GLI ARAGONESI DI SICILIA RIPOSANO A CATANIA
Chiunque abbia studiato storia, sa già che gli aragonesi regnarono in Sicilia tra i tanti susseguirsi di casati e dinastie. Forse è un po’ meno noto il fatto che, sotto la loro dominazione, Catania fu nominata capitale del Regno di Sicilia. E che le loro tombe, da sempre nella nostra città, sono tornate alla luce soltanto a metà del secolo scorso!
Pochi lo sanno che gli “Aragonesi di Sicilia” riposano a Catania nella Cattedrale, all’interno della cappella della Madonna del Rosario, i loro sarcofagi sono poco visibili enon sempre accessibili al pubblico.
LE TOMBE REALI A CATANIA
Il 16 maggio 1952 sul Giornale dell’Isola viene pubblicato un articolo di Guglielmo Policastro dal titolo “Vicende storiche e piccola cronaca dei sepolcri regali della Cattedrale”. Fino ad allora, infatti, non si aveva più traccia delle tombe dei re Aragonesi, che pure dovevano essere sepolti a Catania. A conferma di ciò, una relazione del 28 gennaio 1598 fatta a proposito della visita del monsignor Fabrizio Mandosio al Duomo e, quindi, alle tombe.
L’articolo attirò l’attenzione del professor Letterio De Gregorio, che si convinse che tali tombe dovessero essere ancora all’interno della Cattedrale. Precisamente, nelle pareti interne dell’abside centrale, tra il coro capitolare e gli stucchi.
Così era. Vennero infatti riportati alla luce non le tombe di generici membri della famiglia reale (come si supponeva in passato fossero lì collocate), ma dei reali per eccellenza. Nella parete di sinistra venne trovato il sarcofago della regina Costanza d’Aragona; a destra, il sarcofago di Federico II, contenente i resti di più membri della famiglia.
Come ci sono finiti lì? Erano già stati spostati nel 1597, per dei lavori di rinnovamento del presbiterio. Nel 1628, poi, la tragedia: forse per proteggerli dai nascenti sentimenti antispagnoli, i due sarcofagi vennero murati e ricoperti di stucchi. Per fare ciò, purtroppo, anche brutalmente danneggiati.
LA VISITA DEI SARCOFAGI
Quanti siciliani, ma soprattutto catanesi, sanno che la maggior parte della famiglia dei reali “Aragonesi di Sicilia” riposano nella Cattedrale di Catania? Ma anche se tutti lo sapessero, l’eventuale visita ai sarcofagi, che contengono i resti mortali di personaggi appartenenti alla storia di Sicilia, non sempre è agevole.
La cappella della Madonna del Rosario si trova a destra della cappella di Sant’Agata, ma non è sempre accessibile al pubblico (tranne nel mese di maggio ed in altre poche occasioni) e quindi i due importanti sarcofagi (autentiche opere d’arte) restano per gran parte dell’anno buie e mute testimonianze del nostro passato.
Se avrete l’occasione di potere entrare nella cappella scoprirete, entrando a destra, i due sarcofagi posti uno di fronte all’altro. Forse è un bene che i resti di questa famiglia reale siano collocati in un luogo così poco frequentato. L’atmosfera è austera è sembra quasi una cappella dedicata a “loro”: tre uomini, due donne e un bambino che in vita sono stati al centro della vita politica della Sicilia, dai Vespri alla cosiddetta età dei Martini, e pertanto al centro della storia del Mediterraneo.
I SARCOFAGI
I due sarcofagi, per quanto compromessi dalle loro disavventure, restano comunque due bellissimi esempi d’arte. Nel grande sarcofago di Federico II riposano con lui altri parenti; tra questi, il nipote Ludovico e la pronipote Maria, regina di Sicilia. È un sarcofago antico, della tipologia “Sidamara”, risalente al II-III secolo d.C.; il coperchio, invece, è di altra lavorazione. Il sarcofago della regina, invece, è di fattura medievale. Sulla sommità vi è ritratta la sovrana – per quanto mal ridotta dai colpi di scalpello ai tempi della loro muratura – con ai piedi la corona e un cane; ai lati è visibile, invece, uno scorcio di Catania.
E così torna alla luce un pezzo di storia catanese, ma forse ancor più siciliana. La storia di quel XIV secolo, in cui aleggia ancora nell’isola quel sentimento di ribellione e desiderio di libertà nati con la rivolta del Vespro.
In questi due artistici, poco noti, ma soprattutto colpevolmente danneggiati sarcofagi riposano personaggi che sono stati protagonisti della storia della Sicilia lungo tutto il ‘300; secolo in cui i siciliani cercarono inutilmente di concretizzare le idee di libertà e indipendenza nate con la rivolta del Vespro.
