LA BIOGRAFIA DI CARLO V D’ASBURGO
Carlo V d’Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e Arciduca d’Austria dal 1519, Re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e Principe dei Paesi Bassi come Duca di Borgogna dal 1506. A capo della Casa d’Asburgo durante la prima metà del ‘500, il suo impero comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, la Germania e il nord Italia Imperiale, nonché le colonie castigliane e tedesche nelle Americhe- “Si diceva che sul suo impero il sole non tramontava mai“. Di carattere fiero ed energico, fu grande sostenitore della fede cattolica e lottò con grande tenacia i numerosi nemici, tra i quali il più accanito fu Francesco I re di Francia.
Napoli fu invasa nel 1528 dalle truppe francesi, che però abbandonarono l’impresa a causa della malattia del loro comandante Lautrec, morto di peste tre mesi dopo. Dopo questo episodio il Regno attraversò un lungo periodo pacifico che giovò notevolmente la sua economia consentendo lo sviluppo di un ceto medio – borghese. Napoli fu abbellita ed arricchita di numerosissimi edifici, chiese, strade e varie opere che favorirono lo sviluppo demografico di una città che si apprestava a diventare tra le più popolose del mondo (250.000 abitanti nel 1547). Nel 1556, dopo una vita travagliata e ricca di avvenimenti, l’imperatore abdicò: lasciò la corona di Spagna al figlio Filippo, quella d’Austria al fratello Ferdinando. Carlo si ritirò a vita privata e morì nel Settembre del 1558.
LA BIOGRAFIA
- Carlo V d’Asburgo Nacque a Gand, nelle Fiandre, il 24 febbraio 1500, e morì a San Jerónimo de Yuste il 21 settembre 1558. Carlo discendeva da alcuni dei casati più illustri della nobiltà europea: infatti, era figlio di Filippo d’Asburgo, detto il Bello (perciò nipote dell’Imperatore Massimiliano d’Asburgo) e di Giovanna detta la Pazza (figlia di Ferdinando d’Aragona e di Isabella di Castiglia).
- Nel 1516, dopo la morte di Ferdinando il Cattolico, Carlo (che, alla morte del padre, nel 1506, aveva già ereditato i Paesi Bassi), divenne re dell’ormai unificato Regno di Spagna, che, da un lato, con il possesso del regno di Napoli, della Sicilia, della Sardegna e delle Isole Baleari, già occupava una posizione centrale nel Mediterraneo; dall’altro, con le recenti conquiste sulle sponde del continente americano, si proiettava verso gli oceani, contendendo ai Portoghesi il dominio delle nuove terre.
- Recatosi in Spagna, non riuscì, però, ad ottenere il consenso delle Cortes che, convocate, rivendicarono la loro autonomia, negandogli i crediti richiesti. Nel 1519, allorché morì Massimiliano d’Asburgo, si recò in Germania a porre la propria candidatura alla corona imperiale, lasciando come reggente in Castiglia Adriano di Utrecht. Subito divampò la rivolta, detta dei comuneros; Carlo, ritornato nel 1522, ristabilì l’ordine mostrandosi clemente verso i ribelli e limitandosi a giustiziare i capi principali, ma fu questo il primo segno delle contraddizioni fra interessi regionali e politica europea, che tormentarono tutto il suo regno.
- Intanto, nel 1519, nonostante l’opposizione del re di Francia Francesci I, Carlo, comprando gli elettori grazie al prestito di una forte somma di denaro concessagli dai banchieri tedeschi di Augusta Fugger e Welser, era riuscito a farsi incoronare imperatore ad Aquisgrana, con il nome di Carlo V: il suo potere si estendeva, ora, su un immenso territorio, che, oltre all’Impero, comprendeva i possedimenti borgognoni, i possedimenti dinastici degli Asburgo e la corona spagnola, con le colonie americane, per cui si poteva effettivamente dire che il suo era “un impero su cui non tramontava mai il sole” (secondo le sue stesse parole).
- Francesco I, re di Francia, che aveva posto senza successo la propria candidatura, reagì all’accerchiamento territoriale in cui si era venuto a trovare da parte di Carlo V con la guerra. Nel 1521 scese in Italia, rivendicando il ducato di Milano, già conquistato da Luigi XII, e iniziando una lotta che, attraverso quattro fasi, terminò solo nel 1544, con il trattato di Crépy, con cui fu raggiunta la pace sulla base dello “status quo”.
- Di fronte ai problemi sollevati dalla Riforma, la posizione di Carlo fu molto prudente per il timore di urtare i principi tedeschi. Alla dieta di Worms (1521), Lutero, che non aveva ritrattato, fu lasciato libero e di fatto non fu perseguitato nemmeno dopo il bando. Alla dieta di Spira (1526) fu sancita la liceità della confessione luterana sino alle decisioni del successivo concilio; e quando, a una seconda dieta di Spira (1529), Carlo, che si era riconciliato con il pontefice, tentò di risolvere la questione con la forza, le reazioni protestanti (lega di Smalcalda e protesta di Augusta, 1530) lo fecero tornare su una posizione conciliatrice.
- Si faceva intanto sempre più grave il problema turco: nel 1534 Khair ad-Din, detto il Barbarossa, tolta Tunisi al re berbero Mulay Hasan, se ne serviva come base per le scorrerie dei suoi pirati. Carlo organizzò una spedizione a cui parteciparono tutti gli Stati europei, esclusa Venezia. Tunisi venne restituita a Mulay Hasan e i pirati subirono una dura sconfitta.
