LA VALLE DEL BOVE E LA FUNIVIA DELL’ETNA
Sul versante orientale dell’Etna si incontra l’affascinante Valle del Bove, dall’aspetto inospitale e ostile, originato da un insieme di concause complesse tra cui la formazione di caldere di collasso in seguito al crollo di porzioni considerevoli dell’edificio vulcanico.
Il sito presenta una spettacolare ed enorme caldera di sprofondamento colonizzata da una vegetazione pioniera che annovera anche numerose specie endemiche dell’Etna. Esso è inoltre utilizzato come area di sosta, foraggiamento ed anche nidificazione da Rapaci molto rari e localizzati in Sicilia. La Valle del Bove mostra essenzialmente un notevole interesse vulcanologico per la spettacolarità delle coltri laviche che la ricoprono e dei ripidi costoni che la delimitano. Essa infatti presenta estesi campi lavici privi di vegetazione che ricoprono circa il 70% dell’area. Solo limitati lembi di vegetazione naturale localizzati negli spuntoni più elevati spezzano la monotonia del paesaggio lavico.
LA VALLE DEL BOVE
L’impressione più immediata che si ha dell’Etna da un aereo in volo, o guardandone un suo plastico in scala, è che il perfetto cono vulcanico manchi di una fetta grande quanto un intero versante. Ciò che rimane è un’enorme depressione, dal fondo quasi piatto, pavimentato da campi lavici di eruzioni storiche e preistoriche. La valle è delimitata da ripide scarpate con pendenze comprese tra i 30° ed i 45°, alte fino a più di un chilometro, spesso articolate in lunghe teorie di creste affilate ed ampi canali detritici. La Valle del Bove misura un’ampiezza massima in senso Est-Ovest di 7 km ed una lunghezza in senso Nord-Sud di 6 km, i suoi bordi in pianta approssimano la forma di un “ferro di cavallo” con il lato orientale aperto.
- A settentrione la valle è chiusa da una lunga parete alta fino a 200 metri, denominata “Serra delle Concazze” per la presenza sul suo bordo superiore di numerosi crateri e depressioni minori (grandi conche). La parete di Serra delle Concazze non è uniforme, da questa si distaccano alcune “vette” minori, che sono di fatto il culmine di creste secondarie.
- A meridione la valle è delimitata da una parete che raggiunge i 400 metri di altezza, la “Serra del Salifizio” culminante a 2640 m sull’imponente cono piroclastico della “Montagnola”, prodottosi durante l’eruzione del 1763. La Serra del Salifizio, che nel suo tratto più occidentale prende il nome di Schiena dell’asino, è alquanto uniforme, l’unica “vetta” di rilievo è il Monte Zoccolaro 1715 m.
- Infine, ad occidente, cioè verso i crateri sommitali, la Valle del Bove è separata dall’orlo di “Piano del Lago” a circa 2700 m di quota da una parete che oltrepassa i 1000 metri di dislivello- Serra Giannicola piccola.
Lungo tutte le “serre” della Valle del Bove affiorano delle bellissime formazioni rocciose sia piroclastiche sia laviche attraversate da numerosi e meno erodibili dicchi che proteggendo le stesse creste dall’erosione ne costituiscono architettura e supporto. La Valle del Bove ha da sempre avuto grande importanza nella comprensione della storia dell’Etna. L’esposizione degli affioramenti rocciosi sulle ripide pareti delle serre permette lo studio delle sequenze vulcaniche. Le orientazioni dei dicchi ci fanno capire quali sono le direttrici tettoniche dell’area etnea attraverso cui i magmi risalgono fino in superficie. Le serie vulcaniche che si rinvengono sulle pareti della Valle del Bove possono essere ricondotte a diversi centri eruttivi, adesso quasi del tutto erosi.
COME SI È FORMATA LA VALLE DEL BOVE
Quella che oggi chiamiamo Valle del Bove è in realtà la testimonianza ancora visibile di una enorme tragedia geologica che avvenne circa 10.000 anni fa. A quel tempo l’Etna era un vulcano molto più alto di adesso, di forma conica che ad un certo punto è esploso, dimezzando le proprie dimensioni e assumendo una nuova struttura, però molto instabile.
A causa di questa instabilità e di alcuni importanti eventi climatici, il fianco orientale del vulcano collassò causando il distacco dell’intera parte superiore. La gigantesca frana che questo generò, e di cui si hanno tracce fino al litorale, tra Stazzo e Riposto, aprì una conca larga 5 km, profonda 1 per un totale di 37kmq di superficie.
Valle del Bove oggi è un gigantesco “anfiteatro” delimitato da pareti rocciose alte anche 1000 metri a nord e a sud, dalla mole del vulcano moderno a ovest e dalla spianata che scende verso il mare a est. Dalla spianata emerge solitario quel che resta di Monte Calanna, il rilievo di Salto della Giumenta – che collegava Valle del Bove alla più piccola Val Calanna coperta dall’eruzione del 1992 – e diverse “oasi” di vegetazione selvatica (Monte Simone, Monti Centenari, Serra Gianicola). Ovviamente la valle è disabitata. La Valle del Bove è il residuo di un’ampia caldera collassata che attualmente riceve le lave provenienti dai coni eruttivi cacuminali che si incanalano lungo il versante orientale. L’area è interessata da quote comprese fra i 1000 e 2800 m. Attualmente la valle è ricoperta in massima parte da coltri di lave recenti e pertanto prive di vegetazione. Solo sugli spuntoni più elevati e lungo i bordi della valle sono presenti formazioni vegetali. Nella parte più elevata sono presenti cespuglieti pulvinari ad Astragalus siculus o Anthemis aetnensis, mentre a quote inferiori si rinvengono lembi di vegetazione glareicola ad Helichrysum italicum e arbusteti a Genista aetnensis. Le formazioni boschive sono piuttosto rare e si localizzano nei tratti più elevati con suoli molto maturi. Fra queste si rinvengono faggete, pinete e boschi caducifogli. Il clima di quest’area va dal suprameditterraneo al crio-oromediterrano con ombrotipo compreso tra il sub-umido superiore e l’umido inferiore.
