LE COMPOSIZIONI E LE OPERE DI BELLINI
Discendente di una famiglia di musicisti, Vincenzo Bellini (3 novembre 1801, Catania – 23 settembre 1835, Puteaux, Parigi) mostra fin da piccolissimo una eccezionale predisposizione per la musica. Al Conservatorio di Napoli, dove entra nel 1819 grazie a una borsa di studio del Comune di Catania, il suo maestro Nicola Antonio Zingarelli gli infonde un amore (mai rinnegato da Bellini) per la melodia intesa come elemento fondamentale del discorso musicale. Al termine degli studi gli viene commissionata un’opera per il teatro San Carlo di Napoli.
Durante la sua vita, Bellini è riuscito a lavorare a Milano, Venezia, Parigi, Londra. Ha trascorso gran parte della sua vita creativa a Milano. La città gli ha dato tutto: amore, fama, prosperità. Gli ultimi due anni ha vissuto a Parigi, cercando di conquistare il pubblico francese. Durante la sua vita, il compositore ebbe diversi mecenati di alto rango che contribuirono alla sua carriera.
Il duro lavoro ha minato la salute del compositore. Alla fine dell’estate del 1835, era molto malato e muore il 22 settembre per infiammazione intestinale. Fu originariamente sepolto a Parigi, ma in seguito le ceneri furono trasportate in Sicilia.
LE OPERE DI VINCENZO BELLINI
- Vincenzo Bellini fin da giovane si dedica alla composizione ottenendo un ottimo successo: nel 1817 la sua produzione era molto intensa, tanto che il giovane Bellini ottenne una borsa di studio, per avere la possibilità economica di perfezionare il suo talento naturale al Real Collegio di Musica di San Sebastiano.
- Fra i maestri di Vincenzo Bellini possiamo ricordare Nicola Antonio Zingarelli, che è il primo ad indirizzare il ragazzo verso lo studio dei classici. Durante la scuola, Vincenzo Bellini conosce anche il calabrese Franco Florimo, del quale diventa intimo amico, e che poi diverrà bibliotecario del conservatorio di Napoli.
- Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d’opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine, oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte.
- Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L’anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone. Una piccola curiosità: per non offendere l’allora principe partenopeo Ferdinando di Borbone, il nome dell’opera viene temporaneamente cambiato in ‘Bianca e Gernando’.
- L’anno seguente, il 1826, arriva il primo successo per il compositore siciliano: il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un’opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli, il giovane compositore lasciò alle spalle l’infelice passione per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l’opposizione del padre, contrario al matrimonio con un musicista.
- Il 27 ottobre 1827 debutta alla Scala Il pirata, melodramma in 2 atti (su libretto di Felice Romani, in seguito stretto collaboratore di Bellini) che riscuote un notevole successo. È un’opera ancora immatura, ma alcuni squarci melodici rivelano già il maestro del «bel canto». Simpatico, brillante, fisicamente attraente, Bellini conquista rapidamente l’ambiente milanese ed è sovente ospite di famiglie dell’alta nobiltà. Riesce presto a spuntare contratti molto vantaggiosi e il successo gli permette di comporre con cura, senza scadenze assillanti.
- La sua opera successiva La straniera, va in scena alla Scala di Milano il 14 febbraio 1829 ed è accolta con grande favore. A Milano Vincenzo Bellini mette in scena ‘Il pirata’ e nel 1829 ‘La straniera’, ed in entrambi i casi il giovane compositore ottiene un grande successo, tanto da essere ritenuto un competitore diretto di Gioacchino Rossi. Fra le sue opere successive rappresentate con successo a Milano, ‘La sonnambula’, Norma, ‘Parigi’. Nello stesso periodo Vincenzo Bellini compone anche per il Teatro veneziano La Fenice.
- Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l’unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito
- Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani – 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833).
