LA FONTANA DELL’ELEFANTE (O LIOTRU)
Al centro della piazza Duomo si trova quello che è il simbolo di Catania, ovvero “u Liotru”, una statua in pietra lavica raffigurante un elefante, sormontata da un obelisco, posta al centro di una fontana in marmo più volte rimaneggiata. L’elefante è il simbolo della città di Catania. E come ogni simbolo che si rispetti ad esso è dedicata una statua localizzata in Piazza del Duomo, eretta non solo a simbolo del capoluogo siciliano ma anche a custode del Duomo che sta di fronte ad essa e che sembra quasi essere osservato e custodito da questo importante simbolo per i catanesi.
COSA RAPPRESENTA LA FONTANA DELL’ELEFANTE
La Fontana dell’Elefantino, svetta al centro di Piazza Duomo a Catania ed è il simbolo della città. Progettata dal Vaccarini, architetto palermitano noto nel diciottesimo secolo, attraverso questo particolare animale va a rappresentare le tre civiltà che si sono susseguite a Catania: i cartaginesi sconfitti durante le guerre puniche (di cui appunto l’animale ne era simbolo), gli egiziani (rappresentati dall’obelisco eretto sulla schiena dell’elefante) e i cristiani (la croce all’estremità dell’obelisco ne è il chiaro simbolo).
La simbologia di questo monumento sta a rappresentare la natura e i suoi contrasti: dalla lava da cui è stato plasmato all’acqua sottostante dei fiumi.
Leggenda e storia si intrecciano nella memoria delle generazioni di catanesi che ogni giorno passano sotto questa statua, la quale li rende unici nel mondo e che fanno si che questo monumento sia una tappa obbligata nella visita della città di Catania.
LA FONTANA DELL’ELEFANTE
La fontana dell’Elefante è una opera monumentale realizzata tra il 1735 e il 1737 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini. È collocata al centro della Piazza del Duomo di Catania. Il suo elemento principale è una statua di basalto nero che raffigura un elefante, chiamato comunemente u Liotru e considerato l’emblema della città siciliana. Sul basamento in marmo formato da un piedistallo situato al centro di una vasca, due sculture riproducono i due fiumi di Catania, il Simeto e l’Amenano e al di sopra si trova la statua dell’elefante, rivolto con la proboscide verso la cattedrale di Sant’Agata.
La fontana dell’Elefante, o anche fontana del Liotru, fu costruita dall’architetto Gianbattista Vaccarini nel 1757, che s’ispirò all’Elefante della Minerva, realizzato dal Bernini a Roma.
L’architetto palermitano costruì la fontana utilizzando alcuni cimeli storici della città; come simbolo della rinascita dopo l’eruzione e il terremoto, rispettivamente del 1669 e 1693, in cima vi pose “U’ Liotru”, in pietra lavica di epoca romana che sostiene sulla groppa l’obelisco egiziano. L’elefantino fu collocato nel Circo Massimo in età medievale.
Il materiale di cui la statua è formata è pietra lavica, restaurata ad hoc e ripristinata in seguito ad un terremoto che la portò alla luce tra le macerie, il cui dorso regge l’obelisco che proviene da Syene (oggi Assuan). Sotto l’elefante è presente una fontana con simboli richiamanti il culto cristiano di Sant’Agata (martire originaria proprio di Catania) di cui la palma del martirio ne è il principale esempio.
Sul basamento inoltre si possono ammirare le statue allegoriche e due bassorilievi che rappresentano dei fiumi catanesi di Simeto e Amenano.
La scultura del pachiderma fu restaurata in seguito ai danni subiti per il sisma. Furono aggiunti occhi in pietra bianca e zanne e fu posizionata in cima alla fontana in modo che la sua proboscide fosse rivolta verso la chiesa di Sant’Agata, cattedrale della città. Fu scelto l’elefante perché i catanesi, sin dall’antichità, credevano che questo maestoso animale potesse proteggerli dalle allora frequenti eruzioni dell’Etna. La statua del Liotro esisteva già prima che Vaccarini decidesse di collocarla al centro della piazza. Infatti, il pachiderma è il simbolo della città sin dal 1239, quando per questioni politiche si decise di sostituirlo a San Giorgio. Da allora i catanesi hanno stretto un forte legame con questo animale che da secoli è associato alla città.
LE LEGGENDE
“U Liotru“, l’elefantino simbolo di Catania è protagonista di numerose leggende. Infatti sembra derivi dalla storpiatura di Eliodoro, nome di un nobile considerato mago che cavalcava l’elefante di pietra per andare a Costantinopoli.