COME ESPLORARE LA VALLE DEL BOVE
Esistono dei sentieri del Parco dell’Etna che permettono di esplorare la Valle del Bove fino al suo punto più profondo. Il sentiero più famoso è quello che scende da quota 2500 lungo Canalone della Rina, raggiungendo in fondo alla valle i Crateri del 1991 per finire l’escursione a Piano del Vescovo.
Si può scendere anche dal belvedere di Schiena dell’Asino oppure dalla cosiddetta Acqua Rocca tramite il sentiero Carmelo&Riccardo. Si tratta di percorsi duri, consigliati a chi è abituato a camminare in condizioni anche di forte pendenza, e si consiglia SEMPRE di andare con le guide locali, seguendo i loro consigli senza tentare di fare di testa propria.
L’IMPORTANZA DI QUESTA VALLE
Valle del Bove è molto più di una depressione deserta o di un paradiso per camminatori ed esploratori. La presenza di questo immenso bacino consente a tutti i paesi della fascia orientale dell’Etna di vivere al sicuro dalla lava e dai flussi piroclastici. Lo spazio della Valle infatti permette di raccogliere le colate laviche e le altre emissioni del vulcano prima che queste raggiungano i centri abitati. La Valle del Bove protegge la popolazione e allo stesso tempo consente a tutti di ammirare gli spettacoli eruttivi in piena sicurezza.
LA FUNIVIA E LA VALLE DEL BOVE
Di fronte al Rifugio Sapienza troverete la stazione della Funivia dell’Etna. Questo è il punto di partenza per le escursioni alle quote più elevate del vulcano. Normalmente, la funivia vi porterà fino a 2.500 metri di quota, dopodiché dovrete proseguire in fuoristrada.
L’altitudine massima raggiungibile (in ogni caso accompagnati da guide esperte) varia a seconda dell’attività eruttiva dell’Etna.
Se vi piacciono le escursioni in autonomia, vi suggerisco di percorrere il sentiero noto come “Schiena dell’Asino“. L’imbocco del sentiero è situato lungo la strada che dal Rifugio Sapienza porta a Zafferana Etna, ad 1,5Km dal rifugio stesso.
Il percorso si inerpica dapprima attraverso una pineta e si arrampica fino a giungere sul bordo della Valle del Bove. Dal punto di arrivo potrete ammirare una vista straordinaria: le colate laviche solidificate che si sono accumulate nella valle hanno creato un’enorme distesa nera, quasi surreale. Dall’alto, i crateri sommitali dell’Etna vigilano su questo paesaggio lunare.
Il sentiero Schiena dell’Asino non è particolarmente impegnativo: è ben segnalato e presenta circa 200m di dislivello. Tuttavia, vi consiglio di percorrerlo solo se avete un po’ di esperienza ed abbigliamento adeguato.
LA FUNIVIA DELL’ETNA
La visita maggiormente scelta dai turisti è quella ai “crateri spenti” dell’Etna, in quanto si possono andare a vedere in un lasso di tempo alquanto limitato. La “Funivia dell’Etna” rappresenta l’unica ditta che organizza i tour guidati fino a quei punti del cratere che, ovviamente, è permesso visitare. Questa impresa permette di organizzare delle “escursioni” estremamente interessanti per valorizzare maggiormente le tue vacanze durante il periodo estivo. In aggiunta durante la stagione più fredda, ti consente di poter attuare delle attività sportive (come ad esempio sciare) a poca distanza dal mare.
La visita sull’Etna organizzata dalla “Funivia” è rinomata non solo nella zona siciliana, ma in tutto il territorio italiano. Utilizzando come mezzi di supporto e di trasporto per gli spostamenti sia la “telecabina” sia dei “fuoristrada” idonei per queste zone, questa “società” ti offre la possibilità concreta di poter raggiungere e vedere la sommità del vulcano siciliano più elevato del mondo.
Una volta giunti nella zona scelta tramite l’utilizzo della “Funivia“, ci saranno degli appositi accompagnatori specializzati che ti guideranno fino ad alcune cavità più piccole poste lateralmente e tuttora operanti.
Infatti, ci si potrà imbattere in queste aperture in azione con le loro esalazioni, percependo perfino il forte odore tipicamente vulcanico dello “zolfo” e la fonte di calore proveniente proprio dalle pietre del “vulcano”. Logicamente è sempre consigliabile la scelta di calzature confortevoli da usare per questo genere di percorso. Oltre che ricordarti di portarti un capospalla pure nel periodo estivo. Infatti a quell’altezza spesso ci si può trovare la “neve”, pertanto ci si deve andare muniti di tutto il necessario.
Mentre il “cratere” più enorme si può vedere solo in determinati momenti, visto che costituisce quello che potrebbe risultare più pericoloso da visitare essendo il “cratere centrale”.
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