I SANTUARI A CATANIA
A Catania città, numerosi sono i santuari, da quelli legati al culto Agatino (Sant’Agata al carcere), a quelli della Madonna del Carmine in piazza Carlo Alberto, di Santa Rita in Sant’Agostino, di Sant’Euplio, in rovina dopo il bombardamento del 1947.
IL SANTUARIO DI SANT’AGATA AL CARCERE
Il Carcere è uno dei luoghi centrali attorno al quale ruota la vicenda della giovane e nobile Agata, secondo il racconto tramandato dagli Atti del Martirio. Qui la futura patrona di Catania viene richiusa dopo i 30 giorni trascorsi nella casa della matrona Afrodisia; qui verrà riportata dopo il martirio delle mammelle e avrà la visita di San Pietro e dell’angelo; qui, infine, si conclude la vicenda terrena di Agata, il 5 Febbraio 251, dopo l’ultimo martirio della fornace.
Per questi motivi il luogo che la tradizione riconosce come il Carcere della Martire, ha sempre avuto un ruolo molto importante nella devozione agatina dei catanesi, che ogni anno nei giorni della festa in migliaia vengono al Santuario in devoto ed ininterrotto pellegrinaggio, e durante tutto l’anno non mancano mai di fermarsi per una preghiera o, passando dalla piazza, di alzare gli occhi alla finestrella del Carcere. Il Santuario dunque custodisce la preziosa memoria del Martirio di Agata e della tradizione legata a questi luoghi; ma esso è anche scrigno di storia e di arte che racconta a catanesi e turisti il culto della Patrona e la vita stessa della città attraverso i millenni.
LA DESCRIZIONE DEL SANTUARIO
Il Santuario di Sant’ Agata al Carcere appartiene al cosiddetto “trittico agatino”; esso è costituito dal santuario, dalle chiese di Sant’Agata la Vetere e Sant’ Agata alla Fornace. Il Santuario ha un grande valore non solo perché racchiude il luogo più importante della storia della martire Agata, ma anche perché porta i segni visibili della millenaria storia della città di Catania. Una rarità, dunque, in una città che è stata colpita da terremoti che ne hanno distrutto gran parte del patrimonio artistico; non ultimo, il famoso sisma del 1693.
L’importanza del Santuario di Sant’Agata al Carcere risiede, per la maggior parte dei catanesi, nel luogo che racchiude: il carcere dove venne imprigionata la Santa patrona Agata e dove morì nella notte tra il 4 e il 5 Febbraio del 251 d.C.
Secondo gli Atti del martirio, fu proprio in questo sacro carcere che la giovanissima Agata venne imprigionata in seguito al suo rifiuto di rinnegare la propria fede cristiana; qui fu riportata dopo la tortura delle mammelle; sempre qui ricevette, secondo la tradizione, la visita di San Pietro e di un angelo che la guarirono da tutte le ferite.
Un luogo centrale, dunque, della devozione catanese che, ancora dopo molti secoli, porta con sé un’aura di spiritualità e mistero.
- IL SANTUARIO IN EPOCA GRECA E ROMANA
Pochi sanno che questo luogo è stato oggetto di una recente campagna di scavi, che ha visto riemergere tracce del passato greco e romano della città. In particolare si tratta di una parte delle mura greche del VI secolo a.C e di alcuni nicchioni di epoca romana; parte di un complesso monumentale probabilmente legato all’ anfiteatro di piazza Stesicoro.
- IL SANTUARIO NEL MEDIOEVO
Per il Medioevo alcune fonti antiche parlano di una cappella consacrata a San Pietro stabilitasi accanto al carcere. Inoltre nel XIV secolo, sotto il dominio aragonese, proprio in questo luogo, che si trovava ai margini della Catania antica, venne costruita la prima cinta muraria della città, provvista di torrette quadrate; strutture sostituite successivamente, sotto Carlo V, dai cosiddetti “bastioni”. Ecco spiegata l’origine del famoso “Bastione di Sant’ Agata”, tutt’ oggi visibile fra il santuario e la chiesa di Sant’ Agata la Vetere.
- IL SANTUARIO DAL MEDIOEVO AL SETTECENTO
Il primo nucleo del santuario così come lo vediamo oggi, risale al XVI secolo quando una importante famiglia catanese – la famiglia Guerrera – ne ordinò la realizzazione; si trattava della parte che oggi corrisponde al presbiterio, che aveva l’ingresso in corrispondenza dell’altare del Crocifisso. Dopo il terremoto del 1693, la chiesa venne rimaneggiata e ampliata dall’ architetto Francesco Battaglia, che aggiunse la navata e spostò l’ingresso alla posizione attuale, dandole l’aspetto che oggi noi conosciamo.
Alla metà del Settecento la chiesa venne, inoltre, impreziosita da un portale in marmo; questo elemento, datato al 1235, faceva parte dell’antica cattedrale di Catania di epoca sveva e costituisce, quindi, una importantissima e rara testimonianza di arte federiciana a Catania.