Si pensa che il termine “Liotru” derivi dall’alterazione del nome “Eliodoro”, che, secondo la leggenda, dopo aver compiuto numerose imprese a dorso del suo magico elefante, fu bruciato vivo all’interno delle Terme Achilliane nel 778 d.C.
Il suo vero nome è Liotro, è la fontana dell’elefante che sorge nella Piazza del Duomo, cuore pulsante della città di Catania. Liotro non sarebbe altro che la trasformazione del nome di Eliodoro, un vecchio mago che tormentava i cittadini siculi con scherzi e dispetti: trasformava sassi in pietre preziose e le usava come monete che però tornavano ad essere sassi una volta nelle mani dei mercanti. Prese il suo nome perché, secondo la leggenda, fu proprio lui a scolpirlo e a donarlo alla città. La sua vera storia, però, risale al lontano 1737, quando Gian Battista Vaccarini, noto architetto dell’epoca, per ridar vita ad una città distrutta dal terremoto, decise di costruire una fontana e di porvi al di sopra la statua di pietra lavica raffigurante l’elefante.
Esistono altre leggende sull’origine del simbolo civico catanese. Alcuni credono fosse il simbolo di una vittoria riportata dai catanesi sul popolo cartaginese (di cui non si hanno notizie certe), altri vi vedono il simbolo di un’indefinita religione orientale, altri ancora ritengono che in epoca bizantina fosse stato costruito come talismano. I più tradizionalisti credono che il simbolo derivi da una leggenda catanese secondo la quale un elefantino nano, la cui specie viveva nell’isola in età preistorica, abbia difeso la nascente città dall’attacco delle belve feroci.
LA FONTANA
Tre gradoni di pietra vulcanica sostengono la vasca della fontana nella quale confluisce l’acqua che sgorga dalle aperture laterali. Presenta delle statue in altorilievo simboleggianti i due fiumi catanesi: il Simeto e l’Amenano.
Ricordiamo che il fiume Simeto, oltre ad essere il primo fiume della Sicilia, è anche associato a Sant’Agata, protettrice di Catania.
Si narra che nelle sue acque abbia trovato la morte il suo persecutore, Quinziano.
Forse anche per questo un suo riferimento è stato inserito nella fontana: il fiume è comunque rappresentato con sembianze umane, la figura di un re adagiato su una conchiglia, con in mano una vanga e versante acqua; simboleggia la fertilità del territorio catanese.
L’ELEFANTINO
L’elefantino è realizzato in pietra lavica ed è rivolto verso il Duomo. E’ collocato sopra il basamento della fontana e sostiene un obelisco egizio. Secondo la tradizione popolare, prende il nome di Liotru, forse trasposizione impropria del nome Liodoro, una figura leggendaria e mitologica di Catania.
Non si conosce l’autore che ha forgiato la statua dell’elefante, né il periodo nel quale essa è stata creata. Al riguardo sono state formulate varie congetture:
- Secondo una prima interpretazione l’elefante sarebbe stato forgiato in memoria della vittoria di Catania contro l’esercito libico; vittoria che sarebbe celebrata anche nel teatro Bellini per mano del pittore Giuseppe Sciuti, ma che non troverebbe rispondenza nel dato storico.
- Secondo un altro orientamento, l’elefante sarebbe stato posto a protezione della città e avrebbe rappresentato una sorta di talismano o grande amuleto adibito a placare la potenza distruttiva e improvvisa dell’Etna.
- O ancora eretto in onore dell’elefante che scacciò alcuni animali feroci che popolavano la zona, permettendo in questo modo la fondazione della città.
- Da ultimo, residuo di una antica religione alla quale gli antichi abitanti erano fedeli.
L’OBELISCO
Tornando alla struttura della fontana, segnaliamo l’obelisco:
L’obelisco, fu costruita nel 1735-37, così come per la ricostruzione post-terremoto della Cattedrale di Sant’Agata, dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini Sorta anch’essa a seguito dello stesso evento nefasto del 1693, è formata da diversi elementi stilistici differenti:
- Portato a Catania, probabilmente al termine delle crociate, è alto più di tre metri e mezzo e posto sul dorso dell’animale.
- Culmina in una sfera sovrastata da un crocefisso e attorniata da foglie di ulivo e palma.
- Reca l’espressione M.S.S.H.D.E.P.L. che significa: “Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria”.
- Ulteriore riferimento religioso è, poi, presente nella gualdrappa dell’elefante, nella quale sono presenti i simboli della patrona di Catania.
Tirando le somme, possiamo sottolineare tre direttrici che guidano l’opera catanese: la matrice egizia che ritroviamo nell’obelisco, quella sicula rappresentata dall’elefante di lava, e quella più recente di stampo cristiano che ritroviamo nel crocefisso e nel riferimento a Sant’Agata.
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