- Un successo ancora maggiore arride alla tragedia lirica in 2 atti I Capuleti e i Montecchi, rappresentata al Teatro La Fenice di Venezia l’11 marzo 1830. In queste opere emerge il suo amore per la melodia morbida e sensuale e per una condotta orchestrale che (pur non essendo particolarmente innovativa) sottolinea in modo conciso e appassionato il clima e il pathos delle vicende
- Il 1831 è l’anno dell’incontro con Giuditta Pasta, il soprano più acclamato del momento, una delle voci più celebrate di tutta la storia dell’opera. È lei a dar voce ai capolavori di Bellini: nel mese di marzo La sonnambula (applauditissima dal pubblico del Teatro Carcano di Milano) e in dicembre Norma (alla Scala). Come sovente accade alle opere geniali, inizialmente Norma è un fiasco. Gli ascoltatori stentano a ritrovare quella cantabilità melodica a cui Bellini li ha abituati e la drammaticità più severa, in qualche modo neoclassica dell’opera sconcerta il pubblico. Ma nel corso delle successive repliche Norma non solo cattura i favori degli ascoltatori, ma si afferma come massimo capolavoro del suo autore, sintetizzando, in un meraviglioso equilibrio, la purezza lirica del canto con la passione e la drammaticità del romanticismo imperante, elementi espressi anche nella solennità degli interventi del coro. La fama di Bellini varca i confini nazionali.
- Nel 1833 arriva a Londra, dove Giuditta Pasta interpreta, nel giro di poche settimane, Pirata, Norma e Capuleti, Sonnambula. Quando viene trasferito a Parigi, la carriera di Vincenzo Bellini decolla: qui egli viene in contatto con compositori celebri di tutta Europa, fra i quali anche Chopin, e qui il suo lavoro si arricchisce di sfumature nuove. A Parigi lavora assiduamente componendo diverse romanze da camera di successo.
- La svolta decisiva nella carriera e nell’arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall’Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d’Europa, tra cui Frédéric Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l’ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un’opera in francese per il Teatro dell’Opéra di Parigi.
- Purtroppo, prima che possa comporre un’opera in francese per il Teatro dell’Opéra di Parigi, Vincenzo Bellini muore a soli 33 anni per una infezione dell’intestino probabilmente contratta qualche tempo prima. Si chiude così, prematuramente, la carriera rapida di un vero e proprio talento della composizione italiana in Europa.
LA FAMA DEL COMPOSITORE
Vincenzo Bellini – un brillante successore delle tradizioni dell’opera belcanto – visse una vita breve ma molto produttiva. Ha lasciato 11 magnifiche opere, colpendo nella sua melodia e armonia. “Norma“, un’opera che ha scritto a 30 anni, è tra le 10 opere classiche più popolari di oggi.
La fama di questo compositore è legata a tre grandi opere scritte nell’arco di cinque anni tra il 1831 e il 1835; esse sono La sonnambula, Norma e I puritani. Al contrario di Rossini e di Donizetti, Bellini fu un musicista che scrisse relativamente poco; mentre infatti i suoi colleghi si lasciavano trascinare da una serie spasmodica di impegni con i teatri italiani, egli decise di lavorare con molta parsimonia, componendo non più di un’opera all’anno. Le sue opere sono generalmente caratterizzate da una stretta adesione alle norme classiche, e si presentano quindi strutturate secondo le tipiche forme (recitativi e arie) del melodramma settecentesco. All’interno di questa rigidità formale, Bellini seppe però muoversi con estrema disinvoltura, esprimendo una sensibilità romantica soprattutto nella vena melodica: a essa il musicista affida, più che l’approfondimento della psicologia dei vari personaggi, l’evocazione dell’atmosfera della scena.
Vi consiglio l’acquisto di queste riviste: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Vi consiglio l’acquisto di questi accessori: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUA -
Vi consiglio l’acquisto di questi Viaggi: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Questo articolo contiene link di affiliazione icona Amazon (Grazie di sostenerci)
Utilizza un link, cerca quello che vuoi comprare, compra ^_^