I MONUMENTI DI CATANIA ANTICA
Le varie colate laviche hanno quasi interamente coperto il vecchio abito greco e quel che rimase, fu utilizzato dai romani come traccia costruttiva per i loro edifici.
Per quanto riguarda la Catania romana si può dire che i ritrovamenti sono parecchi e sufficienti a tracciare per grandi linee la fisionomia della “civitas”.
Purtroppo bisogna osservare con tristezza che oltre al tempo, la lava, il vandalismo delle varie dominazioni, la indifferenza degli organi competenti e dei cittadini dei nostri giorni, hanno contribuito negativamente sullo stato di conservazione dei pregevoli monumenti.
LA CITTA’ DI KATANE’
Katane è il nome greco del capoluogo etneo, un passato di cui vi racconteremo i dettagli e i resti. Nel 729 avanti Cristo, i Calcidesi di Naxos decisero di partire per un’altra spedizione di conquista in Sicilia, esattamente nel territorio dell’attuale Catania. In quel tempo, Platone non era ancora nato, Sparta aveva da poco conquistato una grossa fetta del Peloponneso e Palermo era già stata fondata dei Fenici di Tiro. I Siculi etnei videro arrivare dal mare le navi straniere ben fatte e non poterono fare altro che scappare. Secondo una leggenda non ufficiale, il primo ad avvistare le triremi greche fu proprio PoliRecords che, arrabbiato per un furto di cavalli alati, decise di voltarsi dall’altra parte. Tuttavia, ben presto approfondì la vicenda e, a distanza di molto tempo, è in grado di fornirvi il giusto quadro storico.
LA CONQUISTA GRECA DEL TERRITORIO ETNEO
Dopo la fondazione, in poco tempo i Greci riorganizzarono la nuova polis come volevano e la chiamarono Katane. La città aveva una posizione naturalmente strategica: era protetta dal porto e bagnata dal fiume Amenano. In quel territorio, i conquistatori continuarono a onorare le divinità dell’Olimpo e realizzare altari in cui sacrificavano le bestie più grasse. Di pari passo all’architettura rituale e pubblica, iniziava ad avere un forte impulso anche quella civile. In quel periodo, pare che soggiornarono in città i poeti Ibico e Stesicoro. È a quest’ultimo, probabilmente più simpatico del collega, che i catanesi decisero di intitolare una delle principali piazze della città. Una fama pari soltanto a quella di Caronda, il primo che diede alla città, nel VI secolo a.C., delle leggi scritte.
IL QUINTO SECOLO AVANTI CRISTO: KATANE’ DIVENTA AITNA
All’inizio del V secolo a.C. l’idillio si spezzò perché Katane venne conquistata da Ippocrate di Gela. La sua tirannia durò ben poco perché nel 476 a.C. ebbe inizio la dominazione siracusana della città. Non senza grossi stravolgimenti. Il tiranno Gerone I di Siracusa arrivò a Katane e deportò tutti i suoi abitanti a Leontinoi (attuale Lentini), popolando la città etnea con 10mila coloni e cambiandole il nome in Aitna. Un’occasione di tale importanza che il poeta Pindaro celebrò componendo la Pitica I. Solo qualche anno più tardi, alla morte del tiranno, gli abitanti originari di Katane poterono tornare in città mentre i 10mila coloni vennero costretti con la forza a trasferirsi a Inessa, centro probabilmente corrispondente all’attuale Paternò.
I RESTI E I REPERTI DELL’EPOCA GRECA
Di quello che allora sorgeva a Katane-Aitna oggi rimane ben poco per via delle stratificazioni dovute alle colate laviche dell’Etna e alle successive costruzioni di epoca romana e bizantina. Che, nei fatti, si sono conservate meglio. Eppure, qualcosa dei Greci sopravvive ancora. I reperti archeologici medio-piccoli, come ceramiche e statuette in argilla, sono stati collezionati nel Settecento dal principe Ignazio Paternò Castello (V Principe di Biscari) e oggi si trovano al Museo Civico del Castello Ursino mentre per il resto bisogna affidarsi a quel poco che rimane della memoria storica. La vecchia polis Katanè si estendeva perlopiù nell’area oggi occupata dall’ex Monastero dei Benedettini, da piazza Dante e dal Castello Ursino. In questa zona rientrano i tre principali snodi della città, ovvero:
- Acropoli: via Montevergine
- Agorà: Cortile di San Pantaleone
- Teatro: via Teatro greco
Nei luoghi indicati è giusto precisare che non troverete monumenti né resti facilmente individuabili. Eppure, quello che viene proposto è un salto in un’atmosfera lontana, un modo per guardare con i vostri occhi quello che i Greci conquistatori vedevano moltissimi secoli fa.
LE TRACCE DI CATANIA GRECA
Le più antiche tracce di Catania greca sono venute alla luce sulla collina dei benedettini (piazza Dante). In questa zona si suppone sia stata l’acropoli della città.
Ai tempi di Gerone di Siracusa la città era divisa in quattro rioni: Dimeterea (quartiere dei Benedettini) dove era ubicato un tempio di Demetra; Luna (nei pressi della Collegiata) dove era il “forum lunare”; Civitas (quartiere delle persone nobili e ricche) si estendeva lungo il mare; Etnapolis cioè la parte nuova fatta costruire da Gerone verso nord.
