è piuttosto sporadica, si tratta di troglosseni. Gli organismi troglofili, sono organismi con presenza piuttosto regolare nelle grotte. Infine, abbiamo i troglobi. Tali specie sono strettamente legate alle condizioni ambientali di una caverna e presentano dei peculiari adattamenti morfologici e fisiologici in quanto il loro ciclo vitale inizia e si conclude all’interno di quell’ambiente.
Tra le varie specie animali che popolano le grotte dell’Etna, riportiamo: Rinolophus ferrumequinum (ferro di cavallo maggiore), Myotis blythii, Armadillidium decorum, Nesticus eremita, Porcellio dilatatus.
Oltre all’aspetto faunistico, le grotte dell’Etna presentano degli speleotemi particolari. Osservando la volta di alcune di esse è possibile osservare le cosiddette “Stalattiti di rifusione” o “Pendenti di lava”, brandelli di lava lisci e appuntiti creatisi a seguito della fusione del tetto a causa dell’alta temperatura della lava. Gli argini, mostrano le cicatrici lasciate dall’esplosione delle bolle dei gas: i blister.
Che sia la Grotta del Gelo, La grotta dei lamponi, la grotta di Aci, la Grotta dei tre livelli, la Grotta di Serracozzo o la Grotta di Santa Barbara, un’escursione sull’Etna non può essere definita tale senza la visita di uno di questi ambienti.
Ne è noto anche l’utilizzo di molte di esse nel passato. Prima che la tecnologia avanzasse fino all’invenzione dei frigoriferi, “I Nivari” erano infatti il luogo ideale dove conservare la neve mantenendola fresca e compatta per tutta l’estate, isolandola adeguatamente ricoprendola di ghiaccio calpestato, cenere vulcanica, rami di ginestre e felci. I Nivaroli, poi, erano soliti trasportarla dal monte ai mercati giù in paese o in città grazie all’ausilio dei loro fedeli asini. La tradizione vuole che fu proprio grazie a questo lavoro che nacque la deliziosa Granita Siciliana.
LE GROTTE PIU FAMOSE DELL’ETNA
Le grotte presenti nel nostro Mungibeddu sono davvero moltissime. Oggi vi descriveremo sono quelle più “famose”.
1) LA GROTTA DEI LADRONI PRESSO IL RIFUGIO CITELLI
Se vi trovate nella direzione del Rifugio Citelli, fermati lungo la strada di Fornazzo per esplorare la Grotta dei Ladroni. La Grotta, visitabile anche senza guida turistica, era anticamente utilizzata come “niviera”. La grotta, lunga una decina di metri, si può percorrere anche stando in piedi. Nel tratto di uscita, invece, bisogna procedere a carponi indossando un caschetto protettivo.
2) LA GROTTA DI SERRACOZZO
La Grotta di Serracozzo è considerata una delle grotte più belle presenti sull’Etna. Formatasi con l’eruzione del 1971, si trova sul versante Est ed è visitabile senza guida. L’ingresso, con apertura bassa, farà spazio all’interno ad un soffitto “spigoloso”. Le aperture sul tetto fanno sì che la grotta sia illuminata in un modo meraviglioso, evidenziandone le striature della lava sui suoi fianchi. Man mano il soffitto interno si riduce a vista d’occhio, rendendo necessaria la percorrenza a carponi. Se non siete muniti di torce o caschi di protezione, consigliamo di non avventurarvi oltre la zona illuminata.
3) LA GROTTA DEI LAMPONI NEI PRESSI DI CASTIGLIONE DI SICILIA
Un’altra grotta molto importante è la Grotta dei Lamponi, perché è una delle più lunghe gallerie di scorrimento dell’Etna. Si entra nella grotta da una apertura nella volta lungo un ripido pendio costituito da materiale di crollo. Nella parete sud di questo pendio si affaccia una piccola cavità secondaria costituita da un breve cunicolo seguito da un camino alto 2 m e il pavimento è costituito da lava a superficie unita che suona vuota al passaggio.
