LA DINASTIA DEGLI ARAGONESI IN SICILIA
Alla caduta dell’Impero Romano, l’isola cade in mano agli Ostrogoti di Teodorico il Grande. Seguono i bizantini, poi i musulmani nel IX secolo. Il 1071 è l’anno che vede l’arrivo dei Normanni, grazie ai quali Catania diventa sede arcivescovile. È la volta poi degli Svevi che, oltre ad erigere il Castello Ursino, doteranno la città d Catania di un assetto amministrativo rimasto in piedi fino al 1817.
La città, dopo esser stata una delle sedi della corte di Federico II di Svevia, passa insieme al resto del regno agli Angioini. Questi, per farla semplice, non furono di certo gentili con il popolo di Catania. Fortuna che durarono poco: nel 1282 passa al ramo cadetto della Corona d’Aragona, ed ecco entrare in campo i nostri eroi. Infatti, Costanza di Svevia, figlia di Mandredi, andò in sposa a Pietro III d’Aragona. Con Pietro al comando, e così fino a Martino I, Catania diventa capitale del Regno di Trinacria.
LA GUERRA DEI VESPRI
Alla morte di Federico II nel 1250 e dei suoi figli e nipoti, quest’ultimi per mano degli Angioini, la Sicilia fu teatro per molti decenni di scontri per la sua conquista. Nel 1282 iniziò, la cosiddetta, “guerra dei vespri” tra la casata francese degli angioini e gli aragonesi la quale ebbe fine nel 1302 con la Pace di Caltabellotta, che sancì due sfere d’influenza ben precise, il regno di Trinacria (Sicilia) agli Aragonesi e il regno di Napoli ai francesi della casata d’Angiò.
Le ragioni di questa guerra furono per gli aragonesi la pretesa di legittimità a governare il regno siciliano, perché il re Pietro III d’Aragona sposò Costanza figlia del re Manfredi, ultimo re di svevo di Sicilia e quindi era erede di questo trono e gli Angioini che con il supporto del papato avevano sconfitto gli Svevi di Sicilia e desideravano avidamente l’isola e tutto il Sud Italia. Anche in questo caso per gli Aragonesi in Sicilia non si trattò di una dominazione ma, di continuazione di regno. Solo i decenni di regno Angioino in Sicilia furono una dominazione ma, durò molto poco per incidere nella cultura siciliana. La guerra tra le due fazioni si protrarrà per altri 70 anni circa.
Dopo la pace di Caltabellotta, dopo vari momenti di stasi e di successive battaglie, con il trattato di Avignone nel 1372 si giungerà all’atto conclusivo della guerra del vespro durata novanta anni e riconfermerà quello sancito nella pace di Caltabellotta: la Trinacria (Sicilia) agli Aragonesi e la Sicilia Citeriore (Sud Italia) agli Angioini. In seguito nel ‘400 gli Aragonesi conquistarono il regno di Napoli e così di nuovo il regno di Sicilia comprese tutto il Sud Italia.
Nell’anno 1492 quando le due corone della penisola iberica si unirono, cioè quella di Castiglia e quella d’Aragona nacque il regno spagnolo, così la Sicilia dalla corona aragonese passò a quella spagnola. Anche qui siamo di fronte a una continuazione di regno sotto la giurisdizione di questa nuova corona ma, lo stato sovrano siciliano mantenne sempre la sua autonomia. In seguito la corona di Spagna per successione passò alla dinastia degli Asburgo che con Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero ebbe il suo apogeo, così le sorti del regno di Sicilia seguirono questo avvicendamento.
PIETRO III D’ARAGONA
Il passaggio del regno di Sicilia sotto la Dinastia Aragonese ebbe ufficialmente luogo nell’agosto 1282, quando il re Pietro III d’Aragona fu incoronato a Palermo come suo sovrano, col nome di “Pietro I di Sicilia”, insieme alla sua consorte Costanza II, ultima erede del casato Hohenstaufen – Altavilla che aveva governato l’isola. Costanza era infatti figlia del re Manfredi di Sicilia, al quale gli Angioini avevano tolto il possesso del regno isolano, dopo essere caduto e sconfitto nella battaglia di Benevento del 1266.
Il Re Pietro I aveva infatti appoggiato la rivolta antiangioina dei Vespri siciliani per riscattare i diritti ereditari che la moglie Costanza II vantava, poiché era stata designata erede al trono del padre Manfredi dal cugino il duca Corradino di Svevia, prima che questi fosse fatto giustiziare dal re Carlo I d’Angiò nel 1268.
GIACOMO II DI ARAGONA
A Pietro succedette il figlio secondogenito Giacomo I di Sicilia, che nel 1294 con il re francese Carlo II d’Angiò stipulò il Trattato di Anagni, con il quale restituiva la Sicilia agli Angioini, in cambio della sovranità sulla Sardegna e la Corsica, dategli dalla Chiesa.
FEDERICO III DI ARAGONA
Il trattato di pace ebbe la disapprovazione dei siciliani: l’11 dicembre 1295 si riunirono nel Parlamento siciliano a Palermo, conti, baroni, cavalieri e sindaci delle città isolane, che dichiararono decaduto il Re Giacomo ed elessero nuovo sovrano il fratello minore e luogotenente generale del Regno di Sicilia, Federico.
Con Federico III (1273-1337) ebbe inizio il ramo siciliano della Real Casa d’Aragona, sotto il quale ebbero temporaneamente fine le Guerre del Vespro che insanguinavano l’isola, con la Pace di Caltabellotta del 1302, in cui si proclamò Re di Trinacria. A seguito della pace fatta coi reali francesi, sposò la principessa Eleonora d’Angiò, figlia del Re Carlo II d’Angiò, che lo rese padre di nove figli.
PIETRO II DI SICILIA
Di questi, il primogenito, Pietro II (1304-1342), fu suo successore al trono; il settimogenito Giovanni, marchese di Randazzo (1317-1348), che da reggente del Regno dopo la morte del fratello Pietro II, nel 1348 prima di morire a causa della peste nera, stipulò con gli Angioini la Pace di Catania, con il quale costoro rinunciavano ad ogni pretesa sulla Sicilia.
FEDERICO IV DI SICILIA
Successore di Pietro II, fu Ludovico (1335-1355), detto il Fanciullo, divenuto redi Sicilia a soli sette anni. Ebbe come tutori lo zio paterno il Marchese Giovanni e la madre Elisabetta di Carinzia, ed essendo morto giovanissimo senza lasciare eredi legittimi, gli succedette il fratello minore Federico IV (1341-1377), detto il Semplice. Detto Federico, quinto re aragonese della Sicilia, sposò dapprima Costanza d’Aragona, figlia del re Pietro IV, e poi la nobildonna Antonia del Balzo, figlia di Francesco, duca di Andria, ed ebbe una sola figlia legittima, dalla prima unione, Maria.
L’ESTINZIONE DELLA DINASTIA ARAGONESE
Maria di Sicilia (1363-1401) fu l’ultima discendente della famiglia reale aragonese-siciliana. Dopo la sua morte avvenuta nel 1401, il Regno di Sicilia tornò ad essere dominio del principale ramo della dinastia aragonese derivata dalla Casa di Barcellona, poiché avendo sposato nel 1392 il principe Martino I di Sicilia, questi gli succedette come sovrano dell’isola, fino al 1409.
Gli succedette Martino I di Aragona, come Martino II di Sicilia. Era figlio della principessa Eleonora di Sicilia, figlia di Pietro II di Sicilia. Però morì senza eredi nel 1410, e la Sicilia nel 1412 finì così alla casa Trastamara d’Aragona, fondata da Ferdinando I d’Aragona, figlio di Eleonora d’Aragona e Sicilia.
I RAMI COLLATERALI
I Sovrani di Sicilia appartenenti alla stirpe aragonese generarono molti figli naturali, dai quali si originarono alcuni rami collaterali.
Il re Pietro I di Sicilia fu padre di Sancio († 1334), signore di Militello in Val Demone, giunto in Sicilia nel 1312, da cui ebbe origine il ramo dei signori di Cammarata, per via del suo matrimonio con Macalda Palizzi, figlia di Vinciguerra.
Suo figlio il re Federico III di Sicilia, dalla sua amante la nobildonna catanese Sibilla Sormella ebbe quattro figli, di cui due maschi. Uno fu Alfonso Federico (1290-1339), che fu vicario generale del Ducato di Atene, dal 1317, e del Ducato di Neopatria, dal 1319, triarca dell’isola di Eubea, dal 1318, signore di Salona, dal 1320 e conte di Malta e di Gozo, dal 1330, alla sua morte. Da Alfonso Federico ebbe origine la dinastia Fadrique d’Aragona dei signori, poi conti, di Salona, molto potente in Grecia, che si estinse alla fine del XIV secolo con Luigi Fadrique d’Aragona († 1382; l’altro fu Orlando († 1361), da cui ebbe origine il ramo dei baroni di Avola, che nel XV secolo confluirà nei Tagliavia.
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