LA STORIA DEL TEATRO VINCENZO BELLINI A CATANIA
Il teatro Massimo Vincenzo Bellini è un teatro affascinante e ricco di storia, rappresenta uno dei fulcri della storia e vita di Catania. Il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, situato nell’omonima piazza intitolata al celebre compositore catanese, è uno tra i maggiori gioielli architettonici e ad allo stesso tempo importante centro artistico e culturale della città. Di un teatro pubblico a Catania si cominciò a parlare già nel ‘700, nel fervore della ricostruzione seguita al terremoto che nel 1693 aveva distrutto la città. Ma fu solo nel 1812 che venne posta la prima pietra di quello che, nelle intenzioni dei catanesi, doveva essere il “Gran Teatro Municipale” degno di una città in espansione. Ad avviare i lavori fu l’architetto Salvatore Zahra Buda in piazza Nuovaluce, di fronte al monastero di Santa Maria di Nuovaluce, proprio nell’area dell’attuale teatro.
LA PROGETTAZIONE DI UN TEATRO A CATANIA
La progettazione del “Teatro Nuovaluce”, grandiosa sotto tutti i punti di vista, fu concepita per dar vita a un’opera tra le più innovative d’Italia. Ma i lavori, dopo un promettente avvio, dovettero essere interrotti per mancanza di fondi, determinata dal dirottamento dei finanziamenti alla costruzione di un molo foraneo, opera, questa, ritenuta prioritaria per esigenze di difesa.
A distanza di anni, il Senato catanese decise di dotare la città di un teatro minore, il ” Teatro Comunale Provvisorio”, che venne infatti realizzato in un ex magazzino alla Marina e inaugurato nel 1822. (Questo teatro, dopo una più che dignitosa “carriera”, verrà distrutto nel 1943 da un bombardamento aereo e mai più ricostruito).
Finché, nel 1865, l’area venne ceduta a privati per finanziare la costruzione di un nuovo teatro.
LA SCELTA DI UN SITO IDONEO PER IL TEATRO
Era il 1870 quando all’architetto Andrea Scala, specializzato in costruzioni teatrali, veniva dato l’incarico di individuare un sito idoneo per il nuovo teatro. Su questa scelta si apriva un fervido dibattito: dove far sorgere l’agognato “Massimo “. Le opzioni erano diverse: piazza Stesicoro, dove ora si vede l’Anfiteatro, allora ancora celato; oppure, in alternativa, l’area della stessa piazza dove sorgeva l’ospedale San Marco; o, ancora, piazza Cutelli, largo Manganelli, via Lincoln (l’attuale via Sangiuliano) nella zona adiacente al Teatro Sangiorgi e infine piazza Cavour, allora alla periferia della città. Quasi tutti esclusero l’area dell’Arena Pacini di piazza Nuovaluce. Alla fine, la scelta cadde su Piazza Cutelli. Ma le difficoltà finanziarie bloccarono ancora una volta l’iniziativa. Si pensò allora di ristrutturare l’arena Pacini per farne un Politeama, che servisse ad ogni tipo di rappresentazioni, anche equestri. Fra tanti ostacoli e incertezze, finalmente veniva approvato il progetto dello Scala che con l’assistenza dell’architetto Carlo Sada portava avanti i lavori, finanziati dal gruppo di azionisti della Società Anonima del Politeama. La Società poi cedette il passo al Comune per insufficienza di fondi. E una commissione comunale, che affiancava il Sada, decise allora che la struttura andava recuperata, con opportune modifiche, non come Politeama ma come Teatro lirico.
Il Sada modificava pertanto lo schema progettuale venendo incontro alle esigenze finanziarie dell’Amministrazione Comunale che, nel 1880, per completare i lavori stanziava 605.000 lire (complessivamente il costo dell’opera fu all’incirca di un milione di lire dell’epoca).
LA COSTRUZIONE DI UN TEATRO A CATANIA
Il compito di trovare un luogo consono per la costruzione di un teatro a Catania venne commissionato nel 1870 all’architetto Andrea Scala. Il teatro massimo Vincenzo Bellini venne commissionato dalla Società Anonima del Politeama, il progetto venne affidato all’architetto Andrea Scala, che trovò il sito perfetto presso la Piazza Cutelli, con l’assistenza del collega Carlo Sada che si occupava di portare avanti i lavori. Causa il fallimento e la liquidazione della società che aveva commissionato l’opera, subentrò il Comune che impose importanti modifiche al progetto originale. Colpa la mancanza di liquidità, seppure il teatro fu completato in sette anni, fu inaugurato il 31 maggio 1890 con la Norma di Vicenzo Bellini.
Di ricostruzione di un nuovo, grande teatro a Catania si cominciò a parlare già nel corso del Settecento, dopo che, nel 1693, la città era stata distrutta da un terrificante sisma. Tuttavia si dovette aspettare ancora un secolo prima che il progetto fosse ripreso in mano: era palpabile, comunque, l’impazienza dei Catanesi di avere nuovamente un loro teatro cittadino. L’architetto Scala progettò il nuovo Teatro cittadino sul preesistente teatro incompiuto disegnato da Stefano Ittar nel Settecento.
