LA DESCRIZIONE DELL’ETNA O MONGIBELLO
L’Etna (o Mongibello) è un vulcano della Sicilia originatosi nel Quaternario: è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati alle sue pendici. Il Monte Etna è sicuramente uno dei posti più conosciuti della Sicilia, è un vulcano ancora in attività, vanta di essere il più alto esistente in Europa e inoltre Patrimonio dell’Umanità dal 2013. Il vulcano con la sua imponenza e maestosità, domina tutta la provincia di Catania.
L’ETIMOLOGIA DEL NOME ETNA
L’etimologia del nome Etna è da sempre dibattuta. Sembrerebbe derivare dal toponimo Aἴτνα (Aitna), nome che fu attribuito alle città di Katane e Inessa e che deriverebbe dal verbo greco aíthō, cioè “bruciare. L’Etna era infatti conosciuto dai greci come Aítnē e dai romani come Aetna. Non è comunque esclusa la possibile origine indigena del termine, attribuendolo al sicno aith-na (“ardente”), comunque derivante dalla radice protoindoeuropea ai-dh (“bruciare; fuoco”).
Gli scritti in lingua araba si riferivano a esso come Jabal al-burkan (montagna del vulcano) o Jabal Aṭma Ṣiqilliya (“montagna somma della Sicilia”) o Jabal an – Nar (“montagna di fuoco”). Questo nome fu più tardi mutato in Mons Gibel, letteralmente “monte Gibel” (dal latino mons “monte” e dall’arabo jabal “monte”, da cui il siciliano Muncibeḍḍu, reso poi in italiano come Mongibello (o anche Montebello).
Il nome Muncibeḍḍu è rimasto in uso comune per molto tempo e qualcuno continua a chiamare l’Etna con tale appellativo. Secondo un’altra teoria il nome Muncibeḍḍu derivebbe dal latino Mulciber uno degli epiteti con cui veniva chiamato dai latini il dio Vulcano. In questo contesto il termine deriva dal verbo mulceo (“placare, calmare, mitigare”) e il suffisso strumentale -ber. In tempi recenti il nome Mongibello è rimasto a indicare la sola parte sommitale dell’Etna, ovvero l’area dei due crateri centrali e dei crateri sud-est e nord-est.
Le popolazioni locali si riferiscono all’Etna anche semplicemente attraverso il siciliano “a muntagna”.
LA DESCRIZIONE DELL’ETNA
L’Etna è’ il vulcano più alto d’Europa con i suoi 3.346 metri di altezza sul livello del mare. In costante attività, offre spettacoli eruttivi sempre nuovi ed affascinanti. E’ uno dei pochi luoghi al mondo dove, in inverno, potete dedicarvi, nella stessa giornata, agli sport della neve dopo avere praticato quelli acquatici o viceversa. E se pensate di conoscere l’Etna perché siete stati a quota 2.000 m.s.l m, dovete ricredervi, le vere bellezze del Vulcano cominciano proprio da lì.
L’Etna (Mungibeddu o ‘a Muntagna in siciliano) è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario ed ancora attivo. Con le diverse eruzioni ad esso connesse ha modificato incessantemente il paesaggio, minacciando spesso le diverse comunità umane che nei millenni si sono insediate intorno ad esso. La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia vulcanica e periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.
L’Etna è il più alto vulcano attivo d’Europa, ha un diametro alla base di ben oltre 40 km ed un’altezza di 3350 metri. L’Etna con le sue frequenti eruzioni che vanno come durata di pochi giorni a qualche anno è sempre in continua mutazione, generatasi in seguito ad emissioni sovrapposte di prodotti eruttivi “lava” emessi nel tempo, ma non sempre le eruzioni sono di tipo costruttivo, avvolte sono anche di tipo distruttivo con crolli e cedimenti delle pareti, come la Valle del Bove una depressione di circa 1.000 metri e grande km 7 per 5 km e non di rado varie colate laviche si sono riversate al suo interno.
LA STRUTTURA FISICA DELL’ETNA
L’Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi (Appennino Siculo), entro il territorio della città metropolitana di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome. Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di 1265 km².
Il vulcano è classificato tra quelli definiti a scudo a cui è affiancato uno stratovulcano; la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l’innalzamento o l’abbassamento. Nel 1900 la sua altezza raggiungeva i 3.274 m.s.l.m. e nel 1950 i 3.326 m.; nel 1978 era stata raggiunta la quota di 3.345 m e nel 1981 quella di 3.350 m. Dalla metà degli anni ’80 l’altezza è progressivamente diminuita: 3.340 m nel 1986, 3.329 m nel 1999. Le più recenti misure, effettuate a luglio 2018 da due squadre indipendenti con GPS ad altissima risoluzione, hanno rivelato che l’altezza attuale dell’Etna è di 3.326 m.