- Nel 1545 si era aperto il Concilio di Trento e Carlo si era andato convincendo che era ormai possibile risolvere il problema protestante con la forza. Alleatosi con Maurizio di Sassonia, condusse una campagna sul Danubio, a cui Paolo III partecipò con uomini e mezzi e che si risolse con la vittoria di Muhlberg (1547), in cui fu distrutto l’esercito protestante e molti capi vennero fatti prigionieri. Ma la situazione si capovolse rapidamente e Carlo fu costretto a firmare il trattato di Passavia (1552), con cui vennero liberati i principi protestanti prigionieri e fu ristabilita in Germania la libertà di culto. Stanco delle lunghe lotte, nel 1556 abdicò a favore del figlio Filippo II e del fratello Ferdinando, tra i quali spartì gli enormi domini.
GLI ASCENDENTI DI CARLO V
Carlo d’Asburgo (1500-58) entra in scena per la prima volta quando, in veste di re di Spagna, a firma nel 1516 la pace di Noyon, con cui si riconosce alla Francia di Francesco I il ducato di Milano e agli spagnoli il regno napoletano, che i francesi avevano cercato, invano, di riprendersi, essendo appartenuto, in precedenza, agli Angioini.
L’albero genealogico di Carlo d’Asburgo (nato a Gand) è abbastanza complicato, ma sarà proprio esso che gli permetterà di ereditare un impero vastissimo:
- I suoi nonni paterni erano Maria di Borgogna, i cui regni (Paesi Bassi, Fiandre, Franca contea e Artois) erano stati ereditati dagli Asburgo, in seguito al matrimonio di Maria con Massimiliano d’Asburgo, che aveva potere su Austria, Tirolo, Stiria e Carinzia e che morirà nel 1519; dal matrimonio era nato Filippo d’Asburgo, il padre di Carlo.
- I nonni materni invece erano Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, i fautori dell’unificazione nazionale spagnola, padroni anche del regno napoletano, inclusa la Sicilia e la Sardegna, e naturalmente di vastissime colonie nel continente americano. Dal loro matrimonio era nata una figlia mentalmente squilibrata, passata alla storia col nome di Giovanna la Pazza: fu proprio dal matrimonio di questa con Filippo d’Asburgo che nacque Carlo V.
Alla morte di suo padre Filippo (1506) e di tutti i nonni, Carlo V riuscì abbastanza facilmente a dimostrare che il vastissimo impero non poteva essere gestito da sua madre e, sebbene in Spagna non apprezzassero affatto la corte fiamminga che egli, avendo sempre vissuto nelle Fiandre, s’era portato con sé, alla fine nessuno poté impedire la concentrazione di un territorio così vasto nelle mani di una sola persona, la cui sede imperiale, peraltro, era alla corte d’Asburgo, mentre in Spagna governava un suo luogotenente, il cardinale Adriano di Utrecht.
LE IMPRESE DI CARLO V
Carlo sarebbe divenuto in breve tempo il sovrano più potente del mondo. In virtù di avi d’eccezione infatti poté ereditare un vastissimo impero, oltretutto in continua espansione, ed esteso su tre continenti: Europa, Africa e America.
Nelle sue vene scorreva il sangue blu delle più disparate nazionalità: austriaca, tedesca, spagnola, francese, polacca, italiana e inglese. I re di Aragona erano inoltre discendenti degli Hohenstaufen tramite Costanza, figlia di re Manfredi. Questo, di fatto, permise a Carlo – di fatto discendente dall’imperatore Federico II di Svevia, detto lo stupor mundi – di ereditare i regni di Napoli e Sicilia.
Il 12 gennaio 1519, con la morte del nonno paterno Massimiliano I, il sovrano, già re di Spagna da tre anni, concorse per la successione imperiale. Gli altri pretendenti erano Enrico VIII d’Inghilterra e Francesco I. L’imperatore venne nominato da sette elettori: gli arcivescovi di Magonza, Colonia e Treviri, e i signori laici di Boemia, del Palatinato, Sassonia e Brandeburgo.
Nell’occasione, per finanziare l’offerta e pagare gli elettori, Carlo fu appoggiato da Jacob II che rappresentava i banchieri Fugger di Augusta. L’elezione si risolse quando fu chiara la posizione di papa Leone X, che declinò l’offerta in favore di Carlo quindi eletto dai principi elettori con voto unanime.
L’obiettivo di Carlo V era la costruzione una unità politica e religiosa in Europa, che prendeva il nome di monarchia universale cristiana. A tal fine mise in piedi un vasto esercito costituito da lanzichenecchi tedeschi, tercios spagnoli, cavalieri borgognoni e condottieri italiani.
In linea con il suo disegno universalistico, il sovrano viaggiò continuamente nel corso della sua vita senza stanziarsi in un’unica capitale. Incontrò sul suo cammino tre grandi ostacoli che minacciarono l’autorità imperiale in Germania e Italia: il Regno di Francia, ostile all’Austria e circondato dai possedimenti carolini di Borgogna, Spagna e Impero; la nascente Riforma protestante, appoggiata dai principi luterani; e infine l’espansione dell’Impero ottomano ai confini orientali e mediterranei dei domini asburgici.
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