LA STRUTTURA DEL CASTELLO URSINO A CATANIA
Il Castello Ursino è un’antica fortezza medievale fatta costruire da Federico II di Svevia, risalente alla fine del XIII secolo. La fortezza, fu per molto tempo una delle residenze preferite dai viceré e dai sovrani spagnoli ed ebbe un ruolo primario nelle vicende dei Vespri siciliani alla fine del 1200. Il Castello Ursino fu acquisito nel 1932 dal comune e sottoposto a restauri. Oggi si trova in pieno centro storico e, dal 20 ottobre 1934, è adibito a museo civico di Catania. Nel mese di novembre del 2009 sono stati ultimati i lavori di restauro. Oggi il Castello Ursino, di proprietà pubblica, ospita il museo civico della città di Catania.
LA STRUTTURA DEL CASTELLO URSINO
Il Castello Ursino fu costruito per ordine di Federico II di Svevia fra il 1239 e il 1250 nell’ambito della campagna di fortificazione condotta ed è sede oggi del Museo Comunale Costruito da Federico II di Svevia, il maniero ebbe una certa visibilità durante i Vespri siciliani, diventando sede del parlamento ed in seguito residenza degli aragonesi.
Fatto costruire sulla riva del mare, il nome “Ursino” deriverebbe da “Castrum Sinus” ovvero il “castello del golfo”. Facente parte di un complesso sistema difensivo costiero della Sicilia orientale, nel 1405 Re Martino I di Sicilia decise di costruire una piazza d’arme attorno al maniero demolendo il convento di San Domenico, lì ubicato dal 1313.
Si tratta di una massiccia costruzione quadrangolare, con quattro torri cilindriche alte 30 metri e due torri semicilindriche (in origine erano quattro) addossate su due lati. L’ingresso che si apre nel prospetto principale è ad arco a sesto acuto. Sopra di esso è collocato uno stemma che raffigura l’aquila sveva che cattura una lepre. Sul lato meridionale si aprono alcune finestre in stile rinascimentale. Il cortile, con scala esterna in stile gotico-catalano, è a pianta quadrata. In esso sono conservati diversi reperti di varie epoche, tra i quali sarcofaghi, colonne, obelischi antichi. Al tempo della dominazione aragonese, nel cortile venivano giustiziati i prigionieri.
Un tempo circondato dal mare, nel XIV secolo era la residenza dei reali aragonesi; trasformato secondo il gusto rinascimentale nel XVI secolo, fu circondato dalla lava nell’eruzione del 1669 e sorge quindi oggi sulla terraferma.
L’edificio è a pianta quadrata con quattro torrioni cilindrici agli angoli e torri semi-cilindriche, delle quali ne sono rimaste solo due, addossate a metà di ogni lato. Simile al castello pugliese di Castel del Monte, il Castello Ursino fonde il razionalismo svevo e il gusto arabo per la stereometria. Sull’arco acuto, che sovrasta l’ingresso, c’è un’edicola con l’aquila sveva che artiglia una lepre.
Il Castello Ursino oggi è sede del Museo Civico di Catania ed ospita la collezione dei Benedettini, parte di quella dei principi di Biscari e le donazioni del barone Zappalà Asmundo.
LE FASI DELLA COSTRUZIONE DEL CASTELLO URSINO
La corrispondenza epistolare tra Federico II e Riccardo da Lentini, nominato “prepositus novorum edificorum”, responsabile della costruzione della rete di fortezze siciliane, ci restituisce una documentazione abbastanza chiarificante sulle fasi relative all’edificazione di Castello Ursino.
Il documento più antico in cui si fa riferimento al castello è una lettera del 1239 firmata dall’imperatore. Fanno seguito altre missive che contengono informazioni sulla reperibilità dei fondi per la costruzione dell’opera o riferimenti sulle scelte architettoniche.
A partire dalla sua costruzione, e per i secoli immediatamente successivi, il castello ha rivestito ruoli di primo piano nel regno, divenendo sede regia, ma anche edificio per il Parlamento siciliano.
Supera incolume la colata lavica del 1669 ed il terremoto del 1693. Verrà infine utilizzato come caserma durante i secoli XVII e XIX. Il castello, ubicato inizialmente in cima ad un costone a strapiombo sul mare, si erge ora su di un paesaggio stravolto dalle colate laviche che hanno spostato la linea di costa ad hanno mutato notevolmente la morfologia del luogo, che si presenta oggi più esteso e pianeggiante.
L’ASPETTO MONUMENTALE DEL CASTELLO URSINO
Lo stesso nome del castello si riferisce probabilmente alla sua posizione originaria: “Ursino” deriverebbe da “castrum sinus”, cioè “castello del golfo”. L’aspetto del monumento trasmette un senso forte di compattezza generale derivante dalla perfetta simmetria speculare della pianta quadrata (ogni lato misura 50 metri), tipico del razionalismo svevo. Ai quattro angoli vi sono quattro robuste torri, altre quattro semicilindriche sono inserite al centro di ogni lato. Realizzato, dunque, allo scopo di dotare Catania di un valido presidio difensivo, il Castello Ursino divenne alla fine del ‘200 la dimora degli aragonesi. Il Castello Ursino è oggi spogliato delle antiche stratificazioni, superfetazioni e incrostazioni dei secoli successivi alla sua edificazione grazie al restauro effettuato tra il 1932 e il 1934.