I numerosissimi templi dedicati al culto degli dei pagani occupavano il posto che oggi è occupato dalle chiese cattoliche.
La città greca si sviluppava principalmente sulla altura (piazza Dante) al centro della quale era l’acropoli; a settentrione si estendeva fino all’odierna piazza Stesicoro, a sud sino all’attuale via Garibaldi a oriente fino al punto in cui oggi è la via Etnea.
Lungo il versante orientale scorrevano due fiumi: l’Amenano, di cui è rimasta traccia nella fontana “dell’Acqua a linzolu” e il Lòngane, di cui è rimasta traccia nella fontana-lavatoio di piazza Bonodies (Cibali) e nelle numerosissime polle d’acqua che affiorano lungo la costa ogninese.
Catania greca si estendeva per quindici miglia, la parte costiera andava da Mascali fino al Simeto e lo spazio aperto arrivava fino alla cima dell’Etna.
CATANIA ROMANA
Il perimetro delle mura di Catania romana partiva dall’odierna piazza Duomo, saliva includendo l’area in cui oggi sorge la chiesa di S. Agata fino a piazza Stesicoro; comprendeva l’anfiteatro, poi deviava a nord-ovest verso via Plebiscito, le mura giravano in direzione del mare, piegavano a sud includendo l’area in cui è il monastero dei benedettini piazza Dante che occupava la zona dell’acropoli. Catania romana si estendeva per cinquemila e quattrocento metri, una volta e mazzo Pompei.
I ruderi monumentali testimoniano che la città dovette essere splendida e magnifica, ricca di terme e di luoghi di divertimento; le terme, in particolare, testimoniavano il lusso e l’agiatezza di costumi.
- Le più importanti erano le terme Achillee o Achilleanesorgevano e sono ancora visibili sotto il pavimento di piazza Duomo.
- Le terme dell’Indirizzo sono ancora visibili in piazza Currò e via Auteri (pescheria).
- Le terme della Rotonda si trovano tra la via della Rotonda e tra via Galatola (alle spalle di via Tetro Greco).
- Le terme dei Quattro canti all’incontro di via Etnea con via San Giuliano.
Le terme di piazza Dante sono troppo mal ridotte.
Importante era l’acquedotto romano che portava l’acqua da S. Maria di Licodia fino a Catania (piazza Dante) nei locali dove oggi sorge la chiesa di S. Nicolò l’Arena (convento dei benedettini), dopo aver superato Valcorrente, Misterbiaco e Monte Po. Un tratto del vecchio acquedotto si trova in condizioni di deplorevole abbandono, in contrada Scalilli, vicino Paternò.
IL FORO ROMANO
Il foro romano è stato individuato nel cortile di S. Pantaleone tra via Vittorio Emanuele e via Garibaldi. Aveva la forma di un parallelogrammo, in mezzo una piazza spaziosa circondata da un portico sostenuto da numerose colonne.
IL TEATRO ROMANO
Nell’area compresa tra via Crociferi, piazza S. Francesco, via V. Emanuele, via Tineo e via Teatro greco, sorge, il teatro romano, anche se avanzi più antichi fanno presupporre l’esistenza nello stesso di un’opera greca. Le colonne e il rivestimento marmoreo furono adoperati dal conte Ruggero, quando fece costruire la Cattedrale. Un’altra colonna sta nel cortile di palazzo Biscari e un’altra ancora sorregge la statua di S. Agata in piazza dei Martiri.
L’ODEON
L’odeon è un teatro coperto attaccato al teatro romano, era ed è ancora semicircolare.
Era il doppio di quello ateniese e conteneva un numero triplo di spettatori rispetto a quello di Atene. Era adibito a spettacoli musicali e canori.
L’ANFITEATRO ROMANO
L’anfiteatro romano si trova in quella area che oggi è delimitata dalla via Penninello e dal palazzo Tezzano (piazza Stesicoro) per quanto riguarda la lunghezza dell’asse minore dell’ellisse; dalla chiesa di S. Biagio alla via Etnea per quanto riguarda la lunghezza dell’asse maggiore dell’ellisse. La forma dell’anfiteatro è infatti ellittica. Esso risale al II secolo d.C.; è appena più piccolo del Colosseo ed assai più grandedi quello di Verona e di Siracusa.
LA NAUMACHIA
Nei pressi del castello Ursino vicino la Chiesa di S. Giuseppe vi era un lago artificiale su cui si svolgevano giochi nautici e battaglie navali detto naumachia. Il lago largo centoventuno metri e lungo centosettantadue era incavato nell’argilla e tutto intorno era circondato da numerosi alberi di ginepro e pioppo.
L’IPPODROMO
Attaccato alla naumachia vi era l’ippodromo un superbo edificio decorato con statue di marmo, bagnato da due ordini di canali, nei due fianchi laterali esterni vi erano botteghe e uffici; al centro vi era una “spina” che finiva con due “mete” (costituita da due obelischi). Una delle mete è l’obelisco posto sull’elefante di piazza Duomo.
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