Per completezza d’informazione, a sinistra e a destra di chi guarda l’abside centrale restano ancora visibili, sopra il coro ligneo, i danni provocati agli affreschi per estrarre i sarcofagi di Federico III e della regina Costanza d’Aragona:
- Nel più grande riposano i resti del re Federico III d’Aragona, di suo figlio Giovanni, di suo nipote Ludovico, della pronipote Maria, regina di Sicilia, e del figlio di quest’ultima, Federico, morto a meno di due anni.
- In quello piccolo riposa invece la regina Costanza d’Aragona, figlia di Pietro IV re d’Aragona e Catalogna, e sposa di Federico IV il semplice, re di Sicilia.
- Per la degna sepoltura di Federico III re di Sicilia (che aveva scelto Catania come residenza della sua famiglia), fu usato questo antico sarcofago che inizialmente fu collocato nell’abside centrale del Duomo dove oggi c’è il coro ligneo.
IL SARCOFAGO SIDAMARA
Il sepolcro che per primo attira l’attenzione è il grande sarcofago “Sidamara” (definito così dal luogo di provenienza dei sarcofagi di questo tipo). Questa tipologia di sarcofago di epoca romana si data genericamente al III sec. d.C. ed è lavorato con grandi figure (purtroppo giunte a noi gravemente danneggiate) su tre lati, ma chiuso da un coperchio che non appartiene al sottostante manufatto. Posto nella parete di fronte c’è invece un sarcofago più piccolo, di età medievale, che risale alla fine del 1300.
Alla morte di Federico III d’Aragona, avvenuta per malattia nel 1337, il re che aveva ridato dignità ai siciliani fu sepolto nella città che egli stesso aveva eletto a sua residenza. La moglie Eleonora gli sopravvisse sei anni fino al 1343 quando morì a Nicolosi nel solitario convento di San Nicolò la rena (sabbia nera dell’Etna). Anche lei fu sepolta a Catania, ma nella chiesa di San Francesco d’Assisi che si vuole sia stata fatta erigere da lei stessa. Nel sarcofago vi sono anche i resti di Giovanni d’Aragona duca di Atene e di Neopatria, che era figlio di Federico III d’Aragona e fratello minore di Pietro II e che morì a Catania nel 1348.
Nel 1355, all’età di 17 anni, Ludovico d’Aragona, che era già stato incoronato re di Sicilia alla morte del padre Pietro II, morì di malattia presso il castello di Aci e venne sepolto assieme ai resti del nonno Federico III. Il sarcofago “Sidamara” accoglie anche i resti di Maria d’Aragona, regina di Sicilia, nata a Catania nel 1363, figlia di Federico IV d’Aragona il Semplice e di Costanza di Castiglia a sua volta figlia di Pietro IV re d’Aragona e Catalogna.
IL SARCOFAGO MEDIOVALE
Nel sarcofago medievale di fronte riposa sua madre, la regina Costanza d’Aragona, figlia di Pietro IV re d’Aragona e Catalogna, e sposa di Federico il semplice, re di Sicilia. Morì di parto nel 1363 dopo aver dato alla luce sua figlia Maria.
Il sarcofago medievale è formato dalla cassa che è decorata su due lati e da un coperchio su cui è scolpita la figura intera della regina adagiata sul letto di morte con ai piedi la corona e il suo cane accovacciato. Sulla cassa è raffigurato uno scorcio del piano antistante il Duomo di Catania e la Loggia dei Giurati e al centro della scena si scorge la regina che prega ai piedi della Madonna.
LA COLLOCAZIONE DEI DUE SARCOFAGI
I due sarcofagi furono tolti da quelle posizioni e collocati nella cappella della Madonna dopo il 1958. In precedenza, già nel 1597, i lavori per il nuovo assetto del presbiterio avevano provocato un primo spostamento dei sarcofagi, e il loro posizionamento al di sopra del nuovo coro ligneo. La posizione originale delle tombe reali era sempre nell’abside centrale, ma sicuramente quasi ad altezza d’uomo. Nel 1628, forse per paura dei nascenti sentimenti anti spagnoli, si compì lo scempio danneggiando irrimediabilmente i sarcofagi reali.
In particolare quello della regina Costanza venne scalpellato (tranne il volto e il cuscino) per far meglio aderire gli stucchi che avrebbero coperto la tomba. Anche il sarcofago del re Federico fu coperto di stucchi senza però prima avere traslato al suo interno i resti degli altri suoi eredi presenti in Cattedrale compresi quelli della regina Maria che erano nella cappella di Sant’Agata accanto all’altare. E così il capitolo dei ribelli “Aragonesi di Sicilia” fu chiuso, seppellito sotto uno strato di stucco.
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