LA CITTA’ DI CATANIA
La città di Catania è una delle perle della Sicilia. La città, che sorge a metà strada tra il vulcano Etna ed il mare, ha da sempre un fascino particolare che attira ogni anno migliaia di turisti. Sarà forse la sua architettura unica, che la rende una città ibrida tra una meta artistica ed una città di mare, oppure l’utilizzo della pietra lavica per costruire molti dei palazzi che la caratterizzano, oppure l’aria che si respira nelle sue strade.
Lo stemma di Catania raffigura al suo interno il simbolo della città: l’elefantino. Presente anche nell’obelisco al centro di piazza del Duomo, prende il nome di “Liotru”. In basso il riferimento alla sua origine romana con l’espressione S.P.Q.C. (Senatus Populosque Catanensium). Il nome dell’elefantino (‘u Liotru) è riconducibile con ogni probabilità alla fama di Eliòdoro, personaggio leggendario della Catania del VIII secolo.
L’ETIMOLOGIA DEL NOME CATANIA
Catania è un comune della Sicilia sud-orientale, capoluogo di provincia, conta poco più di trecento mila abitanti. E’ situata ai piedi dell’Etna, è stata più volte interessata da terremoti, il più importante dei quali nel 1693, oltre che da eruzioni vulcaniche.
- Il suo nome deriva dal greco Katànesignifica letteralmente grattugia: Pare che sia stato assegnato alla città a causa della conformazione e della morfologia del territorio che è in prevalenza di natura lavica.
- Secondo un’altra interpretazione, però, deriverebbe da Katina, cioè bacinella o catino: sarebbe sempre riferito alla struttura della zona, costituita da una vallata circondata da colline.
- Si è ipotizzato inoltre che il termine Catania derivi da una contrazione dell’espressione greca katà Aitnè: letteralmente “nei pressi dell’Etna”.
Dal 2002 le sue bellezze artistiche di Catania sono state inserite dall’UNESCO nella lista dei beni patrimonio dell’umanità.
LA STORIA DELLA CITTA’ DI CATANIA
Per quanto riguarda, invece, la storia della città, si ripete lo stesso canovaccio delle altre città dell’isola. Nasce, infatti, per mano dei Sicani, i quali si stabilirono ai piedi dell’Etna.
Assume carattere di stabilità e di centro più organizzato solo con l’arrivo dei Siculi intorno al XIII secolo a.C. Nel 729 a.C. un gruppo di coloni Greci provenienti dalla Calcide, sbarcarono nella costa orientale della Sicilia.
Battezzarono quei territori con il nome di katàne, entrando subito in conflitto con la vicina polis di Siracusa. Secondo quanto narrato dallo storico Tucidide, Katane è stata fondata dopo il 729 a.C. dai coloni calcidesi di Naxos, nell’attuale Colle dei Benedettini.
Durante il secolo successivo, il legislatore Caronda introduce un ordinamento politico moderato, un mix di oligarchia e democrazia, spazzato via nel 476 a.C. da Ierone di Siracusa, un vero e proprio tiranno. Gli abitanti catanesi, deportati sotto la sua giurisdizione, riusciranno a rientrare in città solo nel 461 a.C., ovvero 15 anni dopo.
I Romani arrivano a Catania nel 236 a.C., durante le guerre puniche. Il loro governo è florido, ricco e riesce a mantenersi stabile e fiorente fino all’età imperiale. Come è ben noto, il 535 è segnato dalle invasioni barbariche e dalla conquista bizantina e Catania viene coinvolta: nel IX secolo, infatti, viene occupata dai Musulmani, che ridistribuiscono le terre e danno il via ad intense attività agricole e commerciali.
Dal 1071, invece, sono i Normanni a fare da padroni: si devono a loro la costruzione della Cattedrale, utilizzata come chiesa-fortezza, il ripristino del latifondo e la cessione dei monasteri. Con la loro caduta, segue un periodo di forte crisi, che trova il suo apice col il terremoto del 1169.
Subisce la forza dell’Impero Romano, per poi passare in mano Bizantina, Normanna, Sveva e Angioina.
La pace e la stabilità arrivano, finalmente, tra la fine del XII e buona parte del XIII secolo con Federico II di Svevia: è proprio lui a commissionare la costruzione del castello Ursino come completamento della sua opera di fortificazione della Sicilia orientale ed espressione del suo immenso potere.
Lo seguono gli Aragonesi, alla fine del XIII secolo: sotto la loro dominazione, Catania viene prediletta a Palermo come sede della corte e come luogo migliore per la fondazione del Siculorum Gymnasium, prima vera e propria prestigiosa Università siciliana.
La grande eruzione del 1669 ed il terribile terremoto del 1693, che colpisce tutta la Sicilia orientale e distrugge gran parte della città, portano sul lastrico l’economia catanese. Grazie all’impegno e alla forza di volontà degli abitanti, Catania viene ricostruita e riesce ad estendere i propri confini, fino ad essere eletta capoluogo di provincia nel XIX secolo.
Le opere artistiche e architettoniche che possiamo oggi ammirare risalgono, però, al periodo più recente. A causa degli eventi che abbiamo prima richiamato, cioè terremoti ed eruzioni, poco o nulla rimane del periodo classico, quello greco.
I reperti di maggior rilievo risalgono soprattutto al più recente periodo romano.