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL CARMINE
E’ una delle più belle chiese di Catania. Si trova nella storica piazza Carlo Alberto, nel quartiere Santissima Annunziata dei Carmelini, nel cuore del centro storico. L’area un tempo occupata era da una necropoli che, secondo la leggenda, avrebbe ospitato anche la presunta tomba del poeta Stesicoro.
La chiesa sovrasta la quotidiana Fera o’ Luni, dall’alto della sua scalinata. Fu costruita nel 1729, dopo il terremoto del 1693 e venne consacrata tra il 1880/83. Fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale e ricostruita. La facciata è in pietra calcarea e sopra il portale è inserita la statua della Madonna.
Al suo interno, divisa da tre navate, si trovano opere di pregevole fattura e un simulacro di Sant’Agata. Il santuario è gestito dai monaci carmelitani e contiene molti ex voto.
Il 25 marzo 1954, fu elevata a Santuario dall’Arcivescovo di Catania Monsignore Guido Luigi Bentivoglio, col titolo di “Maria Santissima Annunziata al Carmine”. Nel novembre del 1988, papa Giovanni Paolo II l’ha dichiarata basilica minore.
Qui è custodita la statua della Madonna del Carmelo, celebrata solennemente il 16 luglio, con la processione esterna nelle vie del quartiere, a cui partecipano i Terz’Ordini e le associazioni mariane della città.
LA STRUTTURA DELLA CHIESA
La chiesa si inserisce in modo scenografico nella pur grande piazza C. Alberto sulla quale è costruita. La facciata è realizzata in tre corpi affiancati ed in quello centrale, sopra il portale, è inserita una statua della Madonna del Carmine.
Il prospetto, attribuito all’architetto Francesco Battaglia, è rivolto ad occidente e presenta tre porte divise da due altissime semicolonne attaccate ai muri al di sopra delle quali si erge una monumentale nicchia, dalle caratteristiche ad altare, dove è posta una gigantesca statua in marmo raffigurante la Madonna del Carmine. La porta centrale della facciata è sormontata da un finestrone rettangolare con una vetrata con stemma dell’Ordine, mentre le due laterali presentano delle finestre che oltre che arricchire ne snelliscono l’architettura.
Dietro il nicchione della statua della Madonna è situata la cella campanaria con quattro campane; la più antica e la più grande risale al 1525 ed è opera di Matteo Sanfilippo da Tortorici. La seconda è del 1833 ed è dedicata al SS. Sacramento mentre la terza, fusa nel 1838, porta la dedica alla Madonna del Carmine. La più piccola è del 1933 a ricordo del 50º anniversario dell’incoronazione dell’immagine della Madonna del Carmine da parte del Capitolo Vaticano.
L’INTERNO DEL SANTUARIO
L’interno del Santuario, preceduto da un ampio vestibolo, è sontuoso, a tre navate con archi di comunicazione sorretti da pilastri quadrangolari, transetto e absidi. La chiesa, che misura 68 metri di lunghezza per 26 di larghezza, è la terza per grandezza in città dopo la Cattedrale di Sant’Agata e la chiesa di S. Nicolò l’Arena. Ricca di altari, la chiesa ne ospita undici, in marmo policromo, sei dei quali, quelli delle navate laterali, sono uguali fra loro.
IL SANTUARIO DI SANTA RITA IN SANT’AGOSTINO
Altro santuario catanese, frequentato soprattutto durante la solennità del 22 maggio, è quello di Santa Rita, all’interno della chiesa dedicata a Sant’Agostino, allocata nella centralissima via Vittorio Emanuele II, angolo via Quartarone. E’ un luogo di culto con annesso antico monastero, uno dei più grandi edifici religiosi catanesi. All’interno sono stati ritrovati pregevoli resti archeologici, custoditi nei musei cittadini. Qui vicino nacque anche il pedagogista Giuseppe Lombardo Radice.
Il giorno di Santa Rita, la via si riempie di venditori di rose, santini, rosari e ceri da portare in dono alla santa. Le devote indossano il sacco marrone e recano con sé rose e oggetti per farli benedire e assistere alle messe.
LA DESCRIZIONE DELLA CHIESA
La chiesa fu costruita nel 1615, accanto al convento, da G. Palazzotto, con chiari elementi tipici del barocco. Sorge sui resti di un’antica basilica romana. Anche questo santuario subì i danni del terremoto. Venne ricostruito subito dopo. L’esterno è caratterizzato da una facciata con colonne in stile corinzio, un finestrone e ai margini le statue di S. Agostino e San Tommaso da Villanova. L’arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, ha dichiarato il 31 maggio 2013, la chiesa dell’ex convento Sant’Agostino, santuario diocesano intitolato a Santa Rita.
Finisce per il momento il nostro tour per alcuni dei santuari più belli di Catania, speriamo di avervi dato suggerimenti utili, notizie storiche per indurvi a visitarli, convinti che anche in questi luoghi sia marcata la nostra identità storica e culturale.
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