I PRINCIPALI RIFUGI DEL VULCANO ETNA
Il Parco dell’Etna è uno dei principali parchi siciliani, meta preferita degli escursionisti di tutto il mondo. Tanti sono i sentieri che si possono percorrere anche per più giorni. Come tutte le montagne che si rispettano, anche l’Etna ha i suoi rifugi.
Se avventurarsi da soli in montagna è sconsigliato e pericoloso, a maggior ragione lo è quando la montagna in questione è un vulcano. L’Etna è un vulcano molto alto, quindi sulla sua mole si ritrova il clima altomontano che potreste incontrare anche sulle Alpi, specie in inverno o durante i temporali estivi. Per cui bisogna conoscere bene come e dove “rifugiarsi” in caso di bisogno.
I VARI RIFUGI DELL’ETNA
I rifugi che si incontrano durante le escursioni sull’Etna possono essere una meta e un riparo lungo il percorso. Questi rifugi sono sempre aperti e pubblici. E’ importante lasciare sempre pulito perché non esiste un servizio di raccolta rifiuti: quello che si porta in montagna si riporta sempre indietro. La regola è lasciare il posto come si è trovato, oppure ancora meglio!
Fermo restando che dovreste sempre affrontare l’Etna con una guida esperta, in caso di emergenza ecco i rifugi più famosi del vulcano. Due o tre dei rifugi dell’Etna li avrete sicuramente sentiti nominare spesso. Sono di fatto i più famosi, dei veri e propri resort turistici più che dei bivacchi di montagna, organizzati ormai per accogliere le grandi folle. Uno è Rifugio Sapienza (Etna Sud, territorio di Nicolosi): dedicato a un eroe di guerra, fratello di un socio CAI, il rifugio Giovannino Sapienza fu costruito nel 1947 e oggi conta oltre 50 posti letto, un ristorante, diversi negozi e fa da base per chi prende la vicina funivia dell’Etna.
La maggior parte dei turisti sale in auto da Nicolosi o da Zafferana Etnea al Rifugio Sapienza (a 1923 metri!), che più che un rifugio è un piccolo paese Andateci soprattutto per il paesaggio lunare che si incontra a mano a mano che si sale, tra boschetti e impressionanti colate di lava, e per il panorama sulla costa; a voi poi decidere se imbarcarvi nell’avventura funicolare + jeep fino ai crateri sommitali, che tra l’altro vi prosciugherà il portafogli. Ci sono comunque molte altre strade per avvicinare la lava: per esempio la meno affollata Mareneve, che da Milo costeggia il versante orientale del vulcano fino a Linguaglossa, passando dal rifugio Citelli.
Qui di seguito i rifugi principali, che sono situati sulla pista altomontana etnea, ossia il principale sentiero etneo, che ruota intorno cono dell’Etna dal versante sud al versante nord-est.
IL RIFUGIO CITELLI
Proseguendo sulla strada Mareneve da Piano Provenzana in direzione Fornazo/Milo/Zafferana, si giunge dopo pochi chilometri presso il Rifugio Citelli. Questo storico rifugio dell’Etna, che sorge nel territorio di Sant’Alfio, è stato recentemente riaperto a seguito di una completa ristrutturazione.
Nelle immediate vicinanze del rifugio parte un sentiero ad anello che consente di visitare i Monti Sartorius, dei piccoli crateri spenti formatisi durante l’eruzione del 1865. L’itinerario è piuttosto facile ma allo stesso tempo offre una vista straordinaria: lo consiglio a chiunque ami i percorsi nella natura. In questa zona è inoltre presente un bosco di betulle. Questi alberi, la cui presenza è sorprendente a queste latitudini, appartengono alla specie endemica Betula Aetnensis. La zona del Rifugio Citelli è talvolta identificata come Versante Est dell’Etna.
Il Rifugio Citelli, recuperato dal Parco dell’Etna e restituito alla piena fruizione con l’obiettivo di rilanciare una struttura ricettiva adatta ad accogliere il flusso turistico sul versante nord orientale del Parco, è localizzato in zona “C” nell’antica caldera del cratere avventizio “Monte Concazze”, a quota 1741 m.
Il Rifugio Salvatore Citelli è stato costruito nel 1934, nel territorio di Sant’Alfio, in provincia di Catania. Si trova in una vasta depressione a forma d’imbuto appartenente al Monte Concazze. Fu una donazione del dottor Citelli, da cui prende il nome. Sul finire degli anni settanta ebbe un periodo di declino fino a quando la sezione del CAI (Club Alpino Italiano) di Catania lo diede in concessione al comune di Sant’Alfio. Durante il primo decennio degli anni duemila è stato ristrutturato e ad oggi è uno dei punti maggiormente scelti dagli sportivi e dagli appassionati di montagna. La zona del rifugio, infatti, è ideale per gite di scialpinismo o per lunghe passeggiate in trekking.
GLI ALTRI RIFUGI PIU’ FAMOSI
Ovunque voi andiate, sembrerà che “a muntagna” vi segua. Che siate a Taormina, a Catania, a Randazzo e più lontano ancora, l’Etna sarà sempre lì a guardarvi. D’altronde, sono in pochi quelli che realizzano che la cima è alta 3.323 metri: stiamo parlando di altezze che nessun monte appenninico raggiunge. Prima o poi dovrete farci un giro per dargli un’occhiata più da vicino, anche se le folle estive non vi incoraggeranno di certo.