Da ricordare, infine, che a seguito delle eruzioni del vulcano e dei terremoti, che si sono verificate nel corso dei secoli e che hanno danneggiato seriamente la città, la ricostruzione è stata sempre stata organizzata sul medesimo posto: Segno di evidente attaccamento degli abitanti alla loro terra.
CATANIA, UN GIOIELLO TUTTO DA SCOPRIRE
Catania è un gioiello tutto da scoprire. Il centro storico ampio, ricco di monumenti caratterizzati dalla costruzione con la pietra lavica, è un luogo indimenticabile per un viaggio. A farla da padrone sono soprattutto le chiese, ma il Centro Storico è anche ricco di mercati, come quello del lunedì che ormai è diventato una vera istituzione, oltre ai musei ed agli edifici che, per fortuna, sono stati adibiti ad altri usi evitando così di finire nel dimenticatoio.
Catania è una splendida città siciliana al secondo posto, dopo Palermo, per popolazione. Le sue origini sono antichissime, in quanto fu fondata dai Calcidesi nel 729 a.C. Catania vanta un patrimonio architettonico, artistico e storico di ragguardevole pregio e gli edifici del suo prezioso centro storico sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Una delle peculiarità di Catania riguarda la sua poliedricità paesaggistica. La città prende vita ai piedi del vulcano più attivo d’Europa, l’Etna, attorno al quale si estende il Parco dell’Etna. Lo sviluppo della città è fortemente correlato in un modo o in un altro al vulcano che la caratterizza. Il carattere “fumantino” di Catania è indubbiamente settecentesco in quanto nel 1693 ci fu un tremendo terremoto che distrusse gran parte dei monumenti.
La ricostruzione della città comportò la nascita e la formazione di vie regolari e spaziose ed ampie piazze caratterizzate da splendide strutture ed edifici di stile tardo barocco. Essendo una città ricca di storia, sia dal punto di vista architettonico che culturale, sono numerosi i monumenti e gli edifici da visitare. Il principale materiale di costruzione di questi monumenti è indubbiamente la pietra lavica.
CATANIA, LA CITTA’ DALLE SETTE VITE
Catania, in cui gli ambienti urbani di piazza Duomo e via dei Crociferi sono da considerare le aree più rappresentative sia per la qualità urbana che per il contesto architettonico, è un esempio di città interamente ricostruita in situ.
Più volte distrutta dalla lava e dai violenti terremoti, è sempre stata ricostruita grazie all’amore e alla volontà dei suoi abitanti. Ancora oggi continuano ad emergere dal sottosuolo le vestigia della città antica, che sopravvissute alle dinamiche dell’Etna, offrono numerose testimonianze sulle millenarie vicende locali che hanno visto succedersi diverse civiltà e stratificazioni culturali: Greci, Romani, Goti, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi.
Catania viene definita la città dalle sette vite, poichè sette sono le volte in cui è stata distrutta e ricostruita. Invasioni, eruzioni vulcaniche e catastrofici terremoti hanno forgiato profondamente il carattere di questa indomabile città contro gli uomini e le forze della natura. Nei suoi ventotto secoli di storia, innumerevoli sono le civiltà che si sono succedute e hanno lasciato delle importanti testimonianze, che è possibile ammirare nei numerosi monumenti ed edifici storici. Già colonizzata dai Greci, fu poi occupata dai Romani, dai Bizantini, passando per gli Arabi e arrivando ai Normanni. Si ribellò agli Angioini, ai Borboni e agli Spagnoli fino all’annessione al Regno d’Italia nel 1860.
Proprio durante la sovranità spagnola, nel 1669 un’imponente eruzione vulcanica mutilò il sistema difensivo e distrusse coltivazioni ed interi quartieri.
IL TERREMOTO E LA RICOSTRUZIONE
La sciagura peggiore arrivò l’11 gennaio 1693, quando Catania e gran parte delle città della Sicilia sud-orientale furono rase al suolo da un terribile terremoto. In uno scenario di morte e distruzione, in cui si contarono tra le 12 e le 16 mila vittime (solo nella città di Catania) poco rimase in piedi delle strutture tardo medievali e rinascimentali: solo il Castello federiciano e le absidi della Cattedrale, nonchè poche porzioni della cinta muraria cinquecentesca.
Quello fu anche l’anno della rinascita di Catania, che deve il suo aspetto attuale all’immediata ricostruzione sui resti delle fortificazioni. La città fu per decenni un unico grande cantiere che vide l’avvicendarsi di numerosi architetti, tra i quali ha lasciato un segno indelebile il palermitano Giovan Battista Vaccarini.
Il nuovo piano urbanistico volle vie larghe e rettilinee, interrotte regolarmente da ampie piazze, per offrire veloci vie di fuga o sicuri rifugi in caso di nuovi terremoti, raggiungendo ad ogni modo risultati artistici di altissimo livello.
Il terremoto del 1693 segnò, dal punto di vista urbanistico e architettonico, una svolta per il capoluogo etneo. La ricostruzione che ne seguì portò all’esaltazione dell’arte barocca che divenne l’elemento stilistico emblematico della città. Tant’è che nel 2002 l’inconfondibile espressione barocca del suo centro storico è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
I teatri, i palazzi, le fontane, i castelli, le biblioteche forgiati dall’utilizzo coerente della pietra lavica nera e della pietra calcarea bianca di Siracusa, fanno da palcoscenico a questa città poliedrica e multiforme, sfacciata e malinconica, contraddittoria e profondamente vera.
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