L’Etna ha una struttura piuttosto complessa a causa della formazione, nel tempo, di numerosi edifici vulcanici che tuttavia in molti casi sono in seguito collassati e sono stati sostituiti, affiancati o coperti interamente da nuovi centri eruttivi. Sono riconoscibili nella “fase moderna” del vulcano almeno 300 tra coni e fratture eruttive. La zona risulta anche a moderato rischio sismico per effetto anche del tremore del vulcano.
La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia magmatica e periodicamente soggette a innevamento alle maggiori quote.
IL TERRITORIO DEL VULCANO
Il territorio del vulcano presenta aspetti molto differenti per morfologia e tipologia in funzione dell’altitudine. Coltivato fino ai 1000 metri dal livello del mare (s.l.m.) e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo sul lato occidentale dove predominano le “sciare”, specie nel versante nord. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce, il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall’aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano fitti boschi.
Il circondario ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime per produzioni agricole, grazie alla particolare fertilità dei detriti vulcanici. La zona abitata e coltivata giunge quasi ai 1000 m s.l.m. mentre le zone boschive arrivano fino ai 1500 metri. Ampie parti delle sue pendici sono comprese nell’omonimo parco naturale. Il versante sud del vulcano è percorso dalla strada provinciale SP92 che si arrampica sulla montagna fino a quasi 2.000 m di quota, generando circa 20 km di tornanti. L’infrastruttura non permette di raggiungere la cima in auto ma, raggiunta la stazione turistica attorno alla Funivia dell’Etna, continua poi il suo percorso per altri 20 km circa in direzione di Zafferana Etnea. .
In inverno è presente la neve che, alle quote più elevate, resiste fin quasi all’estate. Le aree turistiche da dove si può partire per le escursioni in cima al vulcano sono raggiungibili agevolmente dai versanti sud e nord-est in cui si trovano anche le due stazioni sciistiche del vulcano (Etna sud e Etna nord). Da quella sud, dallo storico Rifugio Sapienza nel territorio di Nicolosi è possibile ammirare il golfo di Catania e la valle del Simeto. Dalle piste di Piano Provenzana a nord, in territorio di Linguaglossa, sono visibili Taormina e le coste della Calabria.
LA FLORA
Le colate laviche divenute roccia con il raffreddamento, rimangono inospitali per molti decenni a qualsiasi forma di vita fino a quando il mutamento dovuto agli agenti atmosferici non favorisce l’insediamento delle prime forme di vita vegetale ovvero Muschi e Licheni che aprono la strada alle altre forme di vita.
L’Etna offre un paesaggio davvero sorprendente e variegato, si passa dalle distese di lave scure e impervie, a fiumi di lava nera che attraversano prati o boschi.
Nella parte sommitale del vulcano troviamo la ginestra dell’Etna, che nella tarda primavera con la sua fioritura colora il paesaggio di giallo ed impregna l’aria di un profumo intenso e inebriante insieme all’Asralago o meglio conosciuto come “spino santo” una pianta che si adatta bene alle zone impervie. Intorno ai 2000 metri troviamo colonie di Faggi e Betulle, scendendo più in basso vi sono splendidi boschi di Roverella e Pino Laricio specie sul versante orientale del vulcano, sul versante occidentale, ancora più in basso tra i 1000 e i 1500 m troviamo castagneti e le prime coltivazioni di pometi noccioleti e vigneti. sul versante occidentale troviamo ancora boschi di querce, pometi castagni, noccioleti e pistacchieti (rinomato è il pistacchio di Bronte).
Si può anche ammirare il secolare Ilice una quercia di oltre 800 anni sita in contrada Carrinu ricadente nel territorio di Milo, la secolare quercia ha una circonferenza alla base di 10 metri e un’altezza di 30 metri.
LA FAUNA
Passeggiando lungo gli innumerevoli sentieri che portano in luoghi mozzafiato come la Valle del Bove, la Grotta del Gelo, è facile incontrare numerevoli specie di animali che popolano l’Etna, come l’Istrice, la Volpe, il Gatto Selvatico, il Ghiro, il quercino e varie specie di pipistrelli. Molti sono gli uccelli che vivono nel vulcano, il più maestoso e raro tra tutti l’Aquila Reale, vi troviamo anche la Poiana, il Gheppio, lo Sparviero, il Falco pellegrino, e tanti altri. Nel sottobosco troviamo varie famiglie di rettili come la Lucertola, il Ramarro, e molte specie di serpenti di questi l’unica pericolosa è la Vipera.
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