La Grotta dei Lamponi, formata durante l’eruzione del 1614/24 è un tunnel di scorrimento lavico di pregevole fattura sul versante nord del vulcano. Il trekking comincia all’altezza del Rifugio Ragabo, lungo la strada provinciale Mareneve. Le Lave dei Dammusi la Pineta Ragabo e la faggeta di Timparossa offrono scenari incantevoli. Per l’esplorazione della grotta si consiglia l’utilizzo di un casco protettivo e di una torcia.
La Grotta, visitabile solo accompagnati da guida turistica, si trova nella zona di Castiglione di Sicilia. Munitevi di buona pazienza ed ottima attrezzatura, perché bisognerà percorrere circa 6 km prima di arrivare alla Grotta dei Lamponi. Lunga circa 600 m, l’interno della grotta si snoda in due gallerie: una va in direzione della valle dall’ingresso, l’altra invece a monte. É unica la sensazione di trovarsi a stretto contatto con il Vulcano quando ci si immerge tra i meandri della grotta.
4) LA GROTTA DI ACI
La Grotta di Aci, nei pressi di Randazzo, si è formata a seguito della eruzione del ‘600. Si può accedere ad essa da ben 5 diverse aperture. Con una scaletta lunga 15 metri, si giunge nelle profondità della grotta. Quest’ultima, lunga mezzo km e larga oltre 2 m, ha al suo interno un intricato intreccio di gallerie comunicanti. Le lingue di lava che si elevano all’interno ci mostrano un paesaggio sottoterra assolutamente da non perdere.
Trattasi di una imponente galleria di scorrimento cui si può accedere da cinque diverse aperture nella volta situate lungo il suo sviluppo. L’ingresso più a monte è situato nell’ampia sala terminale interessata da numerosi crolli. La parte più a valle della cavità è costituita da un intreccio di gallerie intercomunicanti situate a più livelli. La cavità è lunga poco più di mezzo chilometro e larga sempre oltre due metri. La volta, ad eccezione di un breve tratto sito a metà, è sempre alta più di due metri. Il pavimento è costituito da tratti di lava scoriacea e da tratti di lava a superficie unita. Dove la galleria raggiunge la maggior ampiezza si notano grossi massi crollati dalla volta. Lungo le pareti e sulla volta si osservano in vari punti fenomeni di rifusione; rari sono i rotoli di lava. Si notano invece, in più punti, delle grosse lingue di lava compatta e ben levigata che si elevano rispetto al normale piano di calpestio. In corrispondenza degli ingressi si trovano abbondanti felci e muschi. La grotta è profonda è necessario disporre di attrezzature adeguate in presenza di personale esperto!
5) LA GROTTA DI CASSONE NELLA ZONA DI ZAFFERANA ETNEA
La Grotta di Cassone, a Zafferana Etnea, si è sviluppata a seguito dell’eruzione del 1792. Si tratta di un’ampia galleria semicircolare con pavimento di lava scoriacea e tubi di lava sulle pareti e sul tetto. La grotta ha subito negli anni diversi crolli dovuti alla costruzione della strada provinciale. All’interno della grotta vive una colonia di pipistrelli.
LA GROTTA DEL LAGO
La Grotta del Lago si trova a circa 2200 metri di quota, sul versante nord dell’Etna in una zona chiamata “la Sciara del follone”. La sua formazione risale ad un’eruzione del 1620 circa, si trova rivolta a nord e deve il suo nome alla formazione di una pozza d’acqua usata dai pastori per abbeverare le pecore. Si trova in un punto non molto agevole da raggiungere. Percorso ad anello impegnativo che porta alla Grotta del Gelo passando dalla Grotta del Lago. Se siamo partiti da Piano provenzana percorrendo la pista dei fuori strada che porta ai crateri, raggiunti la fine delle funivia svoltiamo a destra percorrendo un sentiero poco segnalato che ci conduce alla Grotta del Lago, non è semplice trovare l’ingresso della grotta, dopo qualche tentativo grazie a dei contenitori di metallo si trova l’ingresso, dopo qualche minuto di riposo si prosegue per la Grotta del Gelo percorrendo un sentiero ben segnalato Visitata la grotta scendiamo verso la pista alta montana passando per Monte dei Morti. Giunti al rifugio timparossa ci riposiamo per poi ripartire e passare da Monte nero e Abisso di monte nero e finire la nostra escursione bella ma impegnativa a Piano Provenzana.
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