LE NECROPOLI DI CATANIA ROMANA

le necropoli di catania romana

Catania è ricca di reperti risalenti all’epoca romana. Perciò se siete appassionati di storia antica, vi consigliamo di noleggiare un’auto a Catania e iniziare la vostra visita in Sicilia durante le vostre prossime vacanze. 

Dopo aver visitato a Catania il Palazzo Biscari ritrova e percorri via Etnea fino alla villa Bellini; giunto qui svolta per il viale Regina Margherita e percorrilo fino al numero civico 35 dove è situata l’ottocentesca Villa Modica, nel cui giar­di­no del­la vil­la si erge una tomba patrizia romana.

Finita questa visita, dirigiti verso Piazza Carlo Alberto, dove in uno dei cortili interni dell’ex convento del Carmine, oggi Centro documentale dell’esercito, puoi in parte intravedere un’altra tomba di epoca romana; costruita in blocchi di pietra lavica, si dice sia stata la prima sepoltura di Sant’Agata anche se qualcuno, invece, la identificava con la tomba del poeta Stesicoro.

Sempre in Piazza Carlo Alberto, se sei così fortunato da trovarla aperta, puoi visitare la Chiesa di San Gaetano alle Grotte che custodisce al suo interno una cripta di epoca romana del III secolo d.C.

L’ANFITEATRO ROMANO

Terminata la ricerca sulla necropoli romana, prosegui per via Etnea fino a Piazza Stesicoro dove incontrerai l’Anfiteatro di Catania, anzi, il più grande e complesso degli anfiteatri romani in Sicilia. Osservando l’area dalla piazza, risalta subito agli occhi la grande scritta «Per me civitas catanensium sublimatur a Christo», frase attribuita a sant’Agata. 

Costruito intorno al II secolo, fin dal Medioevo servì da cava per recuperare materiale utile alla costruzione degli edifici; nel 1693 venne sepolto dai disastri sismici, per poi essere riportato definitivamente alla luce nei primi del Novecento.

Con una circonferenza esterna di 309 metri e una capienza massima che sfiorava i 16.000 spettatori, questa spettacolare costruzione era seconda per dimensioni solo al Colosseo.

Fu il sindaco De Felice a volere i suoi lavori di ristrutturazione, che durarono dal 1903 al 1906, fino alla visita nel 1907 del re Vittorio Emanuele III.

S’ipotizza che l’anfiteatro, costruito su tre piani, risalga al secondo secolo a.C., periodo di massimo splendore della civiltà romana e dei suoi celebri giochi gladiatori.

L’anfiteatro è visitabile, per accedere e iniziare la visita devi solo oltrepassare le colonne, dorica e ionica, che fanno da stipiti al portone metallico ornato dall’architrave sul quale, quasi a darti il benvenuto, campeggia la scritta «Amphitheatrum insigne».

LE ULTERIORI SCOPERTE TRA I VICOLI

Finita la visita all’interno del sito, ti starai ponendo tre domande: perché all’interno dell’anfiteatro, sulle mura è presente una scritta che riporta una frase attribuita a S. Agata? quanto era alto l’Anfiteatro? fin dove si estendeva l’Anfiteatro? 

Per rispondere alla prima domanda non ti resta che visitare due Chiese: San Biagio e  Sant’Agata al Carcere; il motivo è comunque semplice: proprio in questa zona di Catania si svolse il martirio della Santa.

La Chiesa di San Biagio, infatti, si trova in Piazza Stesicoro, proprio di fronte all’Anfiteatro ed è conosciuta anche come Sant’Agata alla Fornace; è in questo luogo che, secondo la tradizione, si trovava la fornace di cui si conservano i resti in una teca sopra l’altare e con cui venne mortalmente torturata la santa compatrona della Città.

Gli Atti del martirio raccontano non solo che Agata venne sottoposta ad angherie sempre più crudeli fino a trovare la morte il 5 febbraio 251 d.C, ma che, a ogni nuovo martirio, veniva rinchiusa in carcere.

Il carcere dove venne rinchiusa per poi spirare la santa verginella romana si trova proprio a pochi metri da noi: l’odierna Chiesa di Sant’agata al Carcere; per raggiungere il santo luogo, percorri la via Cappuccini che si trova alla destra della Chiesa di San Biagio,  mantieniti sul lato sinistro, e arriverai alla meta, Piazza Santo Carcere.

All’interno della Chiesa, sulla destra del presbiterio, si trova la piccola porta di accesso a quello che la tradizione identifica come il Carcere di sant’Agata; sulla parete destra del presbiterio, invece, è possibile osservare  – sempre secondo la tradizione – le impronte della santa rimaste impresse sulle lastre di pietra lavica. 

Ora, però, è il momento di sapere quanto fosse alto ed esteso l’Anfiteatro romano; per trovare risposta alle tue domande, devi uscire dalla chiesa e percorrere quella stradina in discesa che si apre davanti a te, via del Colosseo, e che conduce in via Manzoni.

Imboccata la via, dirigiti a destra dove incontrerai, immediatamente, un cartello che indica il Vico Anfiteatro; al suo interno, puoi osservare tre grandi archi che sorreggono il muro del giardino pensile di Villa Cerami, i quali forniscono l’altezza dell’Anfiteatro.

Dirigiti di nuovo lungo via Manzoni, imbocca via Penninello e percorrila fino ai gradini che conducono in via Crociferi; qui, è meglio fare una piccola sosta e visitare il Monastero delle Benedettine dove è possibile ammirare i resti di una domus romana.

Dei resti si riconoscono tre ambienti: un cortile con lastroni di pietra basaltica, una dispensa con i resti di un lavabo e uno spazio orientato verso la via Crociferi.