Se poi avete voglia di camminare, vi consigliamo vivamente la passeggiata che parte da Piano del Vescovo (sulla strada tra Zafferana e il Sapienza), passa per l’Acqua Rocca degli Zappini (cascata di basalto) e arriva a uno spettacolare punto di osservazione della valle del Bove, l’immenso contenitore di lava che vi darà la grandezza di questo vulcano. Attenzione, non c’è nessun segnale indicatore: arrivati al parcheggio del piano del Vescovo, dove molti organizzano il picnic, prendete un sentiero ben segnato che parte sulla sinistra (lasciandovi alle spalle la strada). Fatela la mattina presto o al tramonto: soprattutto l’ultimo tratto del sentiero, su sabbia, può altrimenti essere faticoso.
- Dal lato opposto, in territorio di Linguaglossa (Etna Nord), sorge invece Rifugio Brunek. Delizioso con il suo stile alpino, l’edificio in pietra lavica e legna, conosciuto anche come Ragabo, ospita fino a 12 persone e si trova al centro di una bellissima pineta. Panoramico e affacciato sulla costa orientale, invece, in territorio di Sant’Alfio sorge Rifugio Citelli, dedicato al socio CAI Salvatore Citelli. Circondato da betulle dell’Etna e da un’area pic nic, ha però dimensioni minori e meno servizi rispetto agli altri due.
- Il Rifugio Galvarina, nel territorio di Adrano è situato sulla Pista Altomontana a 1880 mt di quota, nel versante ovest dell’Etna. Si tratta di un bivacco sempre aperto fornito di acqua non potabile, legna e camino, pochi posti per bivacco su base-letto in terracotta. E’ raggiungibile in 6 km di cammino circa partendo dal versante sud.
Se salite sull’Etna dal fianco ovest, potrete riposare al Rifugio Galvarina, caratteristica baita vulcanica edificata in pietra lavica. Pochi posti letto ma acqua potabile e camino sempre fornito. Sempre sul versante occidentale, a pochi km da Maletto troverete Rifugio Monte Scavo, anche qui con acqua e camino a disposizione. Casa La Nave è un rifugio di fattura moderna, con una stanza adibita a bivacco ma è utilizzato anche come luogo di sosta da pastori e vaccari di passaggio.
- Un po’ meno curati i rifugi di Monte Spagnolo, nella zona tra Maletto eRandazzo, Rifugio Santa Maria, nella zona brontese, e Rifugio Monte Spagnolo. Pur essendo deliziosi con la loro architettura alpina, sono spesso abbandonati ai vandali e quindi poco forniti e poco sicuri. Sul fianco nord del vulcano, trovate invece Rifugio Pirao, ex ritrovo di pastori oggi restaurato e pronto per accogliere turisti ed escursionisti. Nel territorio di Randazzo si trova Rifugio Saletti, ben fornito e molto ben inserito nella pineta circostante. Fa parte del comune di Castiglione il romantico Rifugio Timparossa, circondato da alberi le cui foglie in autunno si tingono d’oro e di rosso, nel territorio di Castiglione di Sicilia.
- Il Rifugio Monte Spagnolo è situato sulla Pista Altomontana a 1400 mt di quota, nel versante nord-etneo. Si tratta di un bivacco sempre aperto, legna e camino, posti su letto in terracotta. Il percorso più breve che conduce a monte Spagnolo è di 5 km circa partendo dal versante nord, territorio di Randazzo.
- Il Rifugio Poggio La Caccia, tra Bronte e Randazzo (Monte Palestra) è situato sulla Pista Altomontana a 1920 mt di quota, nel versante ovest etneo. Si tratta di un bivacco sempre aperto fornito di acqua non potabile, legna e camino, pochi posti per bivacco su base-letto in terracotta. E’ piuttosto piccolo. Si raggiunge camminando 7,5 km partendo da versante sud dell’Etna
- Il Rifugio Monte Scavo, nel territorio di Maletto, è situato sulla Pista Altomontana a 1550 mt di quota, nel versante ovest etneo. Si tratta di un bivacco sempre aperto, legna e camino, pochi posti per bivacco su base-letto in terracotta. E’ raggiungibile in 9 km partendo da Piano dei Grilli (versante ovest), oppure in 11 km partendo dal versante sud.
- Un rifugio con gestore: Rifugio Piano dei Grilli: Camminando lungo i sentieri del versante ovest dell’Etna ci si può imbattere nel Rifugio Piano dei Grilli nel territorio di Bronte. E’ aperto nei festivi e prefestivi.
RIFUGI DISTRUTTI DALLE ERUZIONI DELL’ETNA
Abbiamo nominato solo alcuni dei rifugi dell’Etna. Ce ne sono moltissimi altri, più piccoli o meno curati. E ce ne sono alcuni che sono entrati nella storia, ormai, perché distrutti dalle eruzioni e dalle colate di lava. Su tutti, Rifugio Gino Menza, che sorgeva al centro della Valle del Bove circondato da un paesaggio di altissime rocche e vegetazione selvatica lussureggiante. L’eruzione del 1992 lo travolse cancellandolo del tutto. Anche Torre del Filosofo, situato a ridosso dei crateri principali del vulcano, fu distrutto durante l’eruzione del 2002.
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