Dopo una serie di valutazioni, si optò per l’area di Piazza Cutelli. Il progetto dell’architetto venne approvato, e i lavori per la costruzione del teatro furono effettuati anche grazie ai finanziamenti della Società Anonima del Politeama.
Quando il progetto arrivò nelle mani del Comune per il fallimento della Società, il Comune pensò di portare qualche modifica al progetto. Sette anni più tardi il Teatro Massimo Vincenzo Bellini venne concluso ma solamente tre anni dopo, il 31 maggio del 1890 venne inaugurato con l’opera Norma da parte del compositore catanese Vincenzo Bellini. Questo perché non frattempo era anche intervenuta una terribile epidemia di colera che mise in stallo per qualche tempo l’attenzione al teatro.
IL PROGETTO DEL TEATRO
La costruzione del teatro Massimo, quale centro di rappresentazione dell’opera di Catania, venne affidata nel 1870 all’architetto Andrea Scala, il quale portò avanti i lavori con l’architetto milanese Carlo Sada fino a quando però, dieci anni più tardi, la società che finanziava i lavori finì in liquidazione.
Allora il Comune decise non soltanto di ridimensionare il progetto, ma di affidarlo direttamente nelle mani dell’architetto Carlo Sada, il quale terminò i lavori in soli 7 anni. Tuttavia, il teatro fu inaugurato soltanto tre anni dopo, nel 1890. La spiegazione ufficiale fornita dal Comune in quell’occasione per il ritardo nell’apertura del teatro, adduceva all’epidemia di colera che aveva colpito la città di Catania proprio in quegli anni. In realtà, è noto che il teatro fu inaugurato solo nel 31 maggio 1890 perché mancavano i fondi necessari a pagare un impresario.
Altra annosa questione fu quella, secondo la quale l’architetto Sada pagò a sue spese la realizzazione del teatro e dovette poi muovere azione legale nei confronti del Comune di Catania per ottenere il compenso che gli spettava. Nonostante le controverse vicende legate alla sua costruzione, l’inaugurazione del Teatro Massimo di Catania fu realizzata in grande stile ed ebbe un grande successo, merito soprattutto dell’opera che fu eseguita quella sera, la Norma di Vincenzo Bellini.
L’INAUGURAZIONE DEL TEATRO
I lavori del Teatro massimo bellini procedettero abbastanza regolarmente e nell’arco di sette anni il teatro venne ultimato. Ma al momento dell’inaugurazione mancarono i contributi destinati all’impresario che doveva gestirlo. Inoltre, proprio in quel periodo sopravvenne un’epidemia di colera, che comprensibilmente distolse l’attenzione da ogni altro problema che non fosse quello della salute pubblica. In questa situazione, il Teatro, pur pronto, dovette attendere ancora tre anni per la sua apertura ufficiale. L’inaugurazione ebbe luogo il 31 maggio del 1890 con “Norma”, il capolavoro di Vincenzo Bellini.
Era il 31 maggio 1890 quando a Catania avvenne l’inaugurazione del Teatro Massimo Vincenzo Bellini. L’evento fu celebrato con la rappresentazione di “Norma”, il capolavoro del grande compositore catanese al quale era stato intitolato il Teatro. Fu una grande serata vissuta intensamente, in una sala illuminata da tremolanti fiammelle di gas arancione a forma di farfalle, che contribuirono a rendere particolarmente suggestiva l’atmosfera. Dopo quella festosa e fastosa apertura, però, il decennio finale del secolo non fu per il Teatro particolarmente significativo sul piano della qualità delle messe in scena.
LA REALIZZAZIONE DEL TEATRO E LA SISTEMAZIONE DELLA PIAZZA BELLINI
La realizzazione di questo ambizioso monumento alla musica ha dietro di sé una lunga e contrastata storia di progetti e ripensamenti. L’attuale edificio è opera di Carlo Sada (architetto che si formò all’Accademia di Brera e a Roma); egli giunse a Catania al seguito di Andrea Scala, suo maestro, che finì col soppiantare nel 1880. Lo stile del Teatro catanese si ispira all’eclettismo francese del secondo impero imposto a Parigi da Charles Garnier con l’Opéra di Parigi. Il prospetto del Teatro Bellini è carico di ornamenti e allegorie; molto elegante il portico d’ingresso per le carrozze, chiuso da cancellate in ferro. Oltre ai cavalcavia, che avrebbero congiunto l’edificio ai palazzi circostanti, il Sada pensò anche alla sistemazione monumentale della piazza, proporzionata alla solennità del prospetto del teatro. Al centro immaginò di collocare un grande monumento a Vicenzo Bellini, lo stesso che il Comune aveva commissionato allo scultore Monteverde (oggi questo monumento si trova in piazza Stesicoro). Una volta sistemata la piazza è qui che vorremmo fosse collocato il monumento del sommo maestro che il Comune sta facendo fare all’illustre scultore Monteverde, non solo per l’ornamento che questa piazza ne acquisterebbe essendo adesso così informe; ma il più sarebbe per principio di logica e quindi in correlazione col concetto estetico, e, cioè che il monumento del grand’uomo (Bellini) fosse situato sulla piazza omonima, ove si trova il tempio a lui dedicato.
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