Una volta finita la visita al Monastero delle Benedettine, da via Crociferi svolta per via Cerami dove si trova la sede della Facoltà di Giurisprudenza, Villa Cerami.

Proprio qui – all’interno della Villa Cerami – osservando parte del sistema di archi che collegava l’Anfiteatro alla collina, puoi renderti conto dell’estensione dell’Anfiteatro.

IL CARCERE ROMANO

Adesso, dalla Facoltà di Giurisprudenza, dirigiti in via San Giuliano; qui, accanto alla Chiesa dei Minoritelli, proprio di fronte all’ospedale Santa Marta, puoi ammirare i resti di un carcere romano dove, secondo la tradizione, transitarono i santi Alfio, Filadelfo e Cirino prima del martirio.

IL MONASTERO DEI BENEDETTINI E IL BALNEUM DI PIAZZA DANTE

Continua a salire via San Giuliano, fino a raggiungere Piazza Dante dove sorge l’ex Monastero dei Benedettini, oggi sede della Facoltà di Lettere e Filosofia.

Davanti al monastero, protetto da una cancellata di ferro è possibile ammirare i resti di un piccolo impianto termale, e più precisamente il balneum di una domus.

Varcato l’ingresso nel cortile dell’Università, è possibile osservare una parte di strada romana, il cardo.

Il monastero è un gioiello di magnificenza che nasconde moltissime meraviglie; all’interno  – nell’emeroteca dell’Università –  è possibile ammirare i mosaici di una domus romana.

LE TERME DELLA ROTONDA

Dopo la visita all’ex Monastero dei Benedettini, percorri via dei Gesuiti fino a incontrare, sulla destra, via Marino che ti porterà alla nostra destinazione in via della Mecca: Il Complesso monumentale della Rotonda già presentava testimonianze dell’Età del Rame e Greca, nel I o II secolo d.C., venne costruita in epoca romana una struttura termale, funzionante fino al VI secolo e poi divenuta una chiesa di probabile origine bizantina. Il complesso termale consta di nove ambienti, un tempo pavimentati a mosaico o marmo e dalle pareti affrescate, disposti a Sud e ad Est della grande sala circolare conosciuta come la “Rotonda” che, per la presenza di numerose vasche, sembrerebbe essere stata un calidarium oppure un ninfeo.

A Nord della Rotonda, insiste una grande cisterna che, collegata all’acquedotto antico, alimentava il complesso termale e che si raccorda alla Rotonda attraverso una sala dall’impianto quadrato.

L’ANTIQUARIUM, IL TEATRO ROMANO E L’ODEON

Dirigi adesso i tuoi passi al Teatro Antico di Catania. Si accede al sito da via Vittorio Emanuele 266; raramente, si può accedere da un altro ingresso in via Teatro Greco 47.

Prima di accedere al Teatro, occorre visitare Casa Pandolfo Casa Liberti, oggi sedi dell’Antiquarium regionale del teatro romano, dove sono esposti alcuni importanti reperti archeologici ritrovati in Città.

Il Teatro romano risale al II secolo ed è stato costruito su un Teatro greco; oggi rimane visibile l’orchestra, la cavea e parti dell’edificio scenico; come potrai vedere una volta entrato, la cavea è solo in parte conservata; infatti, sono andate perdute le gradinate superiori.

A Ovest del teatro si trova, invece, l’Odeon, un piccolo teatro datato anch’esso intorno al II secolo, la cui cavea – si ipotizza – potesse contenere 1.500 spettatori; probabilmente, l’aspetto monolitico dell’edificio, dovuto alla pietra lavica, era invece, dotato di decorazione marmorea, così come attesta anche l’orchestra.

IL FORO ROMANO E IL BALNEUM DI PIAZZA S. ANTONIO

Vicino al teatro romano, da via Vittorio Emanuele imbocca via Politi per poi svoltare in via Orfanelli, strada che conduce al Cortile di San Pantaleone, dove puoi ammirare i resti del Foro romano: un paio di ambienti e una parete in opus reticulatum.

Il Foro romano di Catania, secondo la tradizione, è il luogo dove fu martirizzato Sant’Euplio, compatrono della Città. 
Dal Cortile di San Pantaleone, raggiungi la via SS. Trinità fino a via Sapuppo, poi svolta in Piazza Sant’Antonio; in questa piazza si trova un balneum di cui potresti intravedere il frigidarium se non fosse che una struttura in ferro e vetro, a protezione dei ruderi, ne impedisce la fruizione.

IL CASTELLO URSINO E LA PIAZZA MAZZINI

Adesso, non ti resta che visitare il Museo Civico Castello Ursino. Da Piazza Sant’Antonio procedi per Via Sapuppo, poi svolta a destra per Via Santa Maria dell’Aiuto fino a incontrare sulla sinistra la Via Naumachia; da qui, svolta prima per via Santa Chiara, poi su via Riccardo da Lentini fino a raggiungere la via Castello Ursino; percorri questa strada fino alla Piazza Federico di Svevia, dove si erge il federiciano Castello Ursino che ospita il Museo.

Le collezioni del Museo sono tante e vaste; tra i tantissimi oggetti esposti e opere d’arte vi è una vasta collezione di reperti archeologici risalenti all’epoca ellenistica e romana.

Finita la visita, al Castello Ursino riprendi Piazza Federico di Svevia, imbocca via Auteri e percorrila fino a incontrare, sulla sinistra, la via Giuseppe Garibaldi fino a raggiungere Piazza Mazzini dove, tra i loggiati, puoi osservare otto colonne di epoca romana, forse un tempo appartenenti a una basilica ormai scomparsa.

Finita la scoperta dei reperti romani presenti nel centro storico di Catania, avrai compreso che molti resti dell’antica Città si nascondono ancora oggi sotto il suolo urbano.

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