Sono stati comunque conservati elementi di particolare pregio architettonico, ovvero l’arcata che immetteva nella Cappella di S. Giorgio (1391) ed il portale cinquecentesco.
Sul prospetto, all’interno di un’edicola, c’è l’aquila sveva che artiglia una lepre e sul fronte a S si apre una finestra con pentalfa in intarsio di pomice e calcare.
All’interno si apre una vasta corte quadrata, dove, attorno, sono disposte quattro grandi sale con, ai fianchi, altre sale minori da cui poi è possibile accedere alle torri angolari.
LE SALE
Ogni sala grande è divisa in quattro campate alte circa 10 metri. Tre di queste sono coperte con volte a crociera costolonate appoggiate su capitelli, quindi su semi-colonne inserite ai muri, l’altra con volta ogivale sorretta da archi impostati su pilastri.
Gli ambienti secondari, ovvero le sale minori, hanno una copertura con volte a crociere costolonate ricadenti su pilastri o su mensole con capitelli ornati di motivi floreali dal cespo di foglie nervate derivate. I peducci hanno forma tronco-piramidale rovesciata. Alcune chiavi di volta hanno decorazioni con rosoncini a foglie.
I gabinetti sono un esempio d’arredo quasi unico per l’epoca: sono forniti anche di un piccolo spazio per riporre il vaso da notte.
1) – La Sala delle Armi
Chiamata “Sala delle Armi” perchè, secondo l’ordinamento del Libertini, questa era adibita all’esposizione delle armi. Composta da tre campate, è coperta da volte a crociera ogivale.
2) Sala angolare di Nord-Est
E’ l’unico ambiente del lato di nord-est dove è tutt’ora visibile l’architettura duecentesca della volta a crociera ogivale tipica degli edifici dell’architettura arabo-normanna e dei castelli federiciani.
3) – 4) – 5) Sala Centrale lato Est
Da un portale rinascimentale, si accedeva alla torre mediana del lato est, che venne totalmente distrutta dal terremoto del 1693. Anche in questa sala la volta a crociera fu sostituita dal solaio in legno.
6) Sala Angolare Sud-Est
Rimaneggiata nel secolo XVI, la volta a crociera ogivale fu sostituita da un solaio in legno.
7) Sala “San Giorgio” o “della Cappella“
Da un elegante portale gotico-catalano quattrocentesco, ancora visibile, si accedeva alla Cappella di Corte intitolata a San Giorgio e collocata nella torre mediana del lato sud, originariamente adibita come torre Salaria. Questa sala presentava delle volte a crociera, sostituite, tra il secolo XV-XVI, da un soffitto in legno.
8) Sala angolare Sud – Ovest o “Porta del Soccorso”
Qui era ubicata la grande scala a rampe che conduceva al piano superiore. In essa, sul lato sud verso il mare, è visibile la porta ogivale secondaria, anticamente chiamata “Porta del Soccorso”, per la sua funzione di apertura sussidiaria in caso di assedi o di assalti. Oggi è chiusa da una cancellata lignea.
9) Grande Aula Centrale/Ovest
Suddivisa in tre sezioni, questa grande aula è decorata da pilastri sui quali si impostano le arcate ogivali che sormontano la volta. Questa è alleggerita mediante il sistema delle anfore capovolte, le cui bocche costellano la volta con una elegante simmetria. La sala era forse destinata alle scuderie.
10) Sala angolare Nord – Ovest
Presenta la volta a crociera ogivale e i costoloni poggiano su eleganti mensolette desinenti in pomo.
Sala dei Parlamenti
Nel secolo XVI si accedeva sia dalla scala scoperta del baglio che dal grande scalone a rampe del Parlamento cinquecentesco. Sono cinque le finestre che illuminano l’ambiente, la volta fu certamente rifatta, in parte, nel’700, in quanto questo lato del castello fu seriamente danneggiato dal terremoto del 1693.
LE TORRI
Le quattro torri angolari sono cilindriche all’esterno ma ottagonali all’interno. Al piano superiore si accede tramite scale elicoidali, mentre particolari impianti idrici sono stati ricavati dallo spessore dei muri.
- Torre dei Martiri
La torre di Nord- Est ha pianta ottagonale e presenta una caratteristica volta ad ombrello con evidenti costolature che delimitano le vele. Sulla parete è stata praticata un’apertura, che nel XVII secolo veniva utilizzata per le artiglierie.
- Torre dei Magazzini
Danneggiata dal terremoto del 1693 fu assottigliata al suo interno fino a toglierle la caratteristica forma ottagonale. I recenti restauri hanno attuato un’opera di consolidamento e di rifacimento.
- Torre del Sale
La torre di Sud – Ovest ha pianta ottagonale e presenta una caratteristica volta ad ombrello con evidenti costolature che delimitano le vele. Sulla parete è stata praticata un’apertura che nel XVII secolo veniva utilizzata per le artiglierie.
- Torre delle Bandiere
La torre prende il nome dalle bandiere e/o insegne regali e cavalleresche che su di essa sventolavano. Presenta una pianta ottagonale e la volta decorata da una raggiera di costoloni che pendono come un ombrello.
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