LA LEGGENDA DI GAMMAZITA A CATANIA
La storia di Gammazita, raffigurata in uno dei candelabri di piazza Unversità, è un racconto leggendario avvenuto al tempo della dominazione angioina ed è legata ad un antico pozzo, situato nel centro storico di Catania. La breve dominazione angioina in Sicilia non fu ben vista dal popolo che difatti, nel 1282, diede vita alla rivolta nota come “Vespri Siciliani”, durante la quale gli invasori francesi furono cacciati (o meglio, sterminati). In questo contesto nacque la leggenda di Gammazita e del pozzo che porta oggi il suo nome.
CHI ERA GAMMAZITA
Gammazita era una bellissima giovane catanese, oggetto delle attenzioni di un soldato francese senza scrupoli. Ogni giorno, Gammazita andava a prendere l’acqua presso un pozzo situato vicino la cinta muraria cittadina.
Gammazita, già fidanzata, ignorava le avances del malvagio soldato francese, che si facevano però col passare del tempo sempre più insistenti.
Nel giorno delle nozze di Gammazita, il soldato francese aggredì la giovane, proprio mentre era intenta a prelevare l’acqua. Vedendosi preclusa ogni possibilità di fuga, la giovane preferì gettarsi nel pozzo piuttosto che cedere al soldato, trovando così la morte.
Sembra che questa leggenda sia nata semplicemente per giustificare le macchie rosse presenti sul fondo del pozzo ma è significativa se inquadrata all’interno del periodo storico al quale risale. Durante la dominazione angioina, le angherie ad opera dei francesi nei confronti della popolazione erano infatti all’ordine del giorno.
Anche la leggenda della sfortunata Gammazita è stata raffigurata con una statua alla base di uno dei quattro lampioni che sorgono oggi in Piazza Università, proprio di fronte a quello dedicato ai Fratelli Pii.
LA LEGGENDA DI GAMMAZITA
Gammazita è una giovane ragazza, protagonista di una leggenda catanese legata alle vicende casato degli Angioini di Sicilia. Il suo nome è stato dato anche a un sito del centro storico della città siciliana, una cavità naturale chiamata appunto “pozzo di Gammazita”.
Il racconto popolare narra di una virtuosa ragazza catanese che, verso il 1280 preferì gettarsi in un pozzo, invece di cedere alle insidie di un soldato francese (tradizionalmente indicato con il nome di Droetto) che si era invaghito di lei.
Il racconto presenta sicuramente un collegamento con la realtà storica: fa riferimento alle angherie compiute dai dominatori francesi sugli oppressi siciliani, una delle cause dello scoppio dei Vespri Siciliani del 30 marzo 1282.
La leggenda sembra anche voler spiegare come macchie del sangue di Gammazita i depositi ferruginosi lasciati da una sorgente minerale, che scaturiva a Catania tra le lave di Via San Calogero, e da qualche tempo disseccate.
IL POZZO DI GAMMAZITA
Il Pozzo di Gammazita è un sito che si trova nel centro storico di Catania, nella zona sud-ovest della città adiacente all’antica cinta muraria cittadina detta appunto cortina di Gamma Zita presso il cortile omonimo, e fa riferimento ad un racconto leggendario avvenuto al tempo della dominazione angioina in Sicilia, durante la guerra dei Vespri.
La leggenda narra di una fanciulla catanese di nome Gammazita , bellissima e di grande virtù. Di lei si invaghì un soldato francese, le cui avances furono però disprezzate dalla giovane, che era già fidanzata. Proprio nel giorno del suo matrimonio, mentre Gammazita si recava come sempre a prendere l’acqua, il soldato la aggredì violentemente e la ragazza, vistasi preclusa ogni via di scampo, preferì gettarsi nel vicino pozzo piuttosto che cedere al disonore.
LE VERSIONI SUCCESSIVE DELLA LEGGENDA
Le versioni successive arricchiscono il racconto, romanzandolo e aggiungendo altri personaggi di contorno. In esse si fa preciso riferimento all’anno in cui si sarebbe svolto tale avvenimento, il 1278, e si racconta di donna Macalda Scaletta, bellissima e orgogliosa vedova del signore di Ficara, che attirava la corte di tutti i cavalieri francesi e siciliani. Tuttavia, innamoratissima del suo giovane paggio Giordano, sfuggiva a tutte le proposte amorose.
Un giorno però Giordano vide la giovane Gammazita intenta a ricamare dinanzi alla soglia della sua casa e se ne innamorò perdutamente. L’amore dei due giovani destò le ire e la folle gelosia della perfida Macalda, che si accordò con il francese de Saint Victor per tendere loro un tranello: questi avrebbe dovuto far capitolare Gammazita e Macalda sarebbe stata sua.
De Saint Victor fece numerose imboscate, approfittando in particolare delle volte in cui Gammazita si recava ad attingere acqua alla vicina fonte. Un giorno riuscì infine ad afferrare la fanciulla, ma essa si divincolò dalla sua stretta e non vedendo altra via di scampo, per il suo onore preferì gettarsi nel vicino pozzo. Giordano, appreso quanto accaduto, in preda alla disperazione assalì il suo nemico, uccidendolo a pugnalate dinanzi al cadavere dell’amata.
La fine orrenda della fanciulla e la sua virtù destarono in tutti i catanesi profonda commozione e furono sempre citati come esempio del patriottismo e dell’onestà delle donne catanesi, mentre i depositi di ferro che creavano macchie rosse sulle pareti del pozzo furono spiegati tradizionalmente come tracce del sangue di Gammazita.
LE LEGGENDE DELL’ORIGINE DEL TOPONIMO GAMMAZITA
- A questa storia, si affiancano altre leggende che spiegano diversamente l’origine del toponimo “Gammazita”. La prima si trova nel panegirico scritto da don Giacomo Gravina in onore del duca di Carpignano, don Francesco Lanario, dal titolo La Gemma zita: in esso si racconta la storia delle nozze fra la ninfa Gemma e il pastore Amaseno (o Amenano ). Il dio Plutone (secondo il Gravina, Polifemo) si invaghì della ninfa, scatenando la gelosia di Proserpina, che la trasformò in una fonte. Gli dei, toccati dalla disperazione di Amaseno, trasformarono anch’egli in una fonte: il pozzo sarebbe dunque il luogo in cui si uniscono le acque dei due sfortunati amanti. Secondo questa versione, il nome Gammazita nascerebbe dunque dall’unione delle due parole gemma e zita (“fidanzata”, “sposa”), modificate poi dall’uso comune.
- Un altro racconto parla di un uomo con una gamba rigida che abitava in una grotta vicino alla fonte, che dunque prenderebbe il nome da questo suo difetto fisico (iamma zita), Esso potrebbe derivare dal difetto fisico di un personaggio vissuto in quella zona, ossia la rigidità di una sua gamba (in siciliano “jamma zita”).
- Una terza spiegazione lega il toponimo a due misteriose lettere dell’alfabeto greco, una gamma e una zeta, che sarebbero incise sull’antico muro che fiancheggia la fonte.
- Un’ipotesi concreta da tenere in considerazione è la voce araba al gawsit (il luogo dell’acqua dolce) che si riferisce ad un sito, principalmente costiero, dove i naviganti conta su un rifornimento di acqua dolce. La medesima origine è riferita alla zona di torre Guaceto, in provincia di Brindisi.
LE CURIOSITA’ STORICHE
l racconto presenta sicuramente un collegamento con la realtà storica: fa riferimento alle angherie compiute dai dominatori francesi sugli oppressi siciliani, una delle cause dello scoppio dei Vespri siciliani del 30 marzo 1282.
I Vespri siciliani furono una ribellione, scoppiata a Palermo, all’ora dei vespri di Lunedì dell’Angelo nel 1282. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi dell’isola, gli Angioini, avvertiti come oppressori stranieri. Da Palermo i moti si sparsero presto all’intera Sicilia e ne espulsero la presenza francese. La ribellione diede avvio a una serie di guerre, chiamate “guerre del Vespro” per il controllo della Sicilia, che si conclusero definitivamente con il trattato di Avignone del 1372.
CONCLUSIONI
Noi troviamo però molto più affascinante la storia della fanciulla catanese che, col suo gesto, sembra voler rappresentare un intero popolo non disposto a cedere ai soprusi degli invasori stranieri!
La terribile colata lavica del 1669, la stessa che sotterrò il fiume Amenano, coprì anche il pozzo di Gammazita. Tuttavia, esso fu recuperato già negli anni immediatamente successivi ed è tutt’ora esistente a Catania.
Con la triste storia della sfortunata Gammazita si chiude questo articolo. Spero che abbiate trovato il racconto interessante e che queste storie vi abbiano incuriosito! Se voleste saperne di più su questa città (o se voleste visitarla), vi invito anche a dare un’occhiata agli articoli